La crisi di governo sui social: volano Meloni e Conte, Salvini insegue

La crisi di governo sui social: volano Meloni e Conte, Salvini insegue
di Domenico Giordano
Venerdì 22 Luglio 2022, 11:00 - Ultimo agg. 23 Luglio, 08:01
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Dopo la crisi agostana del 2019, all'epoca innescata da Matteo Salvini che alla fine portò alla nascita del Conte II, la politica italiana e, con essa, i leader dei partiti, sono nuovamente impantanati nelle secche di una seconda fibrillazione estiva. Questa volta, però, il quadro interno e non di meno quello internazionale che fanno da cornice alle dimissioni consegnate lo scorso 14 luglio dal premier Mario Draghi nelle mani del presidente Sergio Mattarella, è decisamente molto più complesso. In questo particolare contesto e limitandoci solo agli ultimi sette giorni, diventa interessante andare a monitorare l'ascolto, in termini quantitativi e qualitativi, delle discussioni che si sono dipanate in Rete e sulle principali piattaforme social utilizzando come singole chiavi di ricerca il nome dei rispettivi politici. 

La sintesi estrema dell'ascolto digitale porta sugli scudi Giuseppe Conte da un lato e Giorgia Meloni dall'altro, con una speciale menzione riservata a Matteo Renzi. Ma, partiamo dal censimento delle reaction complessive che i social leader hanno incassato su Facebook, Instagram e Twitter. In questo caso, la parte del leone, o meglio è il caso di dire, della leonessa è di Giorgia Meloni che riesce a sfondare il tetto delle 800mila reaction totali sommando like, commenti e condivisioni ottenute sui tre profili proprietari, mentre subito dopo alle sue spalle, però con una fetta numerica più contenuta, c'è Matteo Salvini che di reaction ne incassa 614mila. Tutti gli altri leader, invece, sono notevolmente distanziati dalla coppia di centro-destra e fanno registrare in ogni caso dei totali comunque più bassi: in terza posizione troviamo Matteo Renzi, fermo a 177mila reaction, poi Giuseppe Conte che arriva a 140mila e nelle ultime tre caselle ci sono rispettivamente Silvio Berlusconi, che di reaction ne porta a casa 42mila, Enrico Letta a 27.600 e, infine, Luigi Di Maio che non supera neanche lo steccato delle 10mila reaction.

A proposito del ministro degli Esteri, è curioso notare come la sua pagina Facebook che nel mese di maggio e fino alla prima decade di giugno aveva pubblicato 26 post, dal 13 giugno sembra aver sospeso ogni attività perché non è stato postato più nulla. 

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Mettendo da parte il pallottoliere delle reaction diventa fondamentale anche recuperare e, al contempo, interpretare la qualità del parlato che si è cristallizzato nell'info-sfera digitale, sempre a partire dal 14 luglio, rispetto ai leader ovvero incasellare l'atteggiamento binario, positivo o negativo, con il quale gli utenti si sono relazionati con i contenuti postati o che riguardano direttamente i nostri politici. Quando l'ascolto del parlato tiene dentro tutte le fonti possibili, quindi piattaforme social e siti web o blog, il mood premia in particolare Giuseppe Conte che a fronte di poco meno 10 mila menzioni ha un sentiment positivo del 27%, che sale fino al 47,3% se lo si circoscrive solo alla sua fanpage Facebook. La leader di Fratelli d'Italia, invece, a fronte di poco meno della metà delle menzioni incassate dal presidente del Movimento 5 Stelle, riesce a generare in Rete un mood positivo del 26%, un valore che sostanzialmente replica il dato del 29% che è il sentiment che Giorgia Meloni ottiene se ci fermiamo ad analizzare la qualità delle discussioni generate dalla sua pagina Facebook. Con una fetta più ristretta di menzioni, rispetto al duo di testa, Conte e Meloni, ci sono a ruota Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il primo con 3 mila e il secondo con 2.400 menzioni, ma entrambi con le percentuali più basse di sentiment tra tutti i leader monitorati. Infatti, il segretario della Lega, che forse paga dazio a una linea politica non proprio chiara rispetto all'operato del Governo Draghi, fa registrare un mood positivo di appena il 18%, mentre ancor più problematico è il sentiment riservato a Di Maio, ispiratore della scissione pentastellata e vero motore dei gruppi parlamentari di Insieme per il Futuro, che si deve contentare di una percentuale del 13%. In questa convulsa e incerta settimana politica gli altri leader, dal segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, a quello di Italia Viva, Matteo Renzi, passando per il fondatore di Forza Italia, il sempiterno Silvio Berlusconi, riescono a rastrellare una quota di menzioni decisamente più ridotta che tendenzialmente dovrebbe anche incidere in modo inversamente proporzionale sul valore del mood. In breve, a un minor numero di menzioni, che significa di conseguenza ridurre il tasso di polarizzazione delle discussioni, si abbina una percentuale di mood più alto: una regola che trova conferma nel sentiment verso Letta e Berlusconi. Il segretario dem incassa meno di 2.000 menzioni e un mood positivo del 21%, mentre il leader azzurro tocca quota 1.700 menzioni con un sentiment al 19%. Invece, in netta controtendenza è Matteo Renzi, che in questi giorni di caldo torrido si è speso in lungo e in largo insieme al suo partito a favore della continuità di governo, che raccoglie in totale oltre 2.400 menzioni è un sentiment positivo che arriva al 30%. 

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