Sottomarino disperso, i 5 miracolati che hanno rinunciato al viaggio: dall'avvocato all'ex marine. E qualcuno ha rifiutato un maxi sconto

I racconti di facoltosi imprenditori americani e inglesi che hanno rinunciato alla missione

Sottomarino scomparso: «Così siamo scampati all'orribile morte: poco fiducia nel batiscafo o impegni di lavoro»
Sottomarino scomparso: «Così siamo scampati all'orribile morte: poco fiducia nel batiscafo o impegni di lavoro»
Venerdì 23 Giugno 2023, 19:23 - Ultimo agg. 25 Giugno, 13:31
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Nemmeno il forte sconto last minute di 200mila dollari (su 500mila) ha spinto l'uomo d'affari americano Jay Bloom, di Las Vegas, ad accettare l'invito a partecipare con il figlio Sean a una missione del Titan. Sconto seguito alla rassicurazione degli organizzatori di OceanGate che la missione era certo "meno rischiosa che attraversare la strada".  

Oltre a pubblicare il "carteggio" con la società, comprese espressione di dolore per la tragica conclusione della missione, in un post su Facebook  ha scritto: "Ho espresso preoccupazioni per la sicurezza e Stockton mi ha detto: "Anche se c'è ovviamente un rischio, è molto più sicuro che volare in elicottero o che fare immersioni subacquee". 

E almeno altre tre persone per scelta o per coincidenza - fortunatissima - non si sono trovate sul batiscafo imploso nei pressi del relitto del Titanic.

Ed è probabile che nei prossimi giorni salteranno fuori altri facoltosi personaggi che avevano versato la cauzione per il biglietto di 250mila dollari a testa, ma che poi hanno preferito posticipare. 

Tra questi l'esperto sub Chris Brown, 61 anni, inglese, amico dello scomparso Hamish Harding, che, come riporta il Mail online, non si è fidato a "imbarcarsi"  nell'avventura dopo un sopralluogo sulla nave appoggio: meglio rinunciare al deposito di 80mila dollari di cui ha comunque chiesto la restituzione. Per lui anche il sistema di controllo delle varie fasi della missioni non era rassicurante.

La sorte ha deciso invece per David Concannon, costretto da un impegno di lavoro a lasciare il posto ad altri. Non si è fidato, inoltre Robert Mester, ex esperto di salvataggi in acque profonde, dopo un tour sull'Antipodes, batiscafo predecessore del Titan: troppi componenti "commerciali e pronti all'uso", a suo parere:  "Lo scafo in fibra di carbonio non mi ha convinto, non è un materiale che sia mai stato usato con successo a grandi profondità".

 

"Stavano usando hardware standard - ha detto Mester - e francamente non pareva sufficiente".

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