Sardegna in fiamme. Cuglieri, il paese che non esiste più. «Sono rimasti solo macerie e fumo»

Sardegna in fiamme. Cuglieri, il paese che non esiste più. «Sono rimasti solo macerie e fumo»
Sardegna in fiamme. Cuglieri, il paese che non esiste più. «Sono rimasti solo macerie e fumo»
di Umberto Aime
Lunedì 26 Luglio 2021, 07:00 - Ultimo agg. 20:40
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Cinquant'anni di rimboschimenti ridotti in cenere. L'ulivo millenario di Sa Tanca manna, in Sardegna, divorato dalle fiamme. «Sembrava di essere ai piedi di un vulcano», hanno raccontato i testimoni, fuori del municipio di un paese ormai diventato fantasma. Spettrale. Cuglieri è stato assediato dalle fiamme per un giorno intero. Con il fuoco a ridosso degli uffici del Comune, in piazza, intorno alla chiesa e alla caserma dei carabinieri. Da qui tutti sono dovuti fuggire, nella notte di sabato per non essere sopraffatti dal quel fronte rosso fuoco mai visto e che sembrava essere animato da una micidiale forza sovrumana, con quel suo saltare da un punto all'altro della montagna.

Sono le vette di Ferru ed Entu, oltre i mille metri, che dominano le case e finora, come raccontano gli anziani, erano state una sorta di silenziose sentinelle, a guardia di boschi lussureggianti.

Non l'altra notte, purtroppo. «Qui è bruciato tutto. Intorno all'ex seminario, alle Poste e all'oleificio non c'è più nulla», ha detto con un filo di voce e in lacrime il sindaco Gianni Panichi, nelle sue prime comunicazioni alla centrale radio della Protezione civile regionale. 

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La paura è stata grande e solo chissà per quale miracolo «non c'è scappato il morto», come invece in passato è accaduto anche da queste parti. A essere salvati sono stati soprattutto gli allevatori delle case sparse, ma che nulla hanno potuto fare per salvare il bestiame e i pascoli.

«È stata una strage. Non possiamo ancora calcolare i danni, ma siamo sul lastrico», ha scritto la Coldiretti in uno dei suoi vari bollettini. Cuglieri è al centro di una terra generosa per l'agricoltura, molto più fertile del resto della Sardegna centrale che guarda a occidente verso le montagne impervie del Nuorese. Nel 1993 e sei anni dopo, altri roghi avevano messo in ginocchio la gente di Cuglieri, ma erano state le successive forestazioni a ridare speranza, a far rinascere gran parte del bosco intorno alla basilica di Santa Maria della Neve e alla sede dal 1927 fino al 1971 della prima facoltà teologica costruita lontano da Roma.

 

Duemila e oltre abitanti di questo anfiteatro naturale che nella notte fra sabato e domenica hanno avuto paura e sono dovuti fuggire per non essere circondati dalle fiamme. Si sono lasciati alle spalle uno scenario spettrale, con diverse case agricole divorate dall'incendio e le stalle trasformatesi in trappole micidiali per il bestiame. «Tutto da noi non esiste più. Ci sono solo macerie fumanti», ha raccontato il proprietario di una distilleria. Quando l'allarme è cessato, gran parte della comunità s'è avvicinata disperata allo scheletro fumante dell'ulivo millenario di Sa tanca manna, simbolo del Montiferru e più volte immortalato nei depliant che evocano le bellezze naturali della Sardegna più interna.

«Se qualcuno non verrà a darci una mano, al più presto, questa volta sarà difficile ritornare a vivere, ha detto sconsolato un allevatore che nella notte fra sabato e domenica ha perso tutto. 

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