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Autonomia differenziata, altolà dei prof: 65mila firme per fermare il disegno di legge Calderoli

Quorum per il disegno di legge di iniziativa popolare, dovrà essere esaminato dal Senato

Autonomia differenziata, altolà dei prof: 65mila firme per fermare il disegno di legge Calderoli
Autonomia differenziata, altolà dei prof: 65mila firme per fermare il disegno di legge Calderoli
di Francesco Bechis e Lorena Loiacono
Articolo riservato agli abbonati
Martedì 9 Maggio 2023, 00:10 - Ultimo agg. : 13:39
4 Minuti di Lettura

Sarebbero state sufficienti 50mila firme per portarla in parlamento ma ne sono state raccolte molte di più, arrivando ieri a 65mila: così la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare, presentata dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, presieduto dal professore Massimo Villone, e sostenuta dai sindacati in difesa dell’unitarietà della scuola italiana, può arrivare alle Camere. 

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IL TESTO
Il testo punta a limitare il disegno di legge Calderoli sull’Autonomia Differenziata che invece così attuato - questo è il monito - rischierebbe di lacerare il carattere nazionale del sistema scolastico alimentando così le disuguaglianze territoriali. La proposta di iniziativa popolare promette di modificare «l’articolo 116 comma 3 della Costituzione, concernente il riconoscimento alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia» così come l’articolo 117, commi 1, 2 e 3, «con l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale, e lo spostamento di alcune materie di potestà legislativa concorrente alla potestà legislativa esclusiva dello Stato». Tra le materie da tutelare, riservandole alla sola potestà dello Stato, c’è appunto la scuola. L’intenzione è toglierla dall’autonomia delle singole Regioni per evitare di ritrovarsi con un panorama nazionale frastagliato che porti con sé pesanti differenti tra un territorio e l’altro. 

Su questo punto hanno battuto fortemente i sindacati Flc Cgil, Uil Scuola e la Federazione Gilda Unams portando così migliaia di firme contro l’autonomia differenziata. «Abbiamo fatto un buon lavoro - commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione Gilda Unams - e ci auguriamo che questa proposta di legge possa mettere il Parlamento di fronte alle proprie responsabilità». Le 65mila firme ora daranno voce alla protesta. «È un grande risultato – sottolinea Giuseppe D’Aprile, segretario generale Uil Scuola Rua - frutto di tante assemblee e incontri con migliaia di lavoratori che conoscono davvero la scuola italiana, che la fanno funzionare tutti i giorni con passione e responsabilità». 

Il rischio di disgregare la scuola è concreto, considerando anche la base di partenza, vale a dire la situazione attuale: «Non capiamo la necessità - continua Di Meglio - di voler intervenire per differenziare ancora di più il sistema scolastico dal momento che, sul territorio nazionale, esistono già propendo e inique differenze sull’offerta da Nord a Sud. Alle nostre rimostranze ci viene risposto che l’offerta formativa degli istituti tecnici e professionali, ad esempio, ha bisogno di essere legata alle realtà territoriali, vale a dire al mercato del lavoro: ma non è così, visto che questo ragionamento non può essere certo applicato alla scuola primaria o alla scuola dell’infanzia. Che senso ha differenziare la scuola elementare o la materna da regione a regione? Non è positivo esacerbare le differenze, dare spazio a queste esasperazioni delle diversità regionali, quando invece dovremmo proiettarci in una dimensione europea». La proposta di iniziativa popolare può essere formata ancora oggi, online: «È evidente - ha commentato Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil - che il mondo della scuola ha sentito forte la minaccia disgregatrice del progetto di Autonomia differenziata».

LO SPRINT
La scuola però non è l’unica materia al centro della proposta Villone da cui è nata la raccolta firme. L’obiettivo è infatti quello di sottrarre alla competenza legislativa concorrente di Stato e regioni - e dunque ricondurre all’esclusiva potestà legislativa statale - competenze come la Sanità, l’università e la ricerca, le infrastrutture. Tra l’altro, la proposta di legge punta a limitare la possibilità delle regioni a statuto ordinario - prevista dall’articolo 116 della Carta - di fare richiesta di nuove competenze. Una finestra - lamentano i promotori dell’iniziativa - che negli anni ha permesso a diverse regioni, specie nel Nord Italia - di garantirsi uno statuto “speciale” e un’autonomia di fatto. 

LA SFIDA
La raccolta firme rappresenta in altre parole un guanto di sfida alla riforma Calderoli tout-court ed è la stessa sfida che promette ora di aprirsi in Parlamento. Da un lato le opposizioni sulle barricate: «Metteremo tutto il nostro impegno per calendarizzare in commissione al Senato il ddl di iniziativa popolare», ha assicurato ieri la vicepresidente del Senato del Movimento Cinque Stelle Mariolina Castellone. Anche in maggioranza non mancano remore, «il Parlamento deve avere voce in capitolo» ammoniscono da Forza Italia. In pressing invece la Lega che esulta per la prima riunione, oggi, del comitato tecnico che dovrà definire i Lep (Livelli essenziali delle prestazioni), «un passo storico verso l’autonomia» esulta il governatore del Veneto Luca Zaia. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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