Casa Bianca, via alla corsa: «Giovani decisivi in Iowa». Hillary Clinton e Trump in vantaggio

Casa Bianca, via alla corsa: «Giovani decisivi in Iowa». Hillary Clinton e Trump in vantaggio
di Anna Guaita
Lunedì 1 Febbraio 2016, 08:58 - Ultimo agg. 20:07
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NEW YORK - Chi andrà a votare stasera in Iowa? Questa è la domanda a cui nessuno sa rispondere. E tuttavia dalla risposta dipende il risultato del primo voto della campagna elettorale. Si aspetta neve oggi nello Stato del mid-west, e il buon senso comune farebbe pensare che saranno gli anziani a starsene a casa, una diserzione che favorirebbe il senatore Bernie Sanders fra i democratici e il senatore Marco Rubio fra i repubblicani, preferiti dal pubblico più giovane. Stranamente però, in questa grande democrazia americana sono più spesso i giovani a disertare le urne quando ci siano difficoltà anche solo legate al clima: la loro passione politica è più fragile che non quella dei loro genitori, e potrebbe sgonfiarsi davanti alla neve e al freddo.

 

I DISERTORI
Saranno dunque i disertori a decidere se i sondaggi dell'ultimo minuto verranno rispettati o no. Fra i repubblicani si aspetterebbe una vittoria di Donald Trump, che ieri sembrava poter contare su un 28 per cento del supporto. Al secondo posto era il senatore texano Ted Cruz con il 23, mentre solidamente al terzo posto con il 15 per cento era il 44enne senatore della Florida Marco Rubio. Il neurochirurgo di colore Ben Carson, che per vari mesi era stato in cima alle classifiche, risultava quarto con il 10 per cento. Fra i democratici la netta superiorità di Hillary Clinton è da tempo scomparsa, e Bernie Sanders le respira sul collo: lei naviga con un sostegno del 45, lui del 42. Il vantaggio dell'ex segretario di Stato rientra cioé nel margine di errore statistico, come dire che i due sono pari, se non fosse che questo margine è stato confermato da molti diversi sondaggi, giorno dopo giorno. E comunque c'è un 3 per cento di elettori che favoriscono l'ex governatore del Maryland Martin O'Malley, e un 9 per cento di indecisi: e il voto di questi potrebbe alla fine stravolgere ogni previsione.

IL SISTEMA
E per capire perché tutto potrebbe cambiare all'ultimo minuto, bisogna tenere presente che recarsi a votare nell'Iowa è effettivamente più difficile che in altri Stati. Non si tratta di passare da un seggio la mattina o la sera e tirare una leva. Bisogna partecipare ai "caucus", le assemblee elettive, che si tengono stasera a partire dalle sette (quando in Italia saranno le due del mattino) e vanno avanti per circa un paio d'ore. I caucus si svolgono nelle scuole, nelle biblioteche, nei centri sociali, ce ne saranno più di mille nello Stato. La discussione è pubblica. Gli elettori si riuniscono e esprimono ad alta voce la propria preferenza. I sostenitori di ciascun candidato si riuniscono in gruppetti. I candidati che non superino la soglia del 15 per cento del sostegno fra gli elettori presenti al caucus, vengono esclusi. A quel punto i loro sostenitori possono unirsi agli altri gruppetti o andarsene a casa (ma questo è giudicato scorretto e sgarbato).

LE ALTERNATIVE
Ogni elettore cioé va a queste assemblee avendo in mente il candidato preferito, ma anche un'alternativa, scelta A e scelta B. Ecco perché in casa repubblicana si guarda con molto interesse a Rubio: nei sondaggi lui rappresentava ieri la scelta A per il 15 per cento, e la scelta B per il 20 per cento, più di chiunque altro, e potrebbe portarsi a casa i voti dei rivali che probabilmente non ce la faranno, come l'ex manager della HP Carly Fiorina che riscuoteva solo il 2,2 per cento, o l'ex governatore dell'Arkansas Mike Huckabee che era al 2,6 . Stessa cosa in casa democratica: quel 3 per cento di sostenitori di O'Malley potrebbe segnare la vittoria di Hillary o di Sanders.

L'INTERROGATIVO
Da decenni l'opinione pubblica americana si chiede perché sia l'Iowa, uno Stato del nord, rurale e a schiacciante maggioranza bianca, a decidere iI primo voto della campagna, e perché lo faccia con questo sistema astruso. Ma ogni 4 anni se ne discute e poi si lascia tutto com'è. E i candidati vi si affollano spendendo somme sempre crescenti: 40 milioni di dollari solo di spot tv, a questo giro. Fino a stasera, pur nella neve, li vedremo attraversare lo Stato per raccomandarsi ai propri elettori. Donald Trump, che conta di strappare a Cruz il voto degli evangelici, si è spinto fino a promettere di cambiare la Corte Suprema in modo da abolire il diritto di matrimonio fra gay. Cruz cerca di indebolirlo dicendo «è simpatico, ma è troppo liberal». E fra i democratici, Sanders, consapevole che i giovani sono meno puntuali delle loro madri e dei loro padri che invece favoriscono Hillary, ricorda «se voterete in tanti, vinceremo».