Putin, i cinque grandi errori nella guerra in Ucraina: dalla marcia (fallita) su Kiev alla disfatta sul Mar Nero

Dal fallimento della marina a quello dell'aeronautica, fino alle scelte disastrose sull'attacco a Kiev: gli esperti analizzano gli sbagli commessi dal Cremlino

Putin, i cinque grandi errori nella guerra: dalla marcia (fallita) su Kiev alla disfatta sul Mar Nero
Putin, i cinque grandi errori nella guerra: dalla marcia (fallita) su Kiev alla disfatta sul Mar Nero
Lunedì 26 Febbraio 2024, 18:33 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 07:00
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Sono passati due anni dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina e il conflitto è ancora in una condizione di sostanziale equilibrio. Al punto che risulta impossibile ipotizzare un vincitore. Su una cosa tutti gli analisti sono d'accordo: è stata una campagna militare sciagurata che Mosca avrebbe fatto meglio a non intraprendere mai, considerando ciò che ha perso sin qui in termini di uomini e di mezzi. Newsweek ha intervistato una serie di esperti che hanno evidenziato i cinque errori commessi dal Cremlino in questi due anni.

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@ilmessaggero.it Il 24 febbraio 2022 iniziava l'invasione russa dell'Ucraina. Una guerra, inizialmente chiamata dai russi "l'operazione militare speciale" che va avanti da due anni e conta già oltre 10mila vittime tra i civili. Ma quali sono le prospettive future del conflitto? Cosa succederà adesso? Ecco 4 possibili scenari: la vittoria di Putin, la ritirata dei russi, il negoziato e la guerra di logoramento. . . . [Simone Pierini / #IlMessaggero] #guerra #ucraina #russia #putin #anniversario #standwithukraine #analisi #geopolitica #geopolitics #esteri #notizie #tiktoknews ♬ Epic Music(873690) - Pavel

La marcia su Kiev

Il primo errore, madornale, è stata la gestione della marcia su Kiev. La presa della capitale, nei piani di Vladimir Putin, avrebbe dovuto essere imprescindibile e soprattutto rapida. Ma così non è stato. Un serpentone di oltre 60 chilometri si era snodato dalla Bielorussia per accerchiare Kiev e, dopo aver brutalizzato la popolazione in alcuni sobborghi come Bucha, era anche riuscito a entrare nella capitale. Ma a quel punto la reazione dell'esercito ucraino è stata abile al punto da spezzare i rifornimenti e da isolare i contigenti russi. «Per gli ucraini la difesa è stata abbastanza semplice: sono stati agili, hanno distrutto i ponti e attaccato i veicoli di testa. Di fatto riuscendo a fermare l'avanzata delle truppe - ha detto Peter Mansoor, colonnello dell'esercito in pensione e professore di storia militare alla Ohio State University – E l'esercito russo, da parte sua, si è diimostrato totalmente incapace di condurre una guerra moderna».

 

Le operazioni in mare

Se le truppe di terra sono state fermate (e quelle d'aria non sono riuscite a conquistare i cieli), peggio ha fatto la marina russa. Soprattutto considerando la disparità delle forze in campo. La temutissima flotta di Mosca contro la modesta difesa ucraina che non è dotata nemmeno di una marina convenzionale. I primi sbarchi russi sulla costa meridionale intorno a Odessa non hanno prodotto esiti decisivi. Poi, ad aprile 2022, c'è stato l'affondamento nel Mar Nero dell'ammiraglia della flotta russa, l'incrociatore Moskva, una disfatta che ha dato subito un altro peso alla questione. Lì si è capito che con droni e missili occidentali l'Ucraina era più che mai in condizione di respingere le navi dello Zar. Si ritiene che la flotta russa avesse circa 80 navi prima dell’invasione del 2022, l’Ucraina afferma di averne affondate almeno 25, e di averne danneggiate un'altra quindicina. E la disfatta russa non si è fermata alle navi: importanti infrastrutture di carenaggio sono state distrutte a Sebastopoli in Crimea, mentre il ponte sullo stretto di Kerch che collega la Crimea e la Russia è stato danneggiato dai droni navali.

Una controffensiva tale da aver costretto Mosca a ritirare le navi rimaste a una maggiore distanza dalla costa ucraina.

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I gesti di buona volontà

Le truppe russe, impoverite nei mezzi e con giovani arruolati e mandati al fronte che hanno mantenuto il numero del presidio ma a fronte di una maggiore inesperienza, non sono state in grado di reagire alla controffensiva ucraina. L'offensiva meridionale verso Kherson era stata prevista da tempo, mentre a nord-est l’Ucraina ha ideato un’offensiva a sorpresa a est di Kharkiv, facendosi strada attraverso le difese russe per liberare più di 600 chilometri di territorio. In alcuni punti, gli ucraini hanno addirittura superato le proprie linee di rifornimento, tale era la velocità dell'avanzata. A queso punto Mosca, di fronte alla ritirata da Kiev, poi da Kharkiv e Kherson, ha parlato di «gesti di buona volontà» dal Cremlino. Un modo per mascherare l'impreparazione militare che ha permesso all'Ucraina di guadagnare terreno.

 

La gestione di Prigozhin

L'ascesa fulminea di Yevgeny Prigozhin, lo chef di Putin a capo delle milizie della Wagner, è una delle storie più importanti di questa guerra. Le sue truppe mercenarie hanno guidato la dura battaglia a Donetsk dal 2022 al 2023, emergendo nel maggio 2023 come vincitrici dei combattimenti a Soledar e Bakhmut. Ma l'ascesa di Prigozhin è andata a scontrarsi con le personalità del ministro della Difesa Sergei Shoigu e del capo di Stato maggiore Valery Gerasimov. E dalla faida alla fine sono emerse le rovine. Lo scorso giugno, Wagner ha lanciato un ammutinamento dalla sua base di Rostov, un viaggio verso Mosca, con i russi che salutavano festanti i soldati e facevano selfie con loro, che ha indebolito l'immagine di Putin. Il leader della Wagner alla fine accettò un accordo provvisorio con il Cremlino per porre fine alla sua ribellione e ritirò le truppe. Ma ad agosto il jet privato su cui viaggiava si è schiantato misteriosamente a nord di Mosca. Per l'intelligence di mezzo mondo si è trattato di un assassinio, ma a conti fatti l'immagine dello Zar è stata danneggiata da quella marcia.

 

La difesa aerea

Nel 2022, la Russia ha iniziato la guerra bombardando l'Ucraina in ogni modo. Ma con il progredire del conflitto, Kiev ha affinato le sue capacità di attacco a lungo raggio, smascherando le falle dell'ombrello di difesa aerea russo. In particolare le truppe di Mosca non sono mai state in grado di fronteggiare gli attacchi rapidi dei droni ucraini. Che si sono spinti anche nel territorio russo. Al punto che Abbas Gallyamov, analista politico ed ex scrittore di discorsi di Putin, ha scritto su Telegram che i russi «Non solo sono incapaci di avanzare, ma sono altrettanto pessimi quando devono difendersi».

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