G7, non solo Biden: l’Occidente contro la Cina

G7, non solo Biden: l’Occidente contro la Cina
di Luca Marfé
Lunedì 14 Giugno 2021, 17:00
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Nel weekend della condanna, i 7 “Grandi” contro la Cina.
Joe Biden, sì, ma non soltanto gli Stati Uniti.
A schierarsi, infatti, è l’Occidente tutto: Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Canada.

Il nemico?
Pechino, naturalmente.

Pechino e le reiterate violazioni dei Diritti Umani. Pechino e i brutali abusi nello Xinjiang. Pechino e i suoi tentativi, per larghi tratti riusciti, di strangolare Hong Kong e Taiwan.

Democrazia contro dittatura.
È questo il j’accuse pesantissimo che viene fuori da questo G7.
Le libertà fondamentali contro lo statalismo più sfacciato e più sfrenato.

Con Xi Jinping e con i suoi che, neanche a dirlo, non ci stanno affatto. E così, mentre l’ambasciata cinese a Londra strilla formalmente la «plateale infrazione delle più basiche prassi delle relazioni internazionali», il governo del dragone parla ancora più chiaro, facendo definitivamente saltare il tavolo della diplomazia: «Interferenza arbitraria negli affari interni della Cina» e «G7 che diffama sulla base del nulla più assoluto».

Come da manuale, insomma, accuse rispedite al mittente.

Un clima da Guerra Fredda che riporta il mondo all’era Trump, ma con una differenza sostanziale: mentre The Donald, tra dazi e guerra tecnologica, aveva pensato di poter fare tutto da solo, Biden si dimostra al tempo stesso più furbo e più saggio orchestrando una resistenza di tutti i Paesi alleati, in chiave Nato, e pure oltre.

Un quadro assai più ampio di Washington, dunque, nel tentativo di arginare lo strabordare della già seconda potenza economica del pianeta.
Una strategia vasta, quasi in grado di circondare Pechino, seppur con l’incognita Mosca.

Il terzo incomodo è proprio la Russia, con la Casa Bianca e con il Cremlino pronti a un faccia a faccia destinato a fare la storia, almeno di quella degli imminenti anni a venire.

Tra i retroscena di uno scacchiere internazionale in fiamme, c’è una considerazione (amara) che si presta a margine: l’autoritarismo di Xi Jinping e di Vladimir Putin, per quanto si agitino entrambi, non mostra alcun segno di reale preoccupazione.

Perché l’Occidente, dall’oramai consueto fiume di parole, dovrà in qualche modo dimostrare di saper passare ai fatti.

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