Pistorius torna in aula, a giorni la decisione del giudice sull'omicidio colposo

Pistorius torna in aula, a giorni la decisione del giudice sull'omicidio colposo
Domenica 12 Ottobre 2014, 21:51 - Ultimo agg. 22:01
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Oscar Pistorius domani torna in aula a Pretoria, dove a giorni conoscerà il suo destino per l'omicidio, già definito nel verdetto «colposo», della sua fidanzata Reeva Steenkamp.



Una sentenza che la giudice monocratica Thokozile Masipa deciderà con cautela dopo aver soppesato insieme alle parti gli elementi aggravanti e attenuanti, ed emetterà forse anche fra diversi giorni. Una sentenza che appare al momento totalmente imponderabile, anche per gli esperti: potrebbe costringere l'ex atleta sudafricano in una cella fino a 10 o 15 anni, oppure solo agli arresti domiciliari.



Ma Pistorius in teoria potrebbe anche «cavarsela» con una multa e/o l'assegnazione ai servizi sociali. Contro qualsiasi certezza giocano soprattutto due elementi: la discrezionalità quasi assoluta accordata dal codice penale al giudice per un reato come l'omicidio colposo, e la indefinitezza del verdetto, nella quale sono intrecciate fattispecie diverse: dalla negligenza nell'agire all'eccesso di legittima difesa.



L'unica certezza per Pistorius è di aver evitato l'ergastolo, una volta che il verdetto ha scartato l'accusa di omicidio premeditato o volontario cavalcata dal pm Gerrie Nel. Una conclusione che ha sollevato critiche in quanti ritengono che Pistorius non poteva non essere cosciente che sparando quattro colpi di pistola avrebbe ucciso chiunque si trovasse dietro la porta del bagno, in quella fatale notte di San Valentino del 2013.



«La procura non ha dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che l'accusato sia colpevole di omicidio con premeditazione», disse la giudice Masipa nel circostanziare il verdetto. Resta a suo carico l'eccesso di difesa, in quanto la legittima difesa è applicabile quando la vittima abbia posto una minaccia diretta all'imputato o ad altre persone.



Masipa - che pure ha fama di essere implacabile contro la violenza sulle donne - ha scartato come «inattendibili» le deposizioni dei vicini che sentirono le urla e poi gli spari: in tutta onestà, possono aver confuso la successione temporale dei loro ricordi, condizionati da ciò che hanno appreso dopo. La giudice non ha preso in considerazione lo stato della relazione fra Reeva e Oscar per trarne possibili moventi, limitandosi a valutare gli elementi che hanno giocato negli istanti del dramma.



La finestra del bagno non era dotata di antifurto ed era aperta, dunque era perfettamente possibile che dentro vi fosse un ladro, magari armato. E Pistorius poteva avere ragione nel sentirsi minacciato: uno stato psicologico che il suo handicap fisico può plausibilmente aver aggravato. «Non avendo preso le necessarie, ragionevoli precauzioni ha agito frettolosamente e ha usato una forza eccessiva»: una «condotta negligente», disse ancora Masipa, in quanto l'atleta prima di sparare non si accertò dove si trovasse Reeva, non cercò di chiamare aiuto dal balcone, non avvertì il fantomatico intruso che era armato. Agì in modo «non ragionevole», ma le circostanze oggettive e soggettive di quegli attimi devono essere valutate col bilancino.



Tutto considerato, è molto probabile che la giudice Masipa, prenderà tutto il tempo necessario prima di emettere una sentenza in un processo che ha calamitato l'attenzione dell'intero pianeta, come finora solo il processo a OJ Simpson era riuscito a fare.
Una sentenza che potrebbe anche non arrivare questa settimana.