Covid, l'Europa in ordine sparso: apro, chiudo e apro a metà, schizofrenie antivirus

Covid, l'Europa in ordine sparso: apro, chiudo e apro a metà, schizofrenie antivirus
di Erminia Voccia
Martedì 8 Febbraio 2022, 11:00
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È un mondo strano quello del Covid 19 all'alba del terzo anno di pandemia. Se da un lato c'è una voglia quasi irrefranabile di normalità, dall'altro, con sempre maggiore frequenza, c'è un continuo, quasi folle, cambio di direzione delle misure contro il virus, che sarà anche in fase calante, ma è proprio sui valori definiti calanti che bisognerebbe intendersi. Perché se è vero che rispetto a dicembre e agli inizi di gennaio i casi stanno scendendo, è altrettanto vero che i nuovi contagi giornalieri sono a livelli elevatissimi, tanto da far sembrare un'oasi di pace i mesi di ottobre e novembre: più o meno - in media - oggi ci sono 6/7 volte i contagi di inizio autunno. Ma tutto questo non basta - per esempio - a suggerire ai governanti del ricco land della Baviera (orfano di due Oktoberfest e con la prospettiva che anche la terza possa saltare o non essere quella che si aspettano bavaresi e non solo) di sospendere l'obbligo vaccinale per il personale sanitario impiegato in ospedali e case di cura, norma che avrebbe dovuto entrare in vigore a metà marzo, peraltro in una delle regioni della Germania con la popolazione più anziana e con un non certo entusiastico livello di vaccinazioni.

O ancora da far anticipare al ministro della Salute, il socialdemocratico, Karl Lauterbach (un virologo molto popolare in Germania per le sue continue apparizioni in tv prima dell'elevazione al soglio ministeriale, una sorta di Bassetti o Galli nostrani) alla Bild, il quotidiano tedesco (più diffuso e più discusso) molto attento alle ragioni dei no-vax, che sì il picco della quarta ondata in Germania non è stato raggiunto, ma che si spera di poter avere una Pasqua con minori o zero restrizioni.

Dichiarazioni che hanno fatto gioire anzitutto la Bild, ma che hanno sollevato altrettante perplessità nel mondo politico (a iniziare dalla Cdu che ha cominciato a fare un'opposizione molto duro al governo «semaforo») e tra i sanitari anche perché solo sabato si è registrato il record di 200mila casi mentre molti Land stanno smantellando la regola delle 2G (geimpft, cioè vaccinato, e genesen, guarito) per l'accesso ai luoghi pubblici! 

Paradossale è poi quanto sta accadendo a Ottawa dove un manipolo di camionisti tiene sotto assedio la capitale del Canada tanto che il sindaco ha dichiarato lo stato di emergenza. I camionisti non vogliono l'obbligo vaccinale e da una settimana allietano le giornate dei cittadini suonando i clacson dei loro bestioni (quelli enormi che si vedono nei film americani!). Secondo i sondaggi, la maggioranza dei cittadini approva le scelte fatte dal governo e le misure per contrastare la diffusione del coronavirus. Quasi l'80% della popolazione canadese ha due dosi, il 40,5% ne ha tre. Il premier canadese, Justin Trudeau, si è rifiutato di incontrare i rappresentanti dei dimostranti, per non dare altro peso a una frangia minoritaria, come l'ha definita lui stesso. Trudeau, richiedendo il vaccino ai camionisti di ritorno dagli Stati Uniti, non ha fatto che applicare in maniera speculare una norma adottata dal governo statunitense verso i camionisti canadesi che oltrepassano il confine, a cui viene richiesta la vaccinazione. 

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In Austria, invece, il 5 febbraio è entrata in vigore la legge che rende obbligatoria la vaccinazione a tutti i cittadini con più di 18 anni. Era una delle misure introdotte (con un lockdown di tre settimane) per evitare di buttare alle ortiche la terza stagione invernale consecutiva in un paese che si era dimostrato più che allergico al vaccino (a un certo punto meno del 65% della popolazione aveva fatto la prima dose) e con una situazione drammatica negli ospedali. Eppure nelle ultime settimane più di una voce - anche autorevoli - si era levata per provare quantomeno a rinviare l'entrata in vigore della legge. Il cancelliere Karl Nehammer ha tenuto duro e l'obbligo è rimasto. Ed è un obbligo abbastanza pesante: chi non si vaccina paga fino a 3.600 euro! E con il fisco austriaco c'è da stare sereni: soldi assicurati. Nel frattempo i nuovi casi sono tornati a quota 26mila! 

Poi c'è la Danimarca, fuoriclasse dello stop and go: dal 2 febbraio la premier socialdemocratica Mette Frederiksen ha riaperto tutto. Non è la prima volta e considerato che la vita di quel paese si sviluppa per larga parte in luoghi chiusi c'è attesa per vedere cosa succederà.

Vorrebbero riaprire anche i francesi - che hanno inanellato record su record nei contagi - anche perché ci sono le elezioni presidenziali e servono i voti di tutti. Jean Castex, primo ministro francese, ha detto che non ci sarà più bisogno di limitare il numero dei partecipanti agli eventi sportivi e culturali, il lavoro da remoto non sarà più obbligatorio e non sarà più necessario indossare la mascherina all'aperto. 

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