Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture: «Da Napoli alla Sicilia, così cambiamo il Sud»

Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture: «Da Napoli alla Sicilia, così cambiamo il Sud»
di Nando Santonastaso
Mercoledì 16 Febbraio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 15:15
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Ministro Giovannini, le risorse del Fondo sviluppo e coesione 2021-27 si anticipano e si spendono, la novità rispetto al passato è decisamente notevole. Non c'è solo il Pnrr
«È esattamente così - risponde Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili - Le decisioni adottate dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) confermano quello che avevo già indicato tempo addietro, e cioè che c'è vita oltre il Pnrr. Allora, forse era sembrata un'affermazione come un'altra, in realtà voleva significare che la pur comprensibile attenzione sul Pnrr non poteva né doveva prescindere dall'esistenza di altri strumenti come quello appena attivato. Non erano promesse, insomma, e i fatti lo dimostrano».

Opere e interventi anche dopo il 2026 indicano un percorso, non ci si fermerà dopo il Pnrr: è così?
«È la riprova di un cambiamento di prospettiva concreto che il nostro ministero ha proiettato su un arco temporale di 10 anni.

Lo ha riconosciuto lo stesso presidente della Regione Campania, De Luca, l'altra sera nell'intervista con Fabio Fazio. E in questi dieci anni se sommiamo tutte le risorse di nostra competenza, dai 61 miliardi del Pnrr ai 32 miliardi della Legge di Bilancio e ai 6,3 miliardi anticipati attraverso l'Fsc, si arriva a 100 miliardi di investimenti, con una quota straordinariamente alta per il Mezzogiorno. Sui soli 5,4 miliardi immediatamente cantierabili con l'Fsc, ben più dell'80% arriverà al Sud».

Con il suo ministero il dialogo di Regioni e Comuni del Sud è sempre stato del resto molto pragmatico.
«Da settembre ho incontrato tutti i presidenti di Regione per avviare una co-programmazione degli interventi stradali, ferroviari, idrici e del trasporto rapido di massa in modo da rafforzare o integrare le progettualità del Pnrr. È stato così possibile identificare opere immediatamente cantierabili per 4,7 miliardi e altre, comunque importanti, per 1,6 miliardi che saranno deliberate dal Cipess non appena i progetti di fattibilità tecnico economica saranno completati. Abbiamo così aggiunto altri 6,3 miliardi alla dotazione complessiva di risorse per infrastrutture e sistemi di trasporto con connessi a quelli già previsti dal Pnrr, dal Fondo complementare e dalla Legge di bilancio».

Faccia qualche esempio, ministro.
«Penso a Napoli: oltre alle risorse del Pnrr, la città riceverà una quota consistente dei 3,6 miliardi previsti dalla Legge di bilancio per le metropolitane. A tutto ciò aggiungiamo le risorse dell'Fsc per il collegamento metropolitano con la stazione di Afragola e con Bagnoli: da quanto tempo si chiedeva un intervento del genere? Ora si potrà fare, ma gli esempi di questa concretezza sono tanti. Pensi alla linea ferroviaria jonica, per la quale è previsto il completamento dell'elettrificazione; o al potenziamento del polo ferroviario di Bari Nord, centrale dopo la realizzazione della linea ad Alta velocità Napoli-Bari; o all'investimento sulla strada statale Jonica o ancora alla diga di Campolattaro. Tutti interventi di cui si parla da tempo e che ora diventano concreti, in una logica sinergica con Pnrr e Fondo complementare. Senza dimenticare che godranno delle semplificazioni operate nei mesi scorsi, mentre quelle ferroviarie anche delle procedure rapide del Pnrr e delle nuove linee guida del Consiglio superiore dei lavori pubblici che richiedono la relazione sulla sostenibilità».

C'è grande attesa per il dibattito pubblico che accompagnerà la progettazione di fattibilità della Salerno-Reggio Calabria ferroviaria.
«In questo momento ci sono 9 dibattiti pubblici avviati e altri seguiranno a stretto giro su opere infrastrutturali complesse in tutta Italia. Per quelle che si realizzano per lotti, il coinvolgimento degli interlocutori interessati avviene sulla stessa base. La risposta finora è stata molto positiva: a Trento, dove il dibattito pubblico si è concluso, sono state coinvolte ben 6mila persone».

Quando conosceremo il progetto di Rfi sul Ponte sullo Stretto?
«Rfi sta andando avanti nella preparazione della gara, ci diranno presto quali sono i tempi. A prescindere dal Ponte, con la programmazione appena definita in sede Cipess sono stati assegnati 1,2 miliardi di investimenti alla Sicilia e 465 milioni alla Calabria, che si sommano a quelle Pnrr».

Ieri Gianfranco Viesti ha però osservato che è sui bandi e sulla loro difformità da ministero a ministero che si rischia di creare incognite sulle risorse per il Sud e non solo, ignorando il dialogo con il territorio: che ne pensa?
«Dipende dai settori. Nel nostro campo non è vero: non solo perché abbiamo avuto presenze sempre molto consistenti di Regioni e Comuni del Sud in tutti gli ambiti di nostra competenza, come il Pinqua, il Piano per la qualità dell'abitare. Ma soprattutto perché abbiamo destinato esplicitamente al Mezzogiorno gli investimenti, come quelli ferroviari, anche regionali, per le Zes e i porti: sono interventi esplicitamente orientati al Mezzogiorno, che ci consentono di raggiungere il 56% dei 61 miliardi di nostra competenza destinato al Sud. In altre aree ci sono stati problemi di copertura del 40%, ma bisogna saper distinguere. Il punto è che questo Governo sta investendo in modo straordinario sul Mezzogiorno e questo è innegabile». 

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