Berlusconi: «Bicchiere mezzo pieno,
nel 2012 torneremo a livelli pre-crisi»

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
Venerdì 24 Dicembre 2010, 09:25 - Ultimo agg. 22 Gennaio, 23:31
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ROMA (24 dicembre) - Prima la diretta a Mattino 5, poi un audio messaggio ai Promotori della libert. Silvio Berlusconi non si concede tregua nemmeno alla vigilia di Natale, nel tentativo di dipanare la matassa politica e rafforzare la sua risicata maggioranza parlamentare.



L'obiettivo primario del governo e «la governabilità», ma se non ci fosse una maggioranza sufficiente per approvare le riforme, «l'unica scelta possibile sarebbe quella di ricorrere al voto popolare», ha detto il premier ai suoi Promotori della libertà affrontando anche il tema della ripresa economica: «Entro il 2012 il ritmo di crescita dell'Italia tornerà ai livelli pre-crisi», ha detto citando la Commissione europea che ha dato un giudizio positivo «sulle modalità con le quali il Governo italiano ha affrontato la più grave emergenza finanziaria dal 1929 ad oggi». In precedenza il premier aveva sottolineato: «Dovremo completare la riforma della giustizia entro fine legislatura. È un'emergenza grave e drammatica». Berlusconi giudica impossibile un accordo con Fini e confida nell'appoggio di Casini. La replica del leader Udc: convergenze in Parlamento ma ognuno resta dov'è.



«L'intesa raggiunta dalla Fiat è qualcosa che conforta, è assolutamente innovativa. Mi sembra un investimento utile e importante per il Paese perchè rimette in produzione uno stabilimento simbolo della Fiat. Quindi lo giudico un accordo storico e positivo», ha detto invece Berlusconi a Canale 5, sull'accordo tra sindacati e azienda per garantire la continuità della produzione nello stabilimento di Mirafiori. «Il problema della delocalizzazione - ha aggiunto Berlusconi - riguarda tutta l'Europa. In Cina, India o nella Federazione russa la manodopera costa molto meno, da noi oltre 30 dollari l'ora. Là, invece, meno di un dollaro e i lavoratori fanno anche dodici ore e se c'è bisogno vanno in fabbrica anche il sabato e la domenica. Quindi è forte l'indeteresse delle aziende a spostare le produzioni».



«Il voto del Senato di ieri con la approvazione della riforma Gelmini manda in pensione il '68 e mette al centro dell'università il merito, elimina le parentopoli e gli sprechi. I giovani che manifestano sono solo una minoranza rumorosa che va contro il loro stesso futuro - aggiunge - L'Italia non poteva più permettersi un sistema inefficente e frutto di una riforma sbagliata della sinistra».



L'Udc ha perso il treno per arrivare al governo. Silvio Berlusconi spera che Pier Ferdinando Casini ci ripensi e dà per definitivamente interrotta l'alleanza con Futuro e Libertà. «Per quanto riguarda Fini -ha dichiarato- dico che lui e i suoi coltivavano il progetto della diaspora da più di un anno, mettendosi poi all'opposizione. Quando questo percorso non sarà più utile alle manovre della sinistra non avrà più alcun senso. Quanto a Casini vedremo, anche se lui ha perso una grande occasione: quando Fini se ne è andato, poteva sostituirsi a Futuro e Libertà, per aiutare il governo e la maggioranza dall'esterno, dando prova di un grande senso di responsabilità. Non lo ha fatto spero che si ravveda».



«Direi che è del tutto legittimo guardare al bicchiere mezzo pieno e non vedere solo il bicchiere mezzo vuoto, come invece fanno i catastrofisti e i pessimisti - ha aggiunto Berlusconi esprimendo un giudizio sull'attività del governo nel 2010 - Nel bicchiere mezzo pieno ci sono molti risultati gli italiani hanno apprezzato il nostro modo di governare, il nostro governo del fare e non delle chiacchiere e ci hanno rinnovato la fiducia che è tuttora altissima. Io stesso registro un consenso altissimo del 56,4% che ha del miracoloso, soprattutto se si pensa a ciò che i giornali di sinistra e le tv di Stato dicono di me ogni giorno».



Casini: pronti al confronto in Parlamento ma nella distinzione dei ruoli. Il leader Udc risponde al Tg2 a Berlusconi: «Noi non diciamo si o no al tavolo proposto da Berlusconi. L'Udc, come le altre forze del polo degli italiani, vuole un confronto in Parlamento. Il tavolo c'è già e la via maestra è quella del Parlamento, all'interno del quale porre i provvedimenti seri, che servono al Paese e in parlamento ciascuno si prenderà le proprie responsabilità. Ci sono ancora due anni di legislatura e mi auguro che si possano trovare delle convergenze, proprio come negli Stati Uniti, dove i democratici, che hanno la maggioranza, collaborano con i repubblicani, che sono all'opposizione e insieme hanno varato importantissimi provvedimenti di governo. Perchè allora non chiamare le forze responsabilità a un impegno convergente, dove però ciascuno resta dov'è, maggioranza e opposizione».



«Il presidente del Consiglio descrive il paese delle meraviglie che non esiste nella realtà e che c'è solo nella sua immaginazione. Quando parla, probabilmente si riferisce al paese di Arcore o di Villa Certosa - dice a Sky Tg24 il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro - La realtà dei fatti è diversa perchè i cittadini, a cominciare dai giovani, dai disoccupati, dai precari, sono senza un futuro».
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