Israele, l'esercito pronto ad entrare a Gaza: la campagna durerà almeno un mese. «Obiettivi civili legittimi»

Il ministro della Difesa: «Ho tolto ogni restrizione, combatteremo degli animali»

L'esercito israeliano pronto ad entrare a Gaza, la campagna durerà almeno un mese. «Obiettivi civili legittimi»
L'esercito israeliano pronto ad entrare a Gaza, la campagna durerà almeno un mese. «Obiettivi civili legittimi»
di Vittorio Sabadin
Giovedì 12 Ottobre 2023, 00:01 - Ultimo agg. 15:49
4 Minuti di Lettura

L’ultima centrale elettrica nella Striscia di Gaza ha smesso di funzionare ieri per mancanza di combustibile. Mancano anche l’acqua e il cibo, la frontiera con l’Egitto è chiusa, l’esercito di Israele controlla i confini e le sue navi pattugliano il mare. I terroristi di Hamas si mescolano al milione di civili ammassati nel piccolo territorio e attendono l’arrivo dei soldati di Gerusalemme. I militari avranno mano libera, ha annunciato il ministro della Difesa Yoav Galant. 

La vendetta sarà terribile, dopo il brutale assassinio di 1200 civili israeliani avvenuto sabato scorso, e non ci saranno restrizioni o regole di ingaggio nel combattimento. Il ministro Galant, che si era dimesso dal sesto governo Netanyahu in dissenso con la discussa riforma della giustizia, è rimasto in carica nell’emergenza e guiderà adesso la controffensiva. È stato comandante della divisione di Gaza e conosce il territorio. «Ho revocato tutte le restrizioni – ha detto incontrando i soldati al confine con la Striscia -.

Abbiamo riconquistato il controllo dell’area e stiamo per muoverci per un attacco completo. Avete visto che cosa stiamo combattendo: sono animali umani. Hamas voleva un cambiamento a Gaza: lo avrà, ma sarà diverso di 180 gradi rispetto a quello che loro pensavano. Gaza non sarà mai più quella che era prima». 

Inbar Lieberman, l’eroina di Israele (responsabile della sicurezza): a 25 anni uccide i terroristi e salva il villaggio dall’assalto

Galant ha ricordato ai militari le atrocità commesse dai terroristi islamici sabato scorso: «Chiunque venga a decapitare, a uccidere donne e sopravvissuti all’Olocausto sarà eliminato senza compromessi. Non può essere che bambini israeliani vengano assassinati nelle campagne e Hamas continui ad esistere. Per questo ho eliminato tutte le restrizioni: chiunque combatta contro di noi sarà ucciso con ogni mezzo necessario. Anche gli edifici civili sono obiettivi legittimi». 

LA DEVASTAZIONE

I primi effetti di queste disposizioni già si vedono. Abitanti di Gaza hanno riferito all’agenzia spagnola Efe che gli attacchi aerei che da quattro giorni devastano la Striscia sono diversi rispetto ai conflitti precedenti: sono molto più distruttivi e vengono effettuati senza il preavviso che era stato sempre usuale nelle operazioni israeliane. Fonti egiziane citate dal Times of Israel hanno detto che il Cairo è stato informato che la campagna di terra durerà almeno un mese e che ogni tentativo di mediazione è per ora escluso: prima del cessate il fuoco Netanyahu vuole infliggere un colpo mortale all’organizzazione terroristica. 

 

Gli esperti militari si domandano come avverrà l’invasione della Striscia, uno dei luoghi più pericolosi nei quali un soldato possa mettere piede. Dopo i bombardamenti che stanno distruggendo gli edifici che si sospetta possano nascondere terroristi, abitati anche da civili, comincerà l’invasione di terra. La tattica sarà come sempre è avvenuto in passato quella di muoversi velocemente e controllare più territorio possibile, evitando di combattere casa per casa e strada per strada, in modo da non permettere all’avversario di sfruttare meglio il terreno. Il nemico non sarà solo Hamas: nelle incursioni precedenti, come quella del 2008, a sparare contro gli israeliani da ogni angolo erano anche terroristi della Jihad e miliziani del Fronte popolare e del Fronte democratico per la liberazione della Palestina. Giovani eccitati mai usciti dalla Striscia, che volevano approfittare dell’opportunità di uccidere i soldati israeliani venuti a casa loro. 

Nella West Bank, territorio palestinese governato dal più moderato Abu Mazen, sono morte 20 persone in scontri tra arabi e ebrei causati da liti occasionali. Fino a qualche giorno prima le strade erano piene come sempre di auto con la targa gialla di Gerusalemme che andavano a fare benzina nei Territori, dove costa meno. Tutto era tranquillo, la convivenza era difficile, ma funzionava. 

ATTACCO DI MASSA

Israele ha richiamato 300.000 riservisti che stanno arrivando, anche dall’estero, sul campo di battaglia. Sono stati distribuiti 10 mila fucili da combattimento ai civili che ancora vivono lungo il confine. È arrivato il primo cargo di armi dagli Stati Uniti e la portaerei Gerald R. Ford incrocia nel Mediterraneo come deterrente per la Siria, l’Iran e gli altri paesi che volessero approfittare della situazione per combinare guai. La volontà di colpire Hamas «senza restrizioni» e senza aprire una finestra di dialogo determinerà un bagno di sangue di cui saranno vittime la popolazione di Gaza (il 30% degli abitanti ha meno di 14 anni) e gli ostaggi in mano ai terroristi, che sarà quasi impossibile salvare. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA