I golpisti, ha proseguito Erdogan, «hanno puntato le armi del popolo contro il popolo stesso. Il presidente, che il 52 per cento della popolazione ha portato al potere, è in carica. Non riusciranno ad avere successo fino a quando resteremo contro di loro, qualunque sia il rischio».
È necessario ripristinare la pena capitale in Turchia per punire chi ha tentato di rovesciare l'attuale governo con un colpo di Stato militare. A lanciare l'appello è il numero due del partito al governo Akp, l'ex ministro alla Sanità Mehmet Muezzinoglu. Dopo i suoi commenti, l'hashtag #Idamistiyorum («Io voglio la pena di morte») è stato usato più di 23mila volte su Twitter in Turchia
«Tutti in strada». È l'invito rivolto dal presidente turco Erdogan in un sms inviato a tutti i cittadini e da lui firmato dopo il tentativo fallito di golpe della notte scorsa. «Degno figlio della nazione turca» è l'intestazione del messaggio, in cui il presidente stigmatizza quanto accaduto ad Ankara e Istanbul, dove, spiega, con «veicoli blindati e armi», è stato messo in atto un tentativo di sollevazione contro la nazione, «come negli anni '70». Erdogan invita quindi «il popolo turco con onore» a «stare con la democrazia e la pace», invitando i cittadini a scendere in piazza.
Poi punta il dito contro gli Usa. «Non riesco a immaginare un Paese che possa sostenere quest'uomo», Fethullah Gulen, «questo leader di un'organizzazione terroristica, soprattutto dopo la scorsa notte.
Un Paese che lo sostenga non è amico della Turchia. Sarebbe persino un atto ostile nei nostri confronti»: così il premier turco Binali Yildirim, riferendosi agli Usa, dove Gulen - che Ankara accusa di aver organizzato il fallito tentativo di golpe - vive in auto-esilio dal 1999. Yildirim ha ricordato che la Turchia ha già inviato una richiesta di estradizione.
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