Tokyo 2020, businessman ammette:
8,2 milioni per conquistare i Giochi

Haruyuki Takahashi, foto: Issei Kato/Reuters
Haruyuki Takahashi, foto: Issei Kato/Reuters
di Erminia Voccia
Giovedì 9 Aprile 2020, 21:00
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Le dichiarazioni di Takahasi Haruyuki sollevano seri dubbi sull'assegnazione dei Giochi Olimpici al Giappone. L'uomo d'affari ha detto in prima persona all'agenzia di stampa Reuters di aver ricevuto 8,2 milioni di dollari dal comitato che sostenne la candidatura di Tokyo perché fossero spesi in attività di lobbying al fine di garantire che la capitale giapponese ospitasse l'Olimpiade nel 2020. La celebre agenzia britannica ha esaminato i report bancari che hanno confermato le dichiarazioni di Takahasi, ex amministratore delegato della importante agenzia pubblicitaria Dentsu Inc e ora membro esecutivo del comitato organizzatore dei Giochi di Tokyo. Secondo i report analizzati da Reuters, il comitato per la candidatura di Tokyo ha pagato 46,500 dollari a Seiko Watch.

Takahasi ha amesso di aver regalato orologi Seiko di grande valore e fotocamere digitali a diversi membri del Cio, tra cui Lamine Diack, ex presidente della Federazione mondiale di atletica leggera, sospettato dalla magistratura francese di aver ricevuto tangenti per appoggiare la candidatura di Tokyo. Takahasi ha riconosciuto di aver ricevuto tale somma, ritenendo che fosse «una questione di buon senso» che nessuna delle autorità sportive venute in visita a Tokyo lasciaresse la città a mani vuote prima di decidere a chi assegnare i Gochi del 2020, posticipati a causa dell'emergenza coronavirus. Secondo l'uomo d'affari, sarebbe quindi una buona norma elargire doni e regalare beni di valore per assicurarsi buone relazioni con figure ufficiali del Cio quali Diack. L'uomo ha spiegato che non ci sarebbe stato nulla di inappropriato e scorretto nel modo in cui ha ricevuto e utilizzato il denaro, ma non ha fornito una rendicontazione completa delle spese sostenute. In merito alle fotocamere digitali date in regalo, Takahasi ha detto: «Erano poco costose». Come risulta dai report bancari che il governo giapponese ha fornito alla magistratura francese, scrive ancora Reuters, a Lamine Diack è stata recapitata attraverso un consulente di Singapore la cospicua somma di 2,3 milioni di dollari. Lamine Diack, 86 anni, già agli arresti domiciliari in Francia e in attesa di processo per frode, ha respinto le accuse. Diack è accusato di aver ricevuto altri 2 milioni di dollari per aver favorito la candidatura di Rio de Janeiro per l'Olimpiade del 2016. La magistratura francese ha avviato un'ingadine anche in merito al figlio di Lamine Diack, Papa Massata Diack, accusato di aver passato la mole di denaro al padre. Papa Massata Diack si è detto pronto a far valere la propria versione in tribunale.

Il Guardian aggiunge un altro tassello alla storia. Il giornale britannico per primo nel 2016 aveva scritto di possibili casi di corruzione collegati ai Giochi di Tokyo 2020. Ovvero, da quando Tsunekazu Takeda, ex capo del Comitato olimpico giapponese ed ex membro del Cio, aveva dato le dimissioni da entrambi gli organi. Anche Tsunekazu Takeda è sotto inchiesta da parte dei magistrati francesi per aver autorizzato i pagamenti al consulente di Singapore che avrebbe fatto da intermediario tra Takahasi e Diack. I Giochi Olimpici di Tokyo 2020 sono stati un argomento principe nell'agenda del primo ministro Abe Shinzō, che ne ha fatto una questione legata alla memoria del suo mandato.
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