Turchia, il presidente Erdogan: «Chiedo l'estradizione di Gulen, i responsabili saranno puniti»

Turchia, il presidente Erdogan: «Chiedo l'estradizione di Gulen, i responsabili saranno puniti»
Sabato 16 Luglio 2016, 09:07 - Ultimo agg. 19:46
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I responsabili del tentato colpo di Stato in Turchia sono da considerare alla pari di «gruppi terroristici». Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, promettendo che «non lasceremo il Paese a chi lo vuole occupare» con un atto di forza. «Chi ha macchiato la propria reputazione di militare deve lasciare il suo incarico. Continueremo a combatterli come facciamo con altri gruppi terroristici», ha spiegato il presidente.

I golpisti, ha proseguito Erdogan, «hanno puntato le armi del popolo contro il popolo stesso. Il presidente, che il 52 per cento della popolazione ha portato al potere, è in carica. Non riusciranno ad avere successo fino a quando resteremo contro di loro, qualunque sia il rischio».

È necessario ripristinare la pena capitale in Turchia per punire chi ha tentato di rovesciare l'attuale governo con un colpo di Stato militare. A lanciare l'appello è il numero due del partito al governo Akp, l'ex ministro alla Sanità Mehmet Muezzinoglu. Dopo i suoi commenti, l'hashtag #Idamistiyorum («Io voglio la pena di morte») è stato usato più di 23mila volte su Twitter in Turchia

«Tutti in strada». È l'invito rivolto dal presidente turco Erdogan in un sms inviato a tutti i cittadini e da lui firmato dopo il tentativo fallito di golpe della notte scorsa. «Degno figlio della nazione turca» è l'intestazione del messaggio, in cui il presidente stigmatizza quanto accaduto ad Ankara e Istanbul, dove, spiega, con «veicoli blindati e armi», è stato messo in atto un tentativo di sollevazione contro la nazione, «come negli anni '70». Erdogan invita quindi «il popolo turco con onore» a «stare con la democrazia e la pace», invitando i cittadini a scendere in piazza.

Poi punta il dito contro gli Usa. «Non riesco a immaginare un Paese che possa sostenere quest'uomo», Fethullah Gulen, «questo leader di un'organizzazione terroristica, soprattutto dopo la scorsa notte.
Un Paese che lo sostenga non è amico della Turchia. Sarebbe persino un atto ostile nei nostri confronti»: così il premier turco Binali Yildirim, riferendosi agli Usa, dove Gulen - che Ankara accusa di aver organizzato il fallito tentativo di golpe - vive in auto-esilio dal 1999. Yildirim ha ricordato che la Turchia ha già inviato una richiesta di estradizione.
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