LA GUERRA

Hamas pubblica video dell'ostaggio Arye Zalmanovich di 86 anni. Raid israeliano a Jenin: due morti e sette feriti

Le ultime notizie sul conflitto in Medio Oriente

Gaza, raid israeliano a Khan Younis: dieci morti. Hamas: pronti a lunga guerra se il nemico la vuole
Gaza, raid israeliano a Khan Younis: dieci morti. Hamas: pronti a lunga guerra se il nemico la vuole
Venerdì 17 Novembre 2023, 01:10 - Ultimo agg. 19 Novembre, 08:10

Hamas chiede in trattative ostaggi stop voli droni su Gaza

Hamas ha chiesto a Israele di fermare i voli dei droni di sorveglianza su Gaza. La richiesta è stata avanzata nell'ambito delle trattative per la liberazione degli ostaggi. Lo riporta Cnn citando alcune fonti, secondo le quali Israele sarebbe contrario alla richiesta in quanto sospendere i controlli dei droni vorrebbe dire perdere le tracce degli uomini di Hamas.

Hamas ha pubblicato un video dell'ostaggio Arye Zalmanovich di 86 anni

Hamas ha pubblicato un video dell'ostaggio Arye Zalmanovich di 86 anni che è stato rapito nel kibbutz di Nir Oz lo scorso 7 ottobre. Lo ha riferito Haaretz secondo il video dell'uomo - che ha problemi medici e necessita di cure mediche - solleva preoccupazioni sulla sua vita.

Media: nuove bombe al fosforo di Israele in Libano

Israele è tornata oggi a fare uso di bombe incendiarie e al fosforo in diverse località del sud del Libano a ridosso della linea del fronte tra Hezbollah e Israele. Lo riferisce l'agenzia nazionale libanese Nna, secondo cui nelle ultime ore sono state colpite con gli ordini al fosforo bianco le località di Hula, Merkaba, Rabb Thalathin, Hunin e Adayse, nel settore orientale della linea di demarcazione tra i due paesi. La denuncia dell'uso di bombe al fosforo da parte di Israele è stata già ripetutamente sollevata dai media libanesi e da organizzazioni internazionali come Amnesty International.

Iran agli Usa: non vogliamo allargamento del conflitto

L'Iran ha detto agli Stati Uniti di non volere un ampliamento della guerra fra Israele e Hamas, mettendo però in guardia che un conflitto regionale potrebbe essere inevitabile se gli attacchi di Israele a Gaza continuano. «In risposta agli Stati Uniti abbiamo detto che l'Iran non vuole che la guerra si allarghi ma, visto l'approccio adottato dagli Usa e da Israele nell'area, se i crimini contro la popolazione di Gaza e della Cisgiordania non si fermano, allora ogni possibilità potrebbe essere considerata, e un conflitto più ampio potrebbe rivelarsi inevitabile», ha detto il ministro degli Esteri iraniano al Financial Times.

Sirene allarme nel Sud e nel Nord di Israele

Sirene di allarme stanno risuonando sia nel sud di Israele (per nutriti lanci di razzi palestinesi da Gaza verso la città di Ashkelon) sia nel nord, per nuovi attacchi dal Libano meridionale. In particolare si segnalano attacchi verso le località israeliane di Malkiya, Arab el-Aramshe e Adamit, tutte immediatamente a sud del confine con il Libano. Lo riferiscono i media. La popolazione è stata chiamata a raggiungere i rifugi.

Base Usa in Siria sotto attacco milizie filo-iran

Combattenti filo-iraniani presenti in Siria hanno annunciato poco fa di aver preso di mira la base militare statunitense di Tell Baydar, nella Siria nord-orientale. Lo si apprende da un comunicato diffuso sugli account social della Resistenza islamica in Iraq, sigla che raccoglie una serie di gruppi armati operativi in Siria e in Iraq e sostenuti da Teheran.

A Gaza ucciso Ahmed Bahar, ex presidente parlamento Hamas

Secondo report palestinesi - ripresi da Haaretz - nei combattimenti a Gaza è stato ucciso da Israele Ahmed Bahar, membro di rilievo dell'ala politica di Hamas. Bahar - è stato ricordato - era il presidente del parlamento di Hamas quando nel 2006 la fazione islamica prese il controllo della Striscia.

Israle colpisce Libano «dopo lancio antitank»

L'esercito israeliano, dopo un lancio di missile antitank dal Libano, sta colpendo obiettivi di Hezbollah oltreconfine. Lo ha detto il portavoce militare spiegando che sono stati colpiti «infrastrutture terroristiche, deposito di armi e varie strutture militari». Colpita anche l'area dalla quale è stato lanciato il missile antitank.

Bombardamenti israeliani nel Sud del Libano

Ripetuti bombardamenti israeliani nel sud del Libano si sono registrati stamani a ridosso della linea del fronte tra Hezbollah e Israele, dalla zone costiera mediterranea fino ai confini con la Siria. Secondo i media libanesi, le aree colpite sono Naqura, Ramia, Beit Lif, Jebbin, Dhahira, Ayta Shaab, Yarin, Mays Jabal, Blida, Khiam, Burj Muluk, Kfar Shuba, Kfar Hammam.

Ucciso a Gaza Khaled Abu Halal, ex membro di Fatah

Rapporti dalla Striscia di Gaza hanno annunciato che l'esercito israeliano ha ucciso Khaled Abu Halal, un ex membro di rango delle Brigate Martiri al Aqsa, ala militare di Fatah (il partito di Abu Mazen), divenuto un affiliato di Hamas.

Lo ha riferito Haaretz secondo cui Abu Halal è stato ucciso in un attacco aereo nel quartiere di Sheikh Radwan di Gaza City.

Israele: presa roccaforte jihad islamica a nord Striscia

I soldati israeliani hanno continuato ad operare nella Striscia durante la notte. Lo ha detto il portavoce militare, secondo cui aerei israeliani hanno colpito «numerosi obiettivi» nell'enclave palestinese. I soldati - ha continuato - hanno preso il controllo di una roccaforte del comandante della Jihad islamica nel nord della Striscia. «La roccaforte conteneva gli uffici di capi terroristi dell'organizzazione e una sito per la produzione di armi». Inoltre, i soldati hanno operato all'interno di una scuola - dove erano nascoste molte armi - in «cui si erano celati terroristi di Hamas» e molti sono stati uccisi.

Onu: oggi nessuna operazione umanitaria a valico Rafah

Oggi «non ci sarà un'operazione di aiuto transfrontaliero al valico di Rafah» tra la Striscia di Gaza e l'Egitto: lo ha annunciato ieri sera l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa). «La rete di comunicazioni a Gaza è interrotta perché non c'è carburante. Ciò rende impossibile gestire o coordinare i convogli di aiuti umanitari», si legge nel messaggio pubblicato su X.

Corpo soldatessa era vicino ospedale Shifa

Il corpo della soldatessa Noa Marciano, rapita da Hamas nella base di Nahal Oz il 7 ottobre scorso, è stato trovato in una struttura adiacente l'ospedale Shifa a Gaza City. Lo ha fatto sapere il portavoce militare. Di Marciano (19 anni), Hamas lunedì scorso aveva diffuso un video - ripreso 4 giorni dopo il suo rapimento - un cui diceva chi era e di di chi era figlia. Il video, ad un certo punto, si interrompeva e compariva il suo cadavere. Ieri era stato recuperato, sempre vicino all'ospedale Shifa, il corpo di un'altra donna ostaggio rapita da Hamas.

Israele: recuperato corpo soldatessa rapita da Hamas

L'esercito israeliano ha annunciato stamattina di aver recuperato il corpo di Noa Marciano, la soldatessa di 19 anni presa in ostaggio da Hamas.

Raid in Cisgiordania, bilancio sale a 3 morti

Fonti palestinesi affermano che è salito a tre morti e sette feriti il bilancio dell'operazione militare israeliana di oggi a Jenin, in Cisgiordania. Due delle persone uccise appartenevano ai Jenin Bridges, una milizia locale.

Raid Israele in Cisgiordania: almeno due morti

Fonti palestinesi nella città di Jenin, in Cisgiordania, affermano che due persone sono state uccise e sette ferite durante un'operazione militare israeliana nelle prime ore di oggi. Lo riportano i media locali. Secondo il rapporto, alcune persone sono rimaste ferite in un attacco aereo e altre da colpi di arma da fuoco. Due dei feriti sarebbero in gravi condizioni. I rapporti affermano inoltre che le Forze di difesa israeliane (Idf) ha circondato l'ospedale Ibn Sina della città.

Blinken a Israele: misure urgenti contro violenze coloni

Il capo della diplomazia americana Antony Blinken ha chiesto a Israele di adottare misure «urgenti» per porre fine alla violenza dei coloni contro i palestinesi in Cisgiordania. Blinken, che si trova a San Francisco per un vertice Asia-Pacifico, ha lanciato l'appello in una conversazione telefonica con Benny Gantz, un leader dell'opposizione israeliana che si è unito al gabinetto di guerra del primo ministro Benjamin Netanyahu

Gaza, raid aereo su han Younis: dieci morti

In un attacco aereo condotto dalle forze israeliane questa sera a est di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, sono morte 10 persone, tra cui bambini. Lo riferisce Al Jazeera citando testimoni, resoconti dei media palestinesi e un giornalista di Al Jazeera, secondo cui l'attacco ha colpito una casa di famiglia ad al-Qarara. Un video visualizzato da Al Jazeera mostra alcuni dei morti, tra cui una ragazzina e un neonato, nell'ospedale pediatrico di al-Nasr. L'attacco è avvenuto il giorno dopo che l'esercito israeliano ha lanciato volantini su al-Qarara e dintorni avvertendo i residenti di evacuare verso «rifugi conosciuti».

L’annuncio della «nuova fase» della guerra arriva nel Sud della Striscia con un volantino, mentre telefonia e Internet drammaticamente collassano in tutta Gaza per via dei bombardamenti e della mancanza di carburante. E si estende a quattro città, nella porzione di Gaza in cui sono ammassati, alla disperata ricerca di un tetto, centinaia di migliaia di sfollati dal Nord. «Per la vostra sicurezza, dovete evacuare immediatamente e dirigervi verso i rifugi che conoscete», dice il ciclostilato. «Chiunque rimanga vicino ai terroristi o alle loro strutture, mette la propria vita in pericolo. Ogni casa usata dai terroristi verrà bombardata». Parole rafforzate da quelle del ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, che in visita al centro di comando della 36a divisione avverte che l’Idf, l’esercito con la Stella di David, passerà alla «fase successiva» e l’operazione di terra «continua e viene condotta in modo preciso, selettivo, ma molto, molto determinato». 

L’INCURSIONE

È lo stesso Gallant che aveva incoraggiato i soldati della Brigata Golani a entrare a Gaza «tenendo bene in mente le immagini dei massacri del 7 ottobre».

La graduale demolizione delle difese di Hamas e della Jihad islamica prosegue con due bombardamenti di profondità dei tunnel in cui sarebbero stati uccisi comandanti di Hamas tra i quali Ahmed Ghandour, capo della brigata nord, e Ayman Siam, responsabile del sistema di lancio dei razzi. E poi con la presa del porto di Gaza in un’azione della Brigata corazzata 188 e dell’unità navale Shayetet 13, dopo aver eliminato 10 miliziani palestinesi (50 i soldati israeliani uccisi finora). L’esercito fa saltare 10 condotte che conducevano ai tunnel della “metropolitana” di Gaza, usati dai terroristi sommozzatori per raggiungere le coste israeliane, e di nuovo colpisce una casa del leader di Hamas, Hanyeh. Che da Doha, in Qatar, ammonisce: «Il nemico non ha centrato nessun obiettivo, se vuole una battaglia lunga la avrà. Siamo pronti». 

LA FUGA

Le città da cui i palestinesi devono andarsene sono Bani Shuhaila, Khuza’z, Abassan e al-Qarara, ma nessuno sa dire dove possano andare gli sfollati se il Sud diventa campo di battaglia. Il blackout delle telecomunicazioni isola la Striscia e rende impossibili le azioni umanitarie. Secondo Hamas le ambulanze sarebbero solo 5 su 23, le altre distrutte o non utilizzabili. E continua la conta dei morti palestinesi, oltre 11mila (non verificati). Il capo dell’Onu per i diritti umani, Volker Turk, vuole un’indagine internazionale sui crimini. Non sul 7 ottobre, ma sulla guerra che si sta svolgendo oggi. «Accuse estremamente gravi di violazioni multiple e profonde del diritto internazionale umanitario, chiunque le abbia commesse, richiedono una inchiesta rigorosa e piena responsabilità». Lo stesso fa, rivolgendosi alla Corte penale internazionale, il governo sudafricano. Le agenzie umanitarie si compattano contro le “safe areas”, zone di sicurezza per i civili, volute da una sola parte, da Tel Aviv. 

GLI AVVISI

Per fugare i sospetti di crimini di guerra e contro l’umanità, gli israeliani stanno combattendo con un occhio ai trattati e segnalano come gli attacchi siano preceduti da avvisi alla popolazione e i terroristi si facciano scudo dei civili. Hamas non avrebbe avuto vergogna a nascondere razzi sotto il letto di una bambina palestinese di Beit Hanun, Nord della Striscia. Sulla porta della stanza la scritta “baby girl”. Lo rivela un portavoce Idf, che riferisce anche di un’intercettazione in cui membri della Jihad islamica raccontano di avere spostato armi nel passeggino di un bambino. Israele esita di fronte alle proposte di scambio dei prigionieri (50 donne e bambini ebrei in cambio di donne e minori palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, e poi qualche giorno di tregua). Se n’è parlato ieri nel gabinetto di guerra di Netanyahu. Un cessate il fuoco, a detta degli esperti, frenerebbe lo slancio dell’esercito israeliano e consentirebbe ai guerriglieri di Hamas di ricaricare i sistemi d’arma, mettersi al riparo, spostare gli ostaggi già individuati dall’intelligence israeliana e americana. 

ALTA TENSIONE

Nel frattempo, Hamas porta avanti la sua politica incendiaria di allargamento del conflitto alla Cisgiordania, dove ieri in uno scontro a fuoco a un check point sulla strada che da Gerusalemme porta agli insediamenti dei coloni, da una Skoda bianca sono usciti tre terroristi, due poi individuati come elementi ben noti allo Shin Bet, il servizio segreto israeliano, uno figlio di un capo di Hamas “martire”, e hanno sparato “in tutte le direzioni” ai soldati israeliani. Uno ucciso, sei i feriti. Il capo della polizia israeliana della West Bank ha poi detto che la sparatoria ha impedito ai tre (tutti morti) di compiere attentati in Israele: nell’auto è stato trovato un piccolo arsenale. Duro il commento del ministro della Sicurezza nazionale israeliano e leader di estrema destra al governo, Itamar Ben-Gvir: «Dovremmo fare in Cisgiordania lo stesso che stiamo facendo a Gaza». Netanyahu, il premier contestato ieri da una marcia di parenti degli ostaggi che tengono alta la pressione sull’esecutivo perché consideri la liberazione un’assoluta priorità, sostiene che «non c’è posto a Gaza che non possiamo raggiungere e non c’è rifugio per gli assassini di Hamas». Il presidente di Israele, Isaac Herzog, al Financial Times ribadisce che la sicurezza a Gaza non potrà che essere garantita dalla presenza militare israeliana. Fervono infine i negoziati su guerra e ostaggi. Il turco Erdogan vola a Berlino, e il francese Macron difende il suo appello a Israele a cessare il fuoco. «Niente giustifica il bombardamento di civili e la morte di bambini». In linea l’Alto rappresentante Ue, Borrell. «Israele non si faccia accecare dalla rabbia, un orrore non ne giustifica un altro». Ma l’Europa è divisa.
 

di Marco Ventura

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