Ma lui non cambierà atteggiamento: «Visto che i terroristi comprendono soltanto il linguaggio delle armi - afferma - è inutile provare a parlare con loro di libertà d'espressione. Tutto quello che si può fare, è dimostrare loro che il loro progetto non ha senso e continuare a comportarsi nella stessa maniera».
Ieri, al momento della sparatoria, Vilks non aveva ancora preso la parola al dibattito, e stava ascoltando l'intervento di Inna Shevchenko, del movimento Femen, quando ha udito gli spari: «Era surreale, all'inizio non capivo cosa stesse succedendo».
Poi, gli uomini della sicurezza l'hanno portato fuori ed è rimasto chiuso in una stanzetta in compagnia della presidente dell'associazione che organizzava l'evento: «Siamo rimasti lì dentro forse 30 minuti - ha raccontato - non avevo paura, eravamo circondati da poliziotti con le armi cariche».