Non fu sparo accidentale: il vigilante ha ucciso l'ex per odio. Su Fb: «Ti ho amata» | Foto

Alessandro Popeo e Natascia Maetta
Alessandro Popeo e Natascia Maetta
Martedì 21 Ottobre 2014, 18:40 - Ultimo agg. 18:46
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ROMA - "Ti ho amata", scrive Alessandro Popeo su Facebook. Ma altro che sparo accidentale: il vigilante ha ucciso l'ex davanti ai figli perché non si rassegnava alla fine della relazione, per odio irrefrenabile.



SU FB: "TI HO AMATA" «Non possiamo nemmeno darti l'ultimo saluto Natascia ma sappi che io e tutta la mia famiglia, col cuore saremo presenti». È il messaggio che ieri mattina su Facebook Alessandro Popeo, la guardia giurata arrestata con l'accusa di aver ucciso la ex compagna, ha rivolto alla 27enne morta lo scorso 17 settembre. «Avrei evitato questo giorno alla nostra piccola - ha proseguito - per delicatezza e per cercare di lasciargli al massimo quel sorrisone che solo lei sa sfoggiare. La amo con tutto il cuore come ho amato te e ti giuro che farò del mio meglio per tornare a farle sentire quell'amore di cui era circondata, quell'amore che solo io e te sapevamo darle. Vi penso sempre, giorno e notte».







ODIO IRREFRENABILE VERSO LA EX «L'incapacità di accettare e superare la fine di una tormentata relazione che si trasforma in una morbosa gelosia e sfrenato senso di possesso verso la persona amata». È questo secondo il gip Bernadette Nicotra il movente del delitto di Natascia Meatta, uccisa dal suo ex compagno Alessandro Popeo con un colpo di pistola alla testa il 17 settembre scorso. L'uomo è stato arrestato oggi dagli uomini del commissariato Casilino. Nell'ordinanza di custodia cautelare di 17 pagine il magistrato spiega che il delitto è di natura 'passionalè. L'uomo «non aveva mai reciso del tutto il cordone ombelicale con la sua ex» e instaurando con lei, scrive ancora il gip, «un rapporto ambiguo di dare (il Popeo le procura la droga di cui entrambi fanno uso) e di avere (la Meatta in cambio cede alle sue richieste sessuali) che si trasforma in odio irrefrenabile sfociando in una impulsiva azione omicida nel momento in cui l'uomo percepisce di essere sfruttato».



NON ACCETTAVA LA FINE DELLA RELAZIONE «L' incapacità di accettare e superare la fine di una tormentata relazione che si trasforma in una morbosa gelosia e sfrenato senso di possesso verso la persona amata».
Sarebbe questo il movente alla base del delitto di Natascia Maetta, uccisa da un colpo di pistola esploso dal suo ex compagno, lo scorso 17 settembre. A sostenerlo, nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato all'arresto della guardia giurata Alessandro Popeo, è il gip Bernadette Nicotra.




SPARÒ ALLA EX DAVANTI ALLA FIGLIA La «pericolosità sociale di Popeo emerge chiaramente dalle modalità dell'azione omicida da lui commessa». È quanto scrive il gip di Roma nell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti della guardia giurata accusato dell'omicidio della sua ex compagna, Natascia Meatta. L'omicida «ha freddato la sua ex non curante della presenza della loro figlia di appena due anni facendola assistere attonita alla morte della mamma, dimostrando così una particolare protervia, una incapacità a contenere le proprie pulsioni violente e improvvise» e una «totale non considerazione della vita altrui». In merito alla dinamica il giudice scrive che «anche a voler ritenere plausibili le giustificazioni dell'indagato circa la dimenticanza sull'assenza di sicura delle pistola e del colpo in canna, rimarrebbero non spiegati, in un quadro colposo, il fatto del posizionamento del dito sul grilletto e la pressione, non minima, esercitata». Per il magistrato quella di Popeo è una azione «cosciente, volontaria e consapevolmente diretta a cagionare la morte». L'uomo ha «intenzionalmente sparato a Natascia», forse al culmine di una lite.