Kiev, i tank russi tra i palazzi. La sfida del sindaco Klitschko: «Lotta fino alla morte, non saremo vostri schiavi»

Kiev, i tank russi tra i palazzi. La sfida del sindaco Klitschko: «Lotto fino alla morte, non saremo vostri schiavi»
Kiev, i tank russi tra i palazzi. La sfida del sindaco Klitschko: «Lotto fino alla morte, non saremo vostri schiavi»
di Valentina Errante
Martedì 8 Marzo 2022, 00:02 - Ultimo agg. 4 Aprile, 14:10
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Le sirene antiaereo, a Kiev, tornano a suonare alle 19. Al mattino, le bombe avevano colpito il liceo Derhachi. I russi avanzano verso la Capitale che attende ed è certa di un attacco aereo. L’Ucraina prepara i razzi e in serata annuncia di avere abbattuto un velivolo russo. Ma il 70 per cento del territorio di Irpin, a 27 chilometri dalla Capitale, è già sotto il controllo dell’esercito di Putin e i carri armati avanzano. I tank russi sono entrati in periferia, fermi accanto ai palazzi, ma la città è pronta a resistere, armata. Il sindaco è deciso e lancia la sfida: «Sono un ex soldato, ho promesso che se il mio Paese avesse avuto bisogno di me avrei dato la mia vita. E lo farò», dice alla Tv francese. «L’unica cosa che posso dire è che non andremo da nessuna parte. In ogni casa, ogni strada, ogni posto di blocco, combatteremo fino alla morte, se necessario», annuncia Vitali Klitschko dal suo canale Telegram. A pochi chilometri dalla Capitale, un altro sindaco, Yuri Illich Prylypko, a Gostomel, sede dell’aeroporto strategico Antonov, mentre distribuiva cibo e medicinali, è stato raggiunto dai proiettili: «È morto per il proprio popolo, per Gostomel. È morto un eroe», lo ricorda il Comune nella sua pagina Facebook. E ieri è arrivata la conferma che uno dei volti più noti del mondo dello spettacolo ucraino, è stato ucciso. Pasha Lee, 33 anni, fino al 24 febbraio regolarmente sugli schermi dell’emittente tv Don Channel, era una celebrità locale, un giovane palestrato e sorridente, si era arruolato nelle forze armate sin dal primo giorno di scontri. “Ce la faremo”, aveva scritto in uno dei suoi ultimi scatti sui social, sguardo fiero e emoji della bandiera blu-gialla. Ma non è andata così. 

La resistenza

Un milione e mezzo di persone, quasi tutti donne e bambini, dei tre milioni e mezzo di abitanti, sono state sfollate, il primo cittadino ringrazia i paesi occidentali per gli aiuti, ma annuncia: «Dottori, attori, musicisti hanno preso le armi, la città non è fatta solo di palazzi, ma soprattutto della gente che la abita.

Non ci ridurranno schiavi». Il sindaco-pugile, ex campione dei pesi massimi, sa cosa l’aspetta: «Ogni mattina mi sveglio - dice - e vorrei accorgermi che è stato solo un incubo, mai avrei immaginato che una cosa così assurda potesse accadere. Putin non si fermerà, sono un ex soldato, questa è casa mia e combatterò con i miei concittadini». 

L’offensiva

Intanto l’offensiva russa procede da ovest verso Kiev, sempre più massiccia. In un centro di raccolta alle porte della Capitale in 4000 attendono di lasciare l’area. In diverse aree sarebbero in corso combattimenti. Secondo fonti francesi, la prima linea russa a Kiev si trova a circa 20 chilometri dal centro, con pochi progressi negli ultimi giorni, ma i tank hanno iniziato a posizionarsi in un’area densamente popolata nell’ovest. Un video geolocalizzato dalla Cnn ha mostrato cinque mezzi blindati e i loro equipaggi a pochi metri da alti condomini nel distretto settentrionale di Irpin, che è stato bersagliato per tutto il fine settimana, con almeno otto civili uccisi. Un’altra strage si è consumata a Makariv, dove le autorità locali hanno denunciato un raid su un panificio industriale, che ha ucciso almeno 13 persone. Ma si temono altri morti, perché nel laboratorio lavorano una trentina di persone. «Con estrema rabbia denuncia ancora il sindaco di Kiev - il nemico distrugge Bucha, Hostomel, Vorzel e Irpin. E uccide deliberatamente i civili. Kiev resisterà! Si difenderà! Restiamo uniti! Gloria all’Ucraina!», conclude. Intanto, però, diversi incendi si sarebbero sviluppati nei quattro distretti della capitale ucraina, mentre i civili continuano a fuggire dai combattimenti. Tra le vittime ci sarebbero anche bambini, e negli attacchi a Bucha, Hostomel, Vorsel, Irpin, accusa il sindaco, i civili sarebbero stati deliberatamente colpiti.

I cieli

Sugli altri fronti le analisi che arrivano dai governi occidentali rilevano un sostanziale stallo nell’avanzata russa. Per questo motivo, si sottolinea, è stato alzato il livello degli attacchi aerei e di artiglieria. Al sud, ad esempio, dopo una notte di bombardamenti grandi nuvole di fumo sono state segnalate nei quartieri residenziali di Mykolayv. I russi provano ad occupare la città da giorni per avvicinarsi al loro obiettivo più importante sul Mar Nero, Odessa. È lì che al mattino le forze armate ucraine hanno colpito una nave nemica. Per creare una linea territoriale dalla Crimea alla Moldavia. L’assalto al principale porto del Paese, secondo gli Stati Uniti, non è imminente, ma le forze locali sono già in allerta. Sono centomila gli orfani da sfollare. Nel Donbass continua a resistere Mariupol, ma ormai è una città martire. Prigioniera dei raid che colpiscono senza sosta dall’inizio dell’invasione. Con 200mila civili ancora in attesa di una sempre più improbabile evacuazione. Anche Kharkiv, nel nordest, non si arrende. E nonostante intensi bombardamenti aerei da giorni, che non hanno risparmiato grandi aree residenziali, una controffensiva ucraina ha danneggiato le unità russe in prima linea. Ma la situazione per la seconda città del Paese resta critica, perché ci sono indicazioni che l’Armata possa contare sul supporto di 15mila unità separatiste provenienti da Lugansk e Donetsk. Finora il conflitto, secondo l’Onu, ha provocato la morte di almeno 406 civili, e oltre 800 feriti. Per Kiev i russi hanno colpito 202 scuole e 34 ospedali e 1.500 case dall’inizio dell’invasione.

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