Juana consegna i figli contesi
al padre italiano per evitare il carcere

Juana Rivas ha consegnato oggi i figli contesi al padre italiano
Juana Rivas ha consegnato oggi i figli contesi al padre italiano
di Paola Del Vecchio
Lunedì 28 Agosto 2017, 16:18 - Ultimo agg. 29 Agosto, 00:01
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Madrid. Aveva tempo fino alle cinque di oggi pomeriggio per consegnare i figli contesi, di 3 e 11 anni, al padre, Francesco Arcuri. Ma Juana Rivas, la madre di Maracena, a Granada, non ha aspettato la scadenza giudiziaria e li ha portati poco dopo mezzogiorno in una caserma della guardia civile, perché siano restituiti al genitore. Nell’ultimatum contenuto nell’ordinanza emessa venerdì scorso dal giudice istruttore Maria Angeles Jimenez, che la obbligava a restituire i minori al padre, in esecuzione di sentenze di vari tribunali italiani e spagnoli, il magistrato le ricordava che, in caso di disobbedienza, sarebbe andata in carcere, per “la gravità dei fatti indagati”.

La madre di Maracena, che era sparita con i bambini dalla circolazione per quasi un mese, è imputata del reato di sottrazione di minori. Un’accusa che il magistrato ha esteso, come “cooperatori necessari” anche ai familiari della donna e a due delle sue consulenti legali: la responsabile giuridica del Centro municipale della Donna di Macarena, Francisca Granados, e alla psicologa del centro, Teresa Sanz.

Il padre, originario di Genova, potrà ora riportare i bambini a Carloforte, in Sardegna, dove vivevano con i genitori, prima che la madre li portasse via senza l’autorizzazione paterna nel maggio del 2016. Successivamente Juana Rivas aveva presentato una denuncia per maltrattamenti nei confronti del padre, già condannato nel 2009 per lesioni in ambito familiare. E, per giustificare il proprio rifiuto a eseguire una sentenza civile che, nel dicembre scorso, la obbligava a restituire i minori al padre, aveva lanciato a luglio una campagna sui media, accusando l’ex compagno di presunta violenza di genere. Da parte sua, Francesco Arcuri, al quale da un anno e mezzo è stato impedito di vedere i figli e di avere con loro anche solo contatti telefonici, respinge categoricamente le accuse. Nega di aver mai picchiato l’ex compagna o i figli e sostiene di aver patteggiato nel 2009 una condanna a tre mesi di carcere, dopo essere stato aggredito dalla donna, solo per poter vedere il  primogenito, all’epoca figlio unico prima della nascita del fratellino.

Nella sentenza civile del 3 luglio del 2016 della prima sezione civile del tribunale di Cagliari - quasi un mese prima che Juana Rivas abbandonasse Carloforte con i due bambini, all’insaputa del padre - il magistrato Gracia Maria Bagelli ha disposto che i minori siano vigilati dai servizi sociali, una volta ritornati nella casa paterna. Una vigilanza che tiene conto della precedente condanna di Arcuri per maltrattamenti. Psicologi e assistenti sociali di Carloforte dovranno “verificare le condizioni familiari e di vita di Francesco Arcuri” e vigilare sulle condizioni di vita die minori, per poi redigere un rapporto sul quale, a metà ottobre, il tribunale civile dovrà decidere a chi corrisponde la custodia dei bambini, assegnata provvisoriamente ad Arcuri.
 
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