De Mita boys, sorrisi e sfottò a Maiori: la rimpatriata dopo 40 anni

La festa in Costiera amalfitana per ricordare il congresso dei delegati under 25 della Dc

Dario Franceschini in posa con i De Mita boys
Dario Franceschini in posa con i De Mita boys
di Adolfo Pappalardo
Sabato 23 Marzo 2024, 09:00 - Ultimo agg. 18:40
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«Oh, attenzione a organizzare i tavoli: i dorotei metteteli a destra....», maramaldeggia subito Renzo Lusetti quando arriva a braccetto di Dario Franceschini. «Ma dove è Pier?», domanda un altro riferendosi a Casini che è al bar con Mastella. Eccolo: «Non siete più ragazzini: mettetevi il berretto che prendete freddo...», scherza l'ex presidente della Camera quando arriva. Questo giusto per far capire il clima, assolutamente di cazzeggio, o amarcord fate voi, di questi ex giovani democristiani che si sono dati appuntamento, ieri sera, in un albergo di Maiori, in costiera amalfitana. Per ricordare il congresso dei delegati under 25 dello scudocrociato di 40 anni fa dove fu incoronato proprio Lusetti, che la vinse sull'andreottiano Luca Danese e sul doroteo Mauro Fabris.

Una notte in cui, raccontano le cronache dell'epoca, qualcuno spense la luce all'improvviso prima che si votasse, volò qualche sedia e arrivarono pure i carabinieri per mettere ordine. Ma alla fine l'accordo si trovò, assegnando ad ognuno un ruolo. Ed eccoli qui, tutti e tre che si fanno una foto ricordo dopo quattro decenni esatti. «Ma siamo rimasti sempre amici», dicono Danese, nipote di Andreotti e quindi all'epoca super favorito, e Fabris che quel congresso pure era convinto di vincerlo spinto dalla potentissima dc veneta. «Lo dite ora: all'epoca mi volevate morto...», rincara Lusetti che si preoccupa invece di capire chi ha portato la chitarra: «Che dopo devo suonare...». Già, eccoli tutti qua: presi dalla nostalgia sì ma non della Dc piuttosto della gioventù passata di 40 anni fa. «Che bei tempi: non ero bello come qualcuno di loro ma ero il più amato perché ero il più simpatico», dice Totò Cuffaro, ex potentissimo governatore della Sicilia, indicando Casini e Lusetti e che bacia, uno a uno, tutti i vecchi amici.

«Come sto? Bene dopo quello che ho passato.

E ora vediamo per le Europee: mannaggia per il simbolo dello scudocrociato. È di Cesa: uè Gianfrà (rivolto all'ex ministro Rotondi, ndr) ma non possiamo fa niente?», scherza, ma non troppo, appoggiato con l'ex ministro al bancone del bar.

Insomma, eccoli qua. Tra foto ricordo, istantanee di carta che girano di mano in mano e pure la vecchia locandina del congresso appesa fuori la hall dell'albergo. È un tuffo nel passato, a quell'evento in cui Ciriaco De Mita impose l'allora sconosciuto Lusetti a segretario dei giovani dc e, subito dopo, volle per lui un posto in lista da deputato. «E tutti a pensare che per essere così super raccomandato, non poteva essere altro che il mio fidanzato...Ma quando mai», scherza Antonia, la figlia dell'ex segretario nazionale, catapultatasi da Roma per non mancare. Figuriamoci, di quel mondo, di quello spaccato di 836 giovani delegati, tutti hanno fatto la corsa per esserci riempiendo l'albergo. Ma senza rimpianto alcuno. E non tutti poi, hanno fatto carriera politica ma sono diventati classe dirigente del Paese. A cominciare dall'ex capo della Polizia Franco Gabrielli, che ieri non è mancato.

E tutti a ridere di quel congresso dove accadde di tutto.
«Portammo Lusetti da Gava, a casa sua a Castellammare per presentarglielo, prima che firmasse la candidatura alla Camera nel collegio di Salerno. E appena sentì il suo accento romagnolo - ricorda Luca Esposito, ex assessore al Comune di Napoli - lo redarguì: "Guaglio' meno parli, meno comizi fai e meglio è».

 

A organizzare tutto, a volere l'evento è stato l'ex ministro Franceschini che ha messo in moto tutto con un giro di telefonate. E infatti aspettano l'ex ministro per iniziare. «Quasi per caso mi sono reso conto che erano giusto 40 anni da allora. Ed abbiamo deciso - racconta il parlamentare dem - di organizzarci: con molti non ci si vedeva da allora. Abbiamo fatto percorsi diversi, militato in partiti diversi ma il punto di partenza per tutti è stato 40 anni fa, qui a Maiori. Era giusto ricordarlo. E vederci».

«Io ero venuto incazzatissimo perché erano sette anni che non si svolgeva il congresso. E arriva questo qui che manco conoscevo e blocca tutto», dice Fabris indicando Clemente Mastella. «Io ero già deputato: mi mandò De Mita e - racconta l'ex ministro e ora sindaco - chiusi l'accordo con voi tre. E comunque non mi conoscevi solo perché sei del Nord...». E giù, risate. 

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Nel frattempo gli spritz e un ottimo negroni invecchiato al bar dell'hotel vanno via che è una bellezza prima che scatti l'ora di cena. Qualcuno freme: «È una certa per chi ha un'età...».

Nel frattempo arriva in ritardo l'ex premier Enrico Letta che all'epoca non aveva ancora diciotto anni e rimase, raccontò anni dopo, traumatizzato dei magheggi di quel congresso. Prima però tutti in piedi per «O Bianco Fiore», l'inno della Dc sparato a palla dalle casse, prima che i camerieri servano ai tavoli. «Ringraziamo Dario che ha lavorato per organizzare questo evento», dice al microfono Danese. «Dario ne hai messo di tempo per diventare il nostro leader...», urla Casini. E giù altre risate. 

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