Il Tribunale del Riesame di Milano ha confermato l'accusa di omicidio volontario per Fabio Manduca, l'ultrà napoletano di 39 anni arrestato il 18 ottobre scorso per aver travolto e ucciso col suo suv Daniele Belardinelli all'inizio degli scontri del 26 dicembre 2018 in via Novara, a Milano, prima di Inter- Napoli. Nessuna riqualificazione, dunque, nel reato meno grave di omicidio stradale, come emerge dalle motivazioni del provvedimento con cui i giudici hanno confermato a novembre la misura cautelare (il 39enne era passato dal carcere ai domiciliari).
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Manduca, 39 anni e una sfilza di precedenti penali e che non ha mai ammesso l'investimento, alla guida di una Renault Kadjar con altri 4 a bordo, ha accelerato verso il gruppo di ultrà interisti, che stavano assaltando la 'carovanà di macchine dei tifosi rivali in via Novara, prima di Inter- Napoli, ed era «consapevole», ha scritto il gip di Milano Guido Salvini nell'ordinanza, che avrebbe potuto uccidere Belardinelli, ultrà dei 'Blood and Honour' di Varese, gemellati coi nerazzurri.
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Per questo, nelle indagini del procuratore aggiunto Letizia Mannella e dei pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri, è stato contestato l'omicidio volontario nella forma del «dolo eventuale», ossia con l'accettazione del rischio dell'evento, reato riconosciuto nella misura cautelare del gip e ora anche dal Riesame che ha confermato l'accusa.