Scariche elettriche, frustate, pestaggi e violenze sessuali, carceri "segrete": un nuovo rapporto di Human Rights Watch (Hrw), basato sulla testimonianza di alcune fra le stesse guardie carcerarie, alza un velo inquietante sulle prigioni femminili in Arabia saudita e sul trattamento riservato nel 2018, in particolare a detenute di rango elevato: per lo più avvocati e attiviste dei diritti umani e delle donne. Fra le persone ad aver subito abusi e torture figurano, secondo Hrw, anche la nota avvocata per i diritti delle donne Loujain al-Hathloul, e l'attivista (uomo) Mohammed al-Rabea.
Il rapporto, spiega Hrw, è basato su alcuni messaggi di testo inviati da secondini testimoni di questi trattamenti, che insieme ad alcune testimonianze, formano un mosaico piuttosto sinistro: «Nuove prove che indicano l'uso di torture brutali su donne che difendono i diritti delle donne e altri detenuti di alto profilo mettono ancora più a nudo il disprezzo saudita per lo stato di diritto e il fallimento di qualunque credibile tentativo di indagare su questi accuse», dichiara in una nota Michael Page, vicedirettore dell'Ong umanitaria per il Medio Oriente e il Nord Africa. «Lasciare che chi compie abusi la passi sempre liscia significa mandare loro il messaggio che possono torturare impunemente senza dover mai rispondere di questi crimini», ha aggiunto Page.