Omicidio Suleimani, l'Onu condanna gli Usa: «Atto illegale e contrario alla Carta delle Nazioni Unite»

Omicidio Suleimani, l'Onu condanna gli Usa: «Atto illegale e contrario alla Carta delle Nazioni Unite»
di Erminia Voccia
Giovedì 9 Luglio 2020, 18:09 - Ultimo agg. 19:41
3 Minuti di Lettura

«Un rapporto disonesto, noioso, che favorisce i terroristi. Gli Stati Uniti hanno fatto bene a lasciare il Consiglio dei Diritti Umani nel 2018». Così la portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Morgan Ortagus, ha commentato l’indagine delle Nazioni Unite sull’attacco statunitense che a inizio gennaio 2020 ha ucciso in Iraq il potente generale iraniano Qassem Suleimani. Gli Stati Uniti hanno strigliato l'Onu dopo che il rapporto sul raid statunitense ha definito l'omicidio del generale iraniano un atto «illegale e contrario alla Carta delle Nazioni Unite».
 
Agnes Callamard, special rapporteur delle Nazioni Unite per le uccisioni extragiudiziali, considera l'operazione statunitense che ha ucciso Suleimani un omicidio arbitrario. Secondo Callamard, gli Stati Uniti non hanno fornito prove abbastanza valide di un attacco imminente da parte dell'Iran contro interessi americani tale da giustificare il raid, in particolare in Iraq, contro il convoglio di Suleimani. Per tale ragione, la giustificazione di autodifesa fornita dagli Stati Uniti non può essere valida.

LEGGI ANCHE L'Iran al voto tra rabbia e astensione
 
Era stato il Presidente statunitense Donald Trump a ordinare l’attacco aereo in cui è rimasto ucciso in Iraq il potente generale Qassem Suleimani, capo dell’unità speciale Forza Quds e protagonista della sempre maggiore influenza militare dell’Iran in Medio Oriente. Suleimani era l'architetto delle guerre che Teheran combatte nella regione ed era accusato di aver fornito finanziamento, armi, supporto logistico e di intelligence ai governi allineati all'Iran e ai gruppi armati come Hezbollah, Hamas e Jihad Islamica. Nell’attacco Usa, condotto nella notte tra il 2  e il 3 gennaio scorso tramite droni all’aeroporto internazionale di Baghdad, erano rimaste uccise anche altre persone, tra cui Abu Mahdi Al Muhandis, capo delle milizie Kataib Hezbollah sostenute da Teheran, e Mohammed Ridha Jabri, capo delle pubbliche relazioni delle Forze di mobilitazione popolare. Dopo la morte di Suleimani, il Dipartimento della Difesa Usa aveva affermato che «Il Generale Suleimani stava attivamente sviluppando piani per attaccare, attraverso le milizie allineate all'Iran, diplomatici americani e altro personale Usa in Iraq e in tutta la regione». E aveva aggiunto che «in passato Suleimani si era reso responsabile della morte di centinaia di militari statunitensi».
 
Il rapporto di Callamard sugli omicidi mirati condotti con droni armati viene presentato oggi, giovedì 9 luglio, al Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra. Gli Usa si sono ritirati dal Consiglio nel 2018.

© RIPRODUZIONE RISERVATA