LA GUERRA

Israele: «Scoperto enorme tunnel vicino al valico di Erez». I tre ostaggi uccisi per errore

Tutti gli aggiornamenti in tempo reale

Guerra Israele, chi sono i tre ostaggi uccisi per errore. «Sventolavano bandiera bianca». Morta Inbar, rapita durante il rave
Guerra Israele, chi sono i tre ostaggi uccisi per errore. «Sventolavano bandiera bianca». Morta Inbar, rapita durante il rave
Domenica 17 Dicembre 2023, 09:37 - Ultimo agg. 18 Dicembre, 12:49

Israele: irruzione nella casa vacanza di Sinwar

Truppe israeliane hanno fatto irruzione nel comando del battaglione 'Khan Yunis' e nelle case di vacanza di numerosi alti esponenti di Hamas tra cui quella del leader della fazione islamica Yahya Sinwar, di cui da tempo non si hanno notizie. Lo ha fatto sapere il portavoce militare aggiungendo che «in quelle case sono state trovate armi e tunnel». L'esercito ha quindi confermato che le truppe stanno combattendo Hamas nella area di Khan Yunis, nel nord della Striscia, considerata una roccaforte della fazione palestinese. I soldati - ha proseguito - hanno anche raggiunto la principale piazza di Bani Suheila, a poca distanza da Khan Yunis. Durante le operazioni - ha spiegato - i soldati «hanno ucciso molti terroristi» e sono stati scoperti gli imbocchi di circa 30 tunnel, oltre a materiale di intelligence.

Agente diplomatico francese morto a Gaza

Un agente diplomatico francese è morto dopo essere stato ferito in un bombardamento che ha colpito la casa dove si rifugiava a Rafah, a Gaza. Ne dà notizia il ministero degli Esteri di Parigi condannando «il bombardamento di un edificio residenziale che ha causato la morte di numerosi altri civili» e chiedendo che Israele faccia piena luce. L'uomo «aveva trovato rifugio in casa di un collega del Consolato di Francia, insieme ad altri due colleghi e numerosi familiari. La casa è stata colpita mercoledì sera da un bombardamento israeliano, che ha ferito gravemente il nostro agente e provocato una decina di vittime».

Londra e Berlino chiedono cessate il fuoco duraturo

Londra e Berlino chiedono un «cessate il fuoco duraturo» nella Striscia di Gaza.

La richiesta arriva dal ministro degli Esteri britannico, David Cameron, e dalla sua omologa tedesca Annalena Baerbock ritengono che ci sia «un bisogno urgente» di un «cessate il fuoco duraturo». «Dobbiamo fare tutto il possibile - si legge in una dichiarazione congiunta pubblicata sul Sunday Times - per aprire la strada a un cessate il fuoco duraturo, che porti a una pace duratura. Prima è, meglio è, la necessità è urgente. Troppi civili sono stati uccisi». Tuttavia, aggiungono, «non crediamo che invocare adesso un cessate il fuoco generale e immediato, nella speranza che diventi permanente, in un modo o nell'altro, sia la strada da seguire». Ciò equivarrebbe a «ignorare il motivo per cui Israele è costretto a difendersi: Hamas ha attaccato Israele in modo barbaro e continua a lanciare razzi ogni giorno per uccidere cittadini israeliani. Hamas deve deporre le armi».

Altri due soldati uccisi a Gaza

L'esercito israeliano ha annunciato la morte di altri due soldati uccisi in combattimento uno nel nord, l'altro nel sud di Gaza. Si tratta di Joseph Avner Doran (26 anni) e di Shalev Zaltsman (24 anni). Secondo le stime ufficiali il bilancio, dall'avvio dell'operazione di terra nella Striscia, è ora di 121 soldati uccisi in combattimento.

Guerra Israele - la diretta di oggi domenica 17 dicembre. 

di Mauro Evangelisti

«Aiuto, aiuto» urla in ebraico il giovane ostaggio che dopo settanta giorni di inferno, prigioniero di Hamas dentro Gaza, ha visto i soldati del suo Paese, che dovrebbero liberarlo, sparargli. Hanno colpito anche altri due ostaggi che erano con lui e avevano una bandiera bianca. Li hanno uccisi. Urla di nuovo: «Aiuto, aiuto», sempre in ebraico, dall'interno dell'edificio dove si è rifugiato. Il comandante del battaglione di militari dell'Idf (esercito israeliano), una decina, tutti giovanissimi, capisce che è stato commesso un errore, ordina: «Non sparate». L'ostaggio, rassicurato, esce, convinto che sarà portato in salvo. Invece, senza una ragione, parte un altro colpo. Un soldato spara. E anche il terzo giovane sequestrato da Hamas cade a terra senza vita. La ricostruzione dei vertici dell'Idf su quanto successo venerdì, in uno dei giorni più neri della storia dell'esercito ebraico, sta scuotendo il Paese.

 

COLPE

Netanyahu: «Ciò che è successo è insopportabile. Spezza il cuore». Ieri sera ha tenuto una conferenza stampa insieme ai ministri Gallant e Gantz. Non è arretrato di un millimetro: «Sono giorni dolorosi, impareremo la lezione, ma andremo avanti fino a quando non avremo eliminato Hamas e riportato a casa gli ostaggi». Contro di lui critiche per non avere annunciato in prima persona l'uccisione degli ostaggi, la sera precedente. Il capo di Stato maggiore israeliano, il generale Herzi Halevi, si è assunto la responsabilità di quanto successo. Le vittime sono Yotam Haim (28 anni, batterista heavy metal), rapito dal kibbutz Kfar Aza; Samar Fouad Talalka (22 anni, lavorava in un vivaio nel kibbutz Nir Am dove è stato sequestrato); Alon Shamriz (26 anni, studente di ingegneria informatica, preso a Kfar Aza). Israele ha annunciato un'altra morte: Inbar Haiman, 27 anni, rapita al festival Supernova il 7 ottobre e uccisa, a Gaza, da Hamas. Inbar era una studentessa di arte, qualche giorno dopo il rapimento era comparsa in un video con il viso insanguinato. Il ministero degli Esteri di Parigi informa anche di un «agente diplomatico francese», rimasto ucciso in un bombardamento che ha colpito la casa dove si era rifugiato a Rafah.
Ma torniamo alla morte dei tre ostaggi a cui per errore hanno sparato i soldati israeliani. Dice alla tv I24News un ex agente dello Shin Bet: «Le scelte sbagliate in battaglia, in un inferno come Gaza, di fronte a un nemico come Hamas, che è malvagio nell'ingannare le nostre truppe, possono esserci. Ma qui ci sono state evidenti violazioni delle regole d'ingaggio che avrebbero evitato queste morti». Poteva essere un giorno di festa per Israele: se il battaglione arrivato a poche centinaia di metri dai tre ostaggi - forse fuggiti, forse abbandonati dai rapitori - non avesse commesso quel doppio, tragico errore, parleremmo d'altro. Invece, quando il battaglione avanza tra le case semidistrutte a Gaza, sembra ignorare le due scritte tracciate sulle mura: una recita «Sos», l'altra «aiutate i tre ostaggi». Certo, poteva essere una trappola, come quella che in un'altra zona aveva architettato Hamas, con bambolotti e voci registrate, per fare credere ai militari che lì ci fossero dei bambini. Però i tre israeliani sono usciti tenendo in alto le mani, a torso nudo in modo da dimostrare che non avevano esplosivi o armi. Uno aveva un bastone con una bandiera bianca. I soldati però non hanno avuto i nervi saldi, uno ha urlato «sono terroristi». Hanno sparato. I primi due ostaggi sono morti, il terzo è rimasto ferito ed è scappato all'interno dell'edificio, ma l'epilogo di questa storia è stato, come detto, drammatico.

PRECEDENTI

Pierre Klochendler, inviato di I24news: «Tre giorni fa, 9 soldati dell'Idf sono stati uccisi in una sofisticata trappola tesa da Hamas.

Si sono imbattuti in attentatori suicidi disarmati. Per questo il dubbio è nella mente di tutti. E, di conseguenza, anche se non bisogna sparare a chi si arrende, a causa di quel dubbio i militari sparano». Non è il primo episodio che getta ombre sull'esercito: il 30 novembre a Gerusalemme due terroristi palestinesi spararono alla folla a una fermata del bus, uccisero tre persone e ne ferirono 16. Il bilancio poteva essere più pesante senza l'intervento di Yuval Castleman, 37 anni, un civile, un eroe perché affrontò i terroristi con una pistola. Un soldato dell'Idf lo scambiò per un membro di Hamas. E nonostante l'uomo avesse gettato l'arma e fosse steso a terra, il militare gli sparò e lo uccise. La famiglia di Castleman la definì «un'esecuzione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA