Giappone, l'appello di Human Rights Watch: più diritti ai transgender

Giappone, l'appello di Human Rights Watch: più diritti ai transgender
di Erminia Voccia
Giovedì 21 Marzo 2019, 14:46
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«Dal punto di vista legale, la mia ragazza è una madre single e io sono soltanto il suo coinquilino», Fumino e la sua compagna hanno un figlio, ma per la legge giapponese lui non può essere un vero papà. Fumino ha raccontato la sua esperienza in un video diffuso dall'organizzazione internazionale a tutela dei diritti umani Human Rights Watch (HRW). Il rapporto del 20 marzo preparato dall'organizzazione denuncia il trattamento ingiusto a cui sono sottoposte le persone transgender in Giappone.
 
Human Rights Watch ha chiesto al governo di Tokyo di modificare l'ordinamento nazionale e di cambiare con urgenza le norme che impongono alle persone transgender, una su 13 in Giappone, di sottoporsi a sterilizzazione per avere il riconoscimento della loro identità di genere. «In Giappone le difficoltà per le persone transgender sono molto evidenti - ha detto Kanae Doi di HRW - in generale, la maggioranza delle persone è inconsapevole che la legge richiede alle persone trans di sottoporsi a esami medici e operazioni chirurgiche irreversibili». Kanae Doi ha aggiunto: «Le persone transgender, a cui è stato diagnosticato il “disordine d’identità di genere”, devono sottoporsi a una pericolosa operazione di sterilizzazione. Devono anche avere almeno 20 anni, non essere sposate e non avere figli al di sotto dei 20 anni». Secondo l'organizzazione, queste norme violano i diritti umani delle persone transgender. Il documento, compilato grazie al contributo di 48 persone trans, esperti legali e personale sanitario, fa riferimento alla legge statale del 2004 che prevede pratiche considerate da HRW “coercitive, obsolete e discriminatorie”. Tali pratiche hanno effetti definitivi e e comportano notevoli conseguenze psicologiche. In base alla legge, le persone transgender che desiderano cambiare i loro documenti devono comparire davanti a un tribunale di famiglia e rispondere a una serie di requisiti molto restrittivi. Chi fa tale richiesta deve rinunciare alla capacità riproduttiva, il che implica per molti l'obbligo della sterilizzazione.

Le persone transgender incontrano molti ostacoli nella loro vita sociale, anche se il Giappone sta facendo passi in avanti per cambiare la situazione. Il Paese si sta lentamente aprendo ai bisogni delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender. I cambiamenti stanno avvenendo soprattutto a livello locale perché alcune municipalità, scrive il Japan Times, stanno progressivamente riconoscendo i matrimoni di coppie LGBT. Manca, però, una normativa nazionale in questo senso. Il famoso ateneo femminile Ochanomizu University, fondato nel 1875, ha fatto sapere che partire da aprile 2020 accetterà studenti a cui alla nascita è stato assegnato il sesso maschile ma che si identificano come donne. La Ochanomizu University farebbe da apripista, ma alcuni istituti hanno già pensato a divise scolastiche unisex e a codici di abbigliamento flessibili per gli tutti studenti. A questi cambiamenti si oppongono gli ultraconservatori che sostengono il governo Abe, alcuni di loro continuano a rilasciare dichiarazioni contro la comunità LGBT e vengono perciò molto criticati. L'anno scorso qualcuno ha proposto anche di non utilizzare i soldi pubblici a beneficio dei diritti della comunità LGBT perché queste coppie non sarebbero “produttive”.

 
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