Israele, orrore al rave. Gili si è finta morta per sfuggire al massacro di Hamas: ​«Non ho pianto per non fare rumore». Salvata dai soldati

La ragazza sopravvissuta: "Pensavo: ok, sto per morire. Non piangevo per non far rumore". Morti 250 partecipanti

I partecipanti al rave mentre fuggono
I partecipanti al rave mentre fuggono
Domenica 8 Ottobre 2023, 18:38 - Ultimo agg. 10 Ottobre, 15:54
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Si è nascosta dietro un albero, rimanendo acquattata per terra per tre ore, mentre i proiettili dei terroristi le sibilavano intorno. Solo così si è salvata Gili Yoskovich, una ragazza israeliana che come centinaia di suoi coetanei si trovava a un rave party, per celebrare la fine della festa religiosa di Sukkot, nel deserto vicino al Kibbutz Re'im, a ridosso del confine con la Striscia di Gaza. A un certo punto, all'alba di ieri, i miliziani di Hamas hanno iniziato a sparare contro i partecipanti del festival di musica elettronica, uccidendone ben 250. «Erano dappertutto, con armi automatiche. Erano in piedi accanto alle auto e cominciavano a sparare e mi sono accorta che era facilissimo restare uccisi, perché tutti stavano scappando in tutte le direzioni - ha raccontato Gili - I terroristi arrivavano da cinque direzioni e quindi non sapevamo se scappare per di qui o per di là, quindi siamo saliti in macchina e abbiamo guidato per un po'. Qualcuno sparava verso di me, quindi sono scesa e mi sono messa a correre. Ho visto un terreno con degli alberi di pomelo e sono andata lì».

 

«Non piangevo per non fare rumore»

La ragazza è rimasta nascosta dietro un albero finché non ha sentito delle persone parlare in ebraico ed è stata salvata dai soldati israeliani. «Ho visto gente morire ovunque. Ero molto tranquilla. Non ho pianto, non ho fatto nulla - ha riferito alla BBC - Stavo respirando e pensavo: 'Ok, sto per morire.

Va tutto bene, respira e basta, chiudi gli occhi'. Quindi stavo in mezzo a un frutteto ed ero sdraiata a terra», sotto l'albero. «Erano tutti intorno - ha continuato a raccontare la sopravvissuta - Andavano di albero in albero, sparando, dappertutto, da due lati. Ho visto persone venire uccise tutt'intorno, anche molto vicino. Ma ero silenziosissima. Poi ho sentito che i terroristi aprivano un furgoncino e tiravano fuori altre armi. Sono stati lì per tre ore. Ero sicura che sarebbe arrivato l'esercito, sentivo degli elicotteri. Ero sicura che i soldati si sarebbero calati dagli elicotteri con le corde sul quel terreno. Ma lì non c'era nessuno. C'erano solo i terroristi. Sentivo parlare arabo».

 

 

 

Salvata dai soldati

I combattenti di Hamas sono riusciti a infiltrarsi nello Stato di Israele attraversando con il parapendio la frontiera, normalmente super sorvegliata. Sono arrivati al rave e hanno iniziato a rapire chiunque si trovasse sulla loro strada e a sparare contro chi scappava. Gili ha ripercorso quegli attimi di terrore: «La cosa più assurda è che sono rimasta così, sdraiata per terra, per così tanto tempo e che non c'era nessuno. Niente soldati, niente polizia, nes-su-no! Pensavo ai miei bambini, al mio amico e a tutto, e mi dicevo che non era il momento giusto per morire. Non ancora. Poi... ho iniziato a sentire qualcuno che parlava in ebraico. Si parlava ebraico da un lato e in arabo da altri tre... ho capito che c'erano dei soldati». Quando ha potuto, Yaskovich è uscita dal suo nascondiglio con le mani alzate, andando in direzione dei soldati, che l'hanno caricata su un'auto e portata in salvo. L'effetto sorpresa del raid è riuscito in pieno. In alcuni video pubblicati su TikTok dai sopravvissuti si vedono in lontananza nel cielo dei punti grigi. Uno dei partecipanti al festival zoommando su quei puntini si accorge che non sono uccelli, ma militanti palestinesi che scendono in picchiata con i parapendii.

Lo scenario

«L'attacco infame e vigliacco di Hamas a Israele non è un atto di terrorismo, ma una dichiarazione di guerra dagli effetti inimmaginabili che potrebbe allargare lo scontro a tutta l'area mediorientale - spiega Alexandro Maria Tirelli - presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale - La reazione di Tel Aviv è stata immediata e determinata e continuerà ancora a lungo ma questo non esclude, anzi rafforza il rischio che la comunità arabo-islamica internazionale possa scendere in campo a sostegno di Hamas e delle frange più estremiste della politica palestinese. Creando una inedita saldatura tra sunniti e sciiti. Una miscela esplosiva che porterebbe all'accerchiamento di Israele e a scenari bellici assolutamente sconvolgenti perché, a quel punto, tutto l'Occidente sarebbe chiamato a offrire soccorso a Tel Aviv».
«Nella complessità di questo contesto è fondamentale che la comunità internazionale riesca a intervenire in maniera efficace per impedire l'allargamento del conflitto israeliano e soprattutto per scongiurare che la Russia, in funzione anti Kiev, decida di sposare per pura convenienza politica il terrorismo palestinese allargando così la sua area di influenza in una regione di straordinaria rilevanza geopolitica e proiettando la sua ombra anche sul Nord Africa. Eventualità, questa, che - spiega Tirelli - risulterebbe disastrosa soprattutto per l'Italia, già alle prese con l'instabilità del Sahel e con i flussi migratori che ancora proseguono ininterrotti. Se Putin non condannerà fermamente l'attacco proditorio di Hamas, sposandone anzi le ragioni, il nostro futuro sarà buio e incerto. Quel che è sicuro, invece, è che la comunità ebraica in Italia e in Occidente dev'essere protetta come mai prima d'ora. Il pericolo di atti emulativi da parte di lupi solitari o addirittura l'organizzazione di un movimento politico arabo-islamico in funzione anti Israele potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza in Europa e nel resto del mondo, oltre a incendiare ulteriormente il clima».

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