Prigozhin attacca Mosca: «Russi bombardano Wagner, ci vendicheremo». Putin apre inchiesta per ammutinamento

Il leader del gruppo Wagner ha accusato la leadership militare di Mosca di aver ordinato attacchi sui suoi campi uccidendo un numero «enorme» di uomini

Prigozhin attacca Mosca: «Russi bombardano Wagner, ci vendicheremo». Aperta inchiesta per ammutinamento
Prigozhin attacca Mosca: «Russi bombardano Wagner, ci vendicheremo». Aperta inchiesta per ammutinamento
Venerdì 23 Giugno 2023, 19:10 - Ultimo agg. 25 Giugno, 13:31
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«Ci stanno attaccando. Il ministro Shoigu ha ordinato di bombardare i nostri accampamenti, ci sono molte vittime. Noi non stiamo facendo un golpe, vogliamo solo giustizia. Il comando militare dev’essere fermato, abbiamo 25mila soldati e invitiamo tutti gli altri soldati a unirsi a noi». Parole terribili e pericolose quelle di Evgenji Prigozhin, l’ex chef di Putin oggi padre padrone della multinazionale mercenaria Wagner. Che però il ministro della Difesa, Shoigu, smentisce. Ma ancora più devastante per la stabilità del Cremlino è il fatto che per la prima volta dopo un torrentizio video di Prigozhin contro Shoigu e il suo capo di stato maggiore generale, Gerasimov, intervenga direttamente il portavoce di Putin, Peskov. «Il presidente Putin è informato della situazione, si stanno prendendo le misure necessarie». Tra le quali, immediata l’apertura di un procedimento penale contro il signore della guerra una volta sodale dello Zar, per «invito alla ribellione armata», da parte del Comitato nazionale anti-terrorismo. Poi sarebbe arrivato dai servizi di Mosca l’ordine agli stessi mercenari di arrestare il loro capo. Nella nottata di ieri si è avuta notizia di mezzi militari nelle vie di Mosca (dove forze dell’ordine e servizi segreti sarebbero in stato d’allerta) e di posti di blocco sull’autostrada dalla capitale a Rostov.

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LE BUGIE SVELATE
L’ultima provocazione di Prigozhin era stata la negazione totale della narrativa del regime sull’inizio della cosiddetta operazione speciale in Ucraina. Gli ucraini, ha avuto il coraggio di dire, nel febbraio dello scorso anno non si preparavano ad attaccare in grande stile il Donbass, tanto meno ci pensava la Nato. Anzi, la guerra si sarebbe potuta evitare se «avessimo negoziato con Zelensky». «Prigozhin squarcia il velo di omertà del Cremlino», commentava il nostro ministro della Difesa, Guido Crosetto, dagli Stati Uniti. «Non è successo niente di straordinario alla vigilia del 24 febbrai», aggiungeva Prigozhin in un video di mezz’ora. «Nessuna aggressione dissennata da parte ucraina. L’operazione speciale è stata avviata per un motivo tutto diverso». E giù accuse di corruzione e complotto contro il popolo russo. «Il ministero della Difesa sta cercando di ingannare l’opinione pubblica e il presidente». In serata, si diffondono anche voci di feroci combattimenti fra le truppe di Mosca, quelle regolari, e le unità dei mercenari Wagner. Shoigu e con lui Gerasimov andrebbero processati per «genocidio del popolo russo, come responsabili dell’assassinio di decine di migliaia di cittadini russi, e del trasferimento dei territori russi al nemico». Già prima di quella che Putin si ostina a chiamare “operazione speciale”, era pronto secondo Prigozhin il decreto per conferire a Shoigu una seconda stella di “Eroe della Russia”. Accuse che il ministro Crosetto, da Washington, non si è lasciato sfuggire. «Prigozhin è colui che ha avuto il peso più rilevante nell’ultimo anno e mezzo di guerra, lo stesso che ha permesso alla Russia di avere un ruolo in Africa. La sua dichiarazione non è estemporanea». 


LE CREPE
Il regime di Putin, per la prima volta, sul campo vacilla. E ieri qualcun altro si è lasciato andare a rivelazioni. Con Christiane Amanpour alla Cnn, Obama ha rievocato le scelte dell’Occidente nel 2014. Perché dopo l’annessione della Crimea non ci fu la reazione che c’è stata un anno fa contro l’invasione del Donbass? «L’Ucraina di quel periodo – sostiene l’ex presidente – non è quella di oggi. C’è una ragione per cui non ci fu un’invasione armata della Crimea: era piena di un sacco di persone che parlavano russo e simpatizzavano con la Russia. Io e la cancelliera tedesca Angela Merkel rispondemmo a Putin con gli strumenti che avevamo, molti Paesi europei non volevano imporre le sanzioni contro Mosca». Tocca al portavoce di Putin, Peskov, salutare l’uscita di Obama come «un pizzico di saggezza, perché non solo una certa parte della Crimea, ma praticamente l’intera popolazione voleva diventare parte della Federazione russa». Dura la reazione di Kiev, che combatte per riconquistare non soltanto il Donbass ma anche la Crimea. «Se Mr. Obama dichiara che l’annessione della Crimea da parte russa nel 2014 era legale e giustificata, allora non deve sorprendere che oggi vi sia un’aggressione russa su larga scala in Europa, e provochi centinaia di migliaia di vittime».

 

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