Una vicenda bizzarra è accaduta in Giappone, dove il preside di una scuola è stato licenziato per aver preso al distributore un caffè più lungo di quello che aveva effettivamente pagato. La truffa, raccontata dal portale SoraNews24, si sarebbe ripetuta più di una volta. Con il furto che avrebbe raggiunto all'incirca l'equivalente dei nostri 4 euro: tanto gli è bastato per perdere il lavoro. Un fatto che in Italia probabilmente non si sarebbe mai verificato, mentre in Oriente le “truffe” sono molto rare e quando avvengono suscitano sempre molto scalpore.
Il furto: cosa è successo
Il preside, dopo essere entrato nel locale, si è recato da un impiegato che gli ha fornito il bicchiere di carta di misura “media”, come da lui richiesto, per andare poi a rifornirsi in autonomia al distributore. È qui che il preside ha messo in pratica il suo piano: ha premuto il bottone per il caffè di misura “large” (che costa 180 yen, circa 1.14€), nonostante lui avesse pagato il medium, che costa l'equivalente di 45 centesimi in meno.
Il licenziamento
La questione sembrava chiusa, ma la voce dell'appropriazione indebita si è sparsa tra i docenti e gli alunni della scuola di Hyogo che l'uomo dirigeva: a questo punto il preside è stato interrogato di nuovo dalla polizia, questa volta in commissariato, dove ha ammesso di aver “truffato” il distributore altre sette volte. A fine gennaio, è stato licenziato dall'equivalente del nostro Ministero dell'Istruzione per “grave violazione del codice etico”, aggravata dal fatto che si trattava di un dipendente pubblico con un importante ruolo educativo.
La perdita della pensione
Il licenziamento ha comportato, di conseguenza, la perdita della pensione valutata circa 20 milioni di yen (121 mila euro). Una vicenda bizzarra, ma che può far nascere importanti spunti di riflessione sul concetto, spesso dimenticato, di “senso civico”.