La maggior parte delle truppe di Mosca è schierata nel sud est del Ucraina nella battaglia per il Donbass, ma intanto continuano gli attacchi dal cielo dalla parte opposta del paese, a Leopoli. Perché tenere sotto pressione gli ucraini anche in uno scenario che si riteneva non più così strategico? Perché al 55° giorno dell'offensiva russa, dagli esiti evidentemente deficitari, Putin continua a impiegare forze per colpire una zona dell'Ucraina che non rientrerà, con ogni probabilità, nelle future trattative con Kiev?
La situazione
Il fronte nord ovest dell'attacco all'Ucraina, con l'appoggio dell'alleata Bielorussa i cui confini sono così vicini a Kiev, sembrava ormai dimenticato: preso atto delle difficoltà di prendere la capitale, i carri armati russi avevano fatto dietrofront ormai all'inizio di aprile.
Leopoli
Se sul fronte sud-est la situazione pare chiara, ci si chiede perché allora bambardare i 700mila abitanti di Leopoli,a oltre 1.200 chilometri da Mariupol. E a 60 chilometri dal confine con la Polonia, con la Ue, con la Nato, insomma.
Maksym Kozytsky, il governatore della regione di Leopoli, ha riferito che almeno quattro i missili hanno colpito la città centrando obbiettivi militari e civili. Pesante il primo bilancio: 7 morti e 11 feriti.
"In questo momento siamo a conoscenza di sette morti", ha aggiunto, riferendosi anche a "undici feriti, tra cui un bambino". Kozitsky ha precisato che tre dei feriti sono "in gravi condizioni". Da parte sua, Mikhaïlo Podoliak, consigliere del presidente Vlodomyr Zelensky, ha scritto su Twitter che i russi hanno lanciato cinque missili su Leopoli.
« Les Russes continuent d’attaquer en barbares les villes ukrainiennes depuis les airs, déclarant cyniquement au monde entier leur "droit" de tuer des Ukrainiens. »
— Une citation de Mikhaïlo Podoliak, conseiller du président Volodymyr Zelensky https://t.co/MNwFVd4PDv— Mathieu roy (@Mathieu31359682) April 18, 2022
Di Leopoli va ricordata l'importanza per l'evacuazione dei civili diretti alla vicina Polonia e anche il ruolo di "seconda capitale": tutt'ora molti appartenenti alle ambasciate sono in trasferta in questa città dopo la chiusura delle sedi di Kiev. Inoltre Leopoli è fra le città che potrebbero accogliere Papa Francesco se decidesse di compiere il pellegrinaggio invocato dal presidente Zelensky. Troppo pericoloso il Donbass, troppo in vista Kiev, comunque mete che richiederebbero discretamente lunghi trasferimenti in aereo. Leopoli è invece vicina alla frontiera con la Polonia e dal punto di vista logistico sarebbe più agevole allestire il viaggio.
Ma a convincere Putin a tenere nel mirino Leopoli potrebbe esserci anche l'importanza delle basi militari a ridosso della città, basi che fino alla fine dell'anno scorso hanno più volte ospitato militari della Nato sia per effettuare manovre con l'esercito ucraino sia per addestrare le truppe d'elite di Kiev come i marines.
Fra queste la più importante quella di Yavoriv, già centrata da numerosi missili all'inizio del conflitto. Un attacco che venne considerato un aperto avvertimento alla Nato e alla stessa ue. Avvertimenti che evidentemente continuano a fare parte della strategia di Putin anche se Leopoli non rientra, almeno al momento, nelle nuove carte geografiche dell'Ucraina che la Russia pretende con la forza di disegnare.