Ostia, 70 musulmani pregano sul Pontile
per protestare contro sequestro moschea

Ostia, 70 musulmani al Pontile per la preghiera del venerdì (Foto di Mino Ippoliti)
Ostia, 70 musulmani al Pontile per la preghiera del venerdì (Foto di Mino Ippoliti)
di Mirko Polisano
Venerdì 9 Dicembre 2016, 15:03 - Ultimo agg. 10 Dicembre, 11:25
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Erano oltre 70 i musulmani che questa mattina hanno pregato al Pontile di Ostia. C’erano anche donne e bambini nell’area pedonale di piazzale dei Ravennati. La preghiera del venerdì, momento sacro per l’Islam di tutto il mondo, si è tenuta all’aperto dopo che la moschea all’interno dell’ex colonia è stata posta sotto sequestro.

Un lungo tappeto è stato disposto ai piedi del cippo marmoreo che ricorda l’opera della bonifica ed è qui che i fedeli di Allah si sono inginocchiati rivolgendosi verso La Mecca, come prevede la liturgia.

Intorno, è stato organizzato un imponente dispiegamento di uomini e mezzi delle forze dell’ordine. Polizia in borghese e camionette dei carabinieri in assetto anti-sommossa. «Siamo qui per pregare e non per protestare – ha ribadito Youssef Al Moghazi, direttore dell’Istituto di Culto islamico di Ostia- ma vogliamo lanciare anche un messaggio: chiudere le moschee non ci farà smettere di pregare e noi musulmani questo lo possiamo fare ovunque nel mondo».
 

 


A prendere parte all’iniziativa anche esponenti di altre comunità islamiche di Roma, arrivate dai quartieri di Centocelle e Prenestino. «C’è bisogno di maggiore attenzione per i nostri luoghi di culto – ha tuonato Francesco Tieri, italiano convertito all’Islam e portavoce del coordinamento delle associazioni islamiche del Lazio- abbiamo avuto anche un incontro con gli assessori capitolini Berdini e Baldassare per far rispettare quello che è un nostro diritto».

Prosegue anche l’indagine sulla concessione dei locali al centro culturale islamico che ha adibito gli spazi sotterranei dell’ex colonia Vittorio Emanuele a una moschea. Da quanto è emerso, all’atto di consegna delle stanze non è mai seguito un contratto regolare da parte del Comune di Roma che adesso potrebbe essere chiamato a rispondere di danno erariale. La comunità islamica, intanto, si è mossa per vie legali facendo ricorso al Tar, cercando di impugnare il verbale che ha poi portato al sequestro. Il messaggio guidato dell’Imam dal pulpito – da quanto si apprende- sarebbe stato paragonato a uno spettacolo teatrale non autorizzato. 

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