Tra Putin e Prigozhin continua ad esserci un legame indissolubile, fatto di interessi economici legati alle miniere di oro e diamanti in Africa, alle commesse di catering per le tante bocche da sfamare nell’esercito russo, e di una miriade di fili sottili tra il capo di Wagner e il “cerchio magico” del Cremlino. Il dialogo ancora aperto con Prigozhin dimostra che Putin sa essere pragmatico e, messo alle strette, negozia. Chissà che alla fine il suo realismo non porti anche alle trattative per il cessate il fuoco.
Il rapporto con l’ex chef fu cementato nelle cene al “New Island”, ristorante sanpietroburghese tra i primi dell’impero gastronomico di Prigozhin, dove lo Zar portava tra gli altri George W. Bush e Chirac. Il che aiuta a spiegare perché Putin non riesca a recidere l’amicizia con Evgenij e la complicità con le sue imprese criminali multinazionali. “Business Insider” è riuscito, con “Die Welt”, a mettere le mani sulla sua agenda segreta, e a decrittarla. Ne risulta una radiografia impietosa delle entrature che ha sempre avuto nello staff di Putin.
Pesano i 33 con Aleksey Dyumin, guardia del corpo di Putin oggi governatore di Tula, possibile successore del ministro della Difesa, Shoigu. Membro del gruppo Wagner sarebbe, tessera M-3744, il generale Surovikin “Armageddon”, iscritto con l’alias Matveev Kimovich. Il suo nome compare 11 volte tra telefonate e incontri. Altri 14 ingressi riguardano l’ex presidente russo, Medvedev. Putin risulta ufficialmente un paio di volte, ma altre potrebbero nascondersi dietro nomi in codice con l’indicazione del luogo, codificato in “Germania” e “Corea”. Precauzioni da spie.