Elezioni Francia, intervista a Jean Noel Schifano: «Stop alle divisioni sociali, Macron può unire il Paese»

Elezioni Francia, intervista a Jean Noel Schifano: «Stop alle divisioni sociali, Macron può unire il Paese»
di Generoso Picone
Lunedì 11 Aprile 2022, 11:00
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«Sono felice, molto bene. Tra due settimane andrà pure meglio». Jean Noel Schifano non fa niente per nascondere la sua soddisfazione per Emmanuel Macron. «Sì, certo, me lo aspettavo. spiega il narratore di Chroniques napolitaines, già direttore dell'Istituto francese Grenoble di Napoli, l'autore de Il gallo di Renato Caccioppoli che tra un mese farà uscire da Colonnese il romanzo Amara o le opere pie della misericordia corporale Ma ho appena ascoltato dalla tv che al secondo turno la candidata socialista Anne Hidalgo, la sindaca di Parigi, ha già annunciato il suo sostegno a Macron. Ora la seguiranno anche gli altri rappresentanti delle forze di sinistra e dei partiti che intenderanno opporsi alla destra estrema. Ci sarà il barrage ed Emmanuel Macron verrà confermato presidente».

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Schifano, lei è dichiaratamente schierato. Ma quali qualità ha riscontrato in Macron?
«Innanzitutto è qualcuno che ama Napoli e questa è una qualità universale.

Conosce la città, c'è stato in viaggio insieme alla moglie durante le vacanze di fine anno quando non era ancora presidente, adora Eduardo De Filippo e si è teatralmente formato con lui, apprezza la sua L'arte della commedia come un'opera quasi pirandelliana. Per altro, durante una intervista televisiva ha dichiarato pubblicamente di leggere i miei libri».

Ottimo. Ma questo potrebbe non bastare per essere il presidente della Quinta Repubblica francese.
«Il rapporto che si ha con Napoli e la sua cultura per me diventa la misura per valutare complessivamente ogni individuo. Scusi, lei vedrebbe una Marine Le Pen in grado di muoversi nella città come lui? Si perderebbe, cadrebbe nel Vesuvio. Comunque, è chiaro che c'è dell'altro».

Che cosa?
«Emmanuel Macron ha mostrato grande capacità e formidabile coraggio nell'affrontare le emergenze che da un paio d'anni hanno aggredito la Francia e l'Europa: prima la pandemia da Covid-19 e poi la guerra della Russia all'Ucraina. Ha gestito e sta gestendo queste fase con autorevolezza, pur essendo giovane ha confermato di avere la volontà giusta e il carisma adatto per far emergere il meglio della Francia, offre garanzie importanti per i cittadini. Con lui vincerà questa idea della Francia come Paese che sorregge chi è in difficoltà e si apre all'Europa pacificata».

Con Marine Le Pen e il suo Rassemblement National invece che volto della Francia si affermerebbe?
«Il peggiore. Il razzismo e il sovranismo».

Che in campagna elettorale sembrano essere stati i temi soprattutto di Eric Zemmour e del suo partito di estrema destra Reconquete.
«Lui ha fatto diventare moderata Marine Le Pen. Ma in realtà Zemmour ha ricoperto il ruolo del cattivo poliziotto e lei l'altro della poliziotta comprensiva. Due facce della stessa medaglia. Eric Zemmour è un polemista violento e distruttivo: avrà pure scritto dei libri, però divide e basta. Oggi la Francia non ha bisogno di ulteriori spaccature».

Di che cosa ha bisogno?
«Guardi, questa campagna elettorale è stata la più serena degli ultimi anni. Probabilmente ha prevalso il senso di responsabilità e l'apprensione per quanto sta avvenendo in Ucraina. Anche il 25 per cento di astenuti in una elezione fondamentale può essere interpretato in questo senso: timore e attesa. È stato difficile, ma Macron ce l'ha fatta».

Il fronte contro l'estrema destra sarà sufficientemente saldo? Zennour ha annunciato che sosterrà Le Pen.
«Sono convinto che Jean-Luc Melenchon e France Insoumise, la sinistra rivoluzionaria e populista, non faranno mancare l'apporto. Si tratta di un governare la Francia in un frangente estremamente particolare e complicato, per tutti. Non si possono consentire derive pericolose. La politica di Macron rappresenta un patrimonio importante da difendere». 

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