Dall'Olimpico di Kiev al Comunale di Cantalice: la storia della giovane promessa del calcio ucraino Dmitro Maloid

Dmitro Maloi con la zia Halina e il compagno Lamberto Polidori
Dmitro Maloi con la zia Halina e il compagno Lamberto Polidori
di Paolo Annibaldi
Domenica 16 Ottobre 2022, 08:00
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Dallo stadio Olimpico di Kiev, dove ha giocato con i suoi vecchi compagni di Leopoli, al Comunale di Cantalice. È la storia di Dmitro Maloid, ragazzo ucraino di vent’anni che dal suo Paese di origine martoriato dalla guerra, è arrivato in Italia ed oggi farà il suo esordio con la Polisportiva Cantalice (campionato di Promozione) contro Poggio Mirteto, paese che ironia della sorte lo ospita a casa di parenti. Una storia quella di Dmitro, portiere dalle grandi prospettive, classe 2002, tutta da raccontare e che parte già sette anni fa: era il 2015 quando il giovane talento ucraino era venuto in Italia a trovare la zia Halyna (sorella del padre) che gestisce il forno “La Macina” a Poggio Mirteto Scalo. Per lui grazie al compagno della zia, Lamberto Polidori, subito due provini, uno in C con la Viterbese e uno a Rieti. Provini andati bene ma le circostanze e la burocrazia lo hanno poi riportato a Rava-Ruska, la sua città di origine nell’oblast di Leopoli. 

Proprio a Leopoli Dmitro si è fatto strada arrivando nelle giovanili del Futbol’nyj Klub L’viv (squadra che milita nella massima serie Ucraina) di cui fino a pochi mesi fa è stato il capitano. La delicata situazione in Ucraina col conflitto ancora in atto ha costretto i campionati giovanili a fermarsi, mentre le prime squadre sono emigrate in Polonia. Dmitro, come molti altri suoi compagni, ha avuto la possibilità di ricominciare altrove, lontano da casa, appoggiandosi da parenti. Ad accoglierlo in Sabina quest’estate la zia Halyna Maloid e il suo compagno Lamberto Polidori, i quali hanno subito espresso il desiderio che Dmitro potesse continuare a fare ciò che più ama: difendere i pali di una porta di calcio.

Tramite un contatto avuto a Rieti mentre sbrigava pratiche burocratiche per il soggiorno in Italia, Dmitro ha trovato la sua nuova squadra, la Polisportiva Cantalice. È lo stesso Lamberto Polidori che porta il giovane portiere agli allenamenti e alle partite. Grazie alla zia che fa da interprete (Dmitro sta imparando piano piano la nostra lingua) il ragazzo parla della sua esperienza di calciatore in Ucraina, dei momenti difficili, quando durante partite o allenamenti suonavano le sirene di allarme anti-aereo ed era costretto con i suoi compagni a ripararsi nei bunker allestiti sotto i campi. 

Racconta della sua preoccupazione per i familiari: i genitori, i nonni e la sorella, militare in dogana, che sente di continuo. Racconta anche che nella sua vecchia squadra un allenatore ha perso la vita a causa del conflitto in atto. Dmitro oltre a giocare a calcio frequenta l’Università di Leopoli che ora è costretto a seguire telematicamente. «Fossi rimasto nel mio Paese – spiega Dmitro – le prospettive, in ambito sportivo e non, erano più che incerte stante l’attuale situazione. Avere vent’anni, il desiderio di dare continuità alle mie attività e passioni mi hanno imposto una scelta radicale che è quella che poi ho fatto quest’estate trasferendomi a Poggio Mirteto Scalo. Grazie all’Italia ora ho questa nuova opportunità per continuare a coltivare desideri e sogni. Devo molto ai miei zii per i quali sono un nuovo figlio». 

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Lo zio Lamberto sottolinea i sacrifici che condivide con Dmitro per aiutarlo a crescere: «Una generazione quella Dmitro che già aveva faticato a causa della pandemia alla quale poi si è aggiunta la terribile guerra. Cerchiamo di dargli tutto ciò di cui ha bisogno e che circostanze difficili come quelle che sta vivendo il popolo ucraino rischiano di portare via ai ragazzi della sua generazione. Voglio ringraziare la società cantaliciana che ha ascoltato le esigenze del ragazzo e con la quale ci siamo subito trovati in perfetta sintonia e comunione di intenti». La zia Halyna – da 22 anni residente in Italia - se lo coccola e lo guarda con dolcezza mentre prova a rispondere alle domande: «Lo aiuto a superare la barriera linguistica facendogli da interprete – spiega Halyna – ultimamente preferisco rivolgermi a lui esclusivamente in italiano per accelerare il suo apprendimento. Ogni tanto mi guarda strano quando sente frasi che ancora non capisce ma è un ragazzo intelligente e imparerà in fretta». Intanto Dmitro ha già imparato dopo circa un mese di allenamenti a chiamare tutti i suoi compagni per nome e per dargli le indicazioni sul campo. 

Maloid è stato tesserato l’altro ieri ma è da tempo che si sta allenando con la squadra di mister Simone Patacchiola. Le parole di benvenuto del presidente Franco Panfilo dicono di come la società abbia aperto le braccia al giovane portiere ucraino: «La società è lieta di ospitare un ragazzo che viene da una terra martoriata dalla guerra – dice il presidente – già si allena con noi da un mese e riponiamo in lui molta fiducia».

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