Def, Gentiloni verso il rinvio: dall'Ue tempi supplementari

Def, Gentiloni verso il rinvio: dall'Ue tempi supplementari
di Andrea Bassi e Alberto Gentili
Venerdì 6 Aprile 2018, 10:09
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Oggi il governo non discuterà, né tantomeno approverà, il Documento di economia e finanza (Def) e non lo farà neppure nelle prossime settimane. In attesa che Sergio Mattarella riesca a convincere Luigi Di Maio e Matteo Salvini a imboccare la strada di una coalizione dando vita a un nuovo esecutivo, Paolo Gentiloni ferma le macchine. «Tanto più», osservano a palazzo Chigi, «che il termine del 10 aprile per la presentazione del Def è ordinativo e non perentorio e dunque può slittare di qualche decina di giorni. E se spunta un'ipotesi di maggioranza, spetterà al nuovo governo vararlo. Noi, per quanto ci riguarda, attenderemo fino all'ultimo giorno utile, rinviando tutto ciò che si può rinviare...».
 
Proprio per questo, a palazzo Chigi fanno sapere che sono in corso contatti con i presidenti delle Camere e i leader dei principali partiti, durante i quali il premier Gentiloni ha ipotizzato un rinvio di due o tre settimane nella presentazione del Def. «Qualora si andasse verso la formazione di un nuovo esecutivo», aggiungono le stesse fonti, «sarebbe più logico che a presentare il Def fosse il nuovo governo. Se la crisi si protraesse oltre, Gentiloni presenterebbe un Def a politiche invariate». Senza nessuna previsione programmatica. E senza alcun impegno di correzione dei conti o di sterilizzazione delle clausole di salvaguardia sull'Iva. Gentiloni è arrivato a questa decisione dopo che, insieme al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, ha sondato la Commissione europea. A Bruxelles non hanno chiuso la porta, ben consapevoli delle difficoltà post-elettorali in Italia: «La possibilità di un rinvio limitato nel tempo», fanno notare ancora a palazzo Chigi, «è stata considerata dalla Commissione anche sulla base di analoghi precedenti di coincidenza tra la scadenza del Def e cambiamenti di governo in singoli Paesi membri dell'Unione». E del resto la scadenza per la presentazione a Bruxelles non è il 10 aprile, ma il 30 del mese. Il problema è che la trattativa per la formazione del nuovo esecutivo è tutt'altro che in discesa.

Il Tesoro, insomma, vorrebbe tenere al minimo i motori. Il quadro tendenziale è sostanzialmente pronto, e potrebbe riservare anche qualche sorpresa positiva dal lato della crescita. Anche la decisione di Eurostat di ricalcolare il costo dei salvataggi bancari, che ha fatto salire il deficit al 2,3% dal precedente 1,9%, non cambierebbe di molto le carte in tavola. Anche perché gli interventi per la Popolare di Vicenza e Veneto Banca sono considerati dall'Europa una tantum e, dunque, non dovrebbero incidere sul deficit strutturale, quello preso invece in considerazione da Bruxelles. Il punto, anche politico, fondamentale, è la cancellazione delle clausole Iva. Per farlo bisognerà trovare 12,5 miliardi di euro nella manovra finanziaria di dicembre.
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