Ci aspettano tempi difficili. È il monito del presidente cinese Xi Jinping in apertura del suo discorso al congresso del Partito Comunista Cinese. Un discorso programmatico a circa 2.300 delegati nella Grande Sala del Popolo di Pechino, il presidente ha avvertito di «potenziali pericoli» mentre chiedeva che la Cina fosse «preparata agli scenari peggiori».
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IL DISCORSO DI XI
«Dobbiamo adattarci e prepararci a resistere a venti forti, acque mosse e persino tempeste pericolose», ha detto Xi, sottolineando che i prossimi cinque anni saranno cruciali, anche a livello internazionale, dove avverranno «cambiamenti globali che non si vedevano da un secolo». Xi ribadito la politica cinese di lunga data secondo cui Taiwan fa parte della Cina e ha avvertito che l'uso della forza militare rimane un'opzione per riunire i due paesi. «La riunificazione completa della madrepatria deve essere realizzata e può sicuramente essere raggiunta», ha detto il presidente al congresso.
IL CASO TAIWAN
Durante il suo discorso, Xi è tornato più volte a citare la questione Taiwan.
LA REPLICA DI TAIPEI
Taiwan replica al discorso di apertura del XX Congresso del Partito comunista cinese fatto oggi dal presidente Xi Jinping, assicurando che nessuna ipotesi di compromesso sarà possibile su sovranità e democrazia, mentre il confronto militare non può essere un'opzione percorribile. Il portavoce dell'Ufficio presidenziale di Taipei, Chang Tun-han, ha affermato che secondo popolo di Taiwan «la sovranità territoriale, la democrazia e la libertà non possono essere compromesse». Una risposta ai duri avvertimenti di Xi, secondo cui Pechino «non prometterà mai di rinunciare all'uso della forza per la riunificazione».
MAI CITATI UCRAINA E AMICO PUTIN
In tutto il suo discorso di apertura del XX Congresso nazionale del Pcc, durato circa 100 minuti, il presidente Xi Jinping non ha mai menzionato, nemmeno indirettamente, la guerra in Ucraina e la sua amicizia «senza limiti» con il presidente Vladimir Putin oppure la turbolenta scena internazionale. Nessuna menzione, inoltre, dei Paesi che «la pensano allo stesso modo», come però fatto in passato per sottolineare i rapporti internazionali vantati da Pechino, in risposta alle accuse di isolamento.
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