Eolico, Campania record per i nuovi progetti: «Lo sconto sia per tutti»

La Campania è la prima regione per produzione di energia eolica pari a 3.557 Gigawattora anno, garantita da 625 impianti (quarta in Italia) con una potenza efficiente lorda di 1.770 MW (terza)

Eolico, Campania record per i nuovi progetti
Eolico, Campania record per i nuovi progetti
di Nando Santonastaso
Martedì 4 Aprile 2023, 07:00 - Ultimo agg. 5 Aprile, 09:55
5 Minuti di Lettura

Pochi sanno, forse, che in Campania nel 2022 è stata autorizzata la metà del totale nazionale di nuovi Megawatt di produzione di energia eolica per impianti fino a 30 MW di potenza. Ben 270 su circa 540. «Siamo una Regione che autorizza e dunque particolarmente attrattiva in questo settore», dicono con una punta di legittimo orgoglio all'Unità operativa dirigenziale che si occupa di "Energia, efficientamento e risparmio energetico, Green Economy e Bioeconomia" che fa capo all'assessorato alle Attività produttive. Il dato, emerso in occasione del recente meeting sull'idrogeno organizzato dal gruppo Graded ad Energy Med, conferma una volta di più che il futuro delle rinnovabili per l'indipendenza energetica dell'Italia è soprattutto una questione meridionale.

Per restare alla Campania, parliamo della prima regione per produzione di energia eolica pari a 3.557 Gigawattora anno, garantita da 625 impianti (quarta in Italia) con una potenza efficiente lorda di 1.770 MW (terza). Numeri importanti che aggiunti a quelli che soprattutto dal fotovoltaico provengono dalla Sicilia (seconda per numero di impianti alle spalle della Lombardia) o dalla Puglia (quinta) spiegano perché al Sud il tema delle rinnovabili e delle loro ricadute economiche e sociali era e rimane a dir poco sensibile. E non solo perché la strada che dovrebbe garantire entro il 2030 il sorpasso rispetto alle fonti tradizionali appare ancora lunga e tortuosa: nella sola Campania l'eolico, che copre il 54% della produzione regionale da fonti rinnovabili, contribuisce oggi solo per circa il 30% al totale della produzione di energia elettrica della regione e copre appena il 21% dei consumi. Al centro dell'attenzione c'è ora anche il tema dei ristori, ovvero se e come garantire alle aree territoriali che producono maggiori quantità di rinnovabili, rispetto a quanta ne consumano, adeguati vantaggi fiscali per i loro abitanti, a cominciare dalla riduzione del costo delle bollette. 

Lo aveva detto per primo, sul finire dello scorso anno, il governatore della Calabria Roberto Occhiuto: «Se non si interviene così, garantendo vantaggi ai territori che investono sulle rinnovabili, non ci può essere un reale incentivo allo sviluppo dell'energia pulita» aveva dichiarato a più riprese. Sulla stessa falsariga la decisione del governatore della Sicilia, Renato Schifani, di stoppare le autorizzazioni a nuovi impianti fotovoltaici richieste da società del settore che porterebbero dagli attuali 92 a 300 MW la produzione entro il 2026. Per i governatori, la percentuale del 3% sull'investimento complessivo «in opere compensative», prevista dalla norma a beneficio di chi ospita impianti per le rinnovabili, dev'essere insomma modificata. A Schifani ha risposto ieri il ministro per le imprese e il made in Italy Adolfo Urso in margine al Vinitaly: «Stiamo realizzando in Sicilia il più grande stabilimento di pannelli solari d'Europa.

Quello stabilimento produrrà nel tempo tutto quello che serve alla realizzazione di pannelli solari nel nostro Paese. I pannelli solari sono la grande scommessa soprattutto delle regioni meridionali per realizzare energia rinnovabile nel nostro Paese e per la Sicilia sono una grande scommessa anche perché creano occupazione». 

«Che la norma si possa cambiare è un ragionamento da prendere ormai in considerazione» dice l'ingegner Fulvio Scia, napoletano, Business Development Manager e Environmental & Energy Advisor. E spiega: «La cosiddetta opera compensativa impatta effettivamente poco sulle tasche dei cittadini che al contrario gradirebbero misure di più immediato ricasco. Per 30 MW di potenza installata si arriva ad un milione di euro in compensazione al territorio che viene in genere destinato ad opere pubbliche la cui realizzazione è in genere lontana nel tempo. Noi invece proponiamo ai sindaci con i quali lavoriamo di dare vita alle comunità energetiche solidali con le quali si può trattenere sul territorio l'energia prodotta e pagarla molto di meno». 

È quanto si appresta a chiedere alla società tedesca Vent1 che ha realizzato a Isola Capo Rizzuto nel Crotonese, in Calabria, il più grande parco eolico d'Italia la combattiva sindaca Maria Grazia Vittimberga: «Avevamo chiuso con grande difficoltà e grazie anche a sentenze giudiziarie una lunga trattativa con la Vent1 per il riconoscimento di arretrati per 5 milioni al Comune che oggi ci permettono di incassare circa 150mila euro mensili. Ora ne apriremo un'altra sul fronte delle opere compensative introdotte dalla Corte costituzionale in materia di ristori: pensiamo di utilizzarli per ridurre i costi della Pubblica illuminazione, ad esempio, che influisce moltissimo sulle casse comunali, o per ridurre l'importo delle bollette dei cittadini che di questi tempi sono diventate insostenibili per molti». 

Video

La stessa Legambiente Campania, autrice di report di assoluta qualità scientifica sull'utilizzo e le prospettive delle fonti rinnovabili, è da tempo sensibile all'argomento: «La normativa vigente si legge nel dossier "Qual buon vento" 2023 - sancisce che le opere di compensazione possono essere non meramente patrimoniali: si possono dunque tracciare possibilità di sviluppo economico, sociale e culturale dei territori», coinvolgendo le imprese in termini di gestione diretta, ad esempio qualora le opere di compensazione siano legate «allo sviluppo e all'implementazione della produzione collettiva di energia rinnovabile». Così, dice l'Associazione ambientalista, si può pensare seriamente di attrezzare le regioni del Sud come hub energetici per il Paese e anche per l'Europa, trasformando i Comuni in 100 per 100 rinnovabili: un traguardo che però ad oggi, nonostante le risorse del Pnrr e la velocità autorizzativa di Regioni come la Campania (almeno per gli impianti più piccoli) sembra ancora lontano, molto lontano. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA