Scozia indipendente, interviene il Fmi
«Possibili reazioni negative mercati»

Il primo ministro inglese David Cameron e il premier scozzese Alex Salmond
Il primo ministro inglese David Cameron e il premier scozzese Alex Salmond
di Luca Lippera
Giovedì 11 Settembre 2014, 17:48 - Ultimo agg. 18:34
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Una separazione della Scozia dalla Gran Bretagna potrebbe avere un impatto sull'economia brittannica e portare nel breve termine a reazioni negative sui mercati. Il Fondo Monetario Internazionale, a sette giorni dal referendum che potrebbe cambiare per sempre il volto del Regno Unito, fa sentire la sua voce. C' un processo politico in corso e non sarebbe appropriato commentarlo - ha detto a Washington il un portavoce del Fmi - ma una eventuale separazione solleverebbe questioni complicate che dovrebbero essere negoziate, tanto pi che anche l'economia di Edinburgo dovrebbe dimostrare di essere autosufficiente.

L'intervento del Fondo Monetario sulla possibile indipendenza della Scozia arriva nel mezzo di una giornata carica di messaggi. La Royal Bank of Scotland, una delle più antiche istituzioni finanziarie del Regno Unito, acquisita quasi interamente dallo Stato nel 2008 per salvarla dal crack, ha annunciato oggi che trasferirà «la sede legale da Edinburgo a Londra in caso di una vittoria del “Sì”». La decisione, secondo quanto scrive in una lettera ai dipendenti Ross McEwan, l'amministratore delegato, «si renderebbe necessaria di fronte alle incertezze e alle possibil implicazioni finanziarie derivanti dalla vittoria indipendentista». Due su tutte: la sterlina e la ripartizione del petrolio del Mare del Nord tra un futuro Stato sovrano - se mai nascerà - è la vecchia nuova Inghilterra.



Un analogo trasloco, da Edinburgo a Londra, è stato annunciato dal Lloyds Banking Group e dal gigante del settore pensionistico Standard Life. Quest'ultimo ha detto di voler «proteggere la clientela dalle ripercussioni finanziarie dovute all'incertezza generata da un'eventuale vittoria degli indipendentisti». Le frasi e le parole, come si vede, sono complesse. Ma è chiaro, fa notare il fronte dei separatisti, che Londra, attraverso i canali della City, sta «cercando di influenzare il voto agitando spettri e paure».



Ha scelto questa strada anche Nigel Farage. Il leader dell'Ukip, il partito che vuole l'uscita del Regno Unito dall'Europa, ha fatto un discorso estremamente chiaro dopo aver paragonato David Cameron «all'arrogante» Edoardo II: «Dopo oltre trecento anni - ha scritto in un intervento ospitato dal quotidiano The Telegraph - gli scozzesi vogliono liberarsi dal giogo inglese. Ma se si separeranno dall'Inghilterra non otterranno l'indipendenza: al governo di Londra si sostituirà quello di Bruxelles e come brutalmente ha scoperto Cameron, nessun membro della Ue è veramente indipendente».
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