Europa e nuove generazioni il feeling tra Renzi e Obama

Europa e nuove generazioni il feeling tra Renzi e Obama
di Marco Conti
Martedì 9 Maggio 2017, 11:45
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Milano. «I Democratici sono una grande comunità di donne e uomini che stanno dalla stessa parte nel mondo». Spiegare l'incontro di ieri a Milano tra Barack Obama e Matteo Renzi con le stesse parole usate dal segretario del Pd domenica all'Assemblea del partito, forse non basta. Come non è forse nemmeno sufficiente aggiungere la telefonata che i due fanno dall'hotel Hyatt al nuovo presidente francese Emmanuel Macron e che salda l'asse progressista tra le due sponde dell'Atlantico.

Occorre forse partire da ciò che Renzi invidia più di tutto a Obama, come a Macron. Ovvero essere il frutto di un sistema politico ed elettorale che consente di vincere, di governare per un periodo non lunghissimo di tempo e poi di uscire dalla politica permettendo a giocatori nuovi di entrare in campo. Esattamente ciò ha in testa Renzi e che non consente il sistema istituzionale italiano che invece tende a cementificare le elite scatenando poi - ciclicamente - reazioni di rigetto non sempre ordinate.

Giacca di pelle ed occhiali scuri, Obama. Giacca e camicia bianca senza cravatta, Renzi. Nell'ora e mezzo di incontro pomeridiano nell'albergo al centro di Milano, il tema di come coinvolgere le nuove generazioni alla politica è stato centrale così come il problema del ricambio generazionale.

Un problema, quello dei giovani e del loro voto, importante per Renzi che infatti ha aperto ieri l'altro la direzione del partito a venti giovanissimi. Una missione centrale per la «Obama Foundation» che di fatto sta diventando il thing tank dei millennials che produce la maggiore opposizione alle politiche di Donald Trump. E così, dopo i rituali convenevoli sulla salute di mogli e figli, i due hanno discusso a lungo di sistemi politici, dell'Europa e dei temi che più stanno a cuore alle giovani generazioni, scambiandosi suggerimenti. La tutela dell'ambiente, l'alimentazione, lo spreco alimentare, la sostenibilità dei processi produttivi, sono temi che interessano le nuove generazioni e che in qualche modo giustificano anche la partecipazione dell'ex presidente degli Stati Uniti alla convention sul cibo che oggi si apre alla Fiera di Milano dove Obama, nell'ambito della manifestazione Seeds&Chips organizzata da Marco Gualtieri, terrà uno speach di quarantacinque minuti seguito da un faccia a faccia tra l'ex presidente Usa e Sam Kass, lo chef della Casa Bianca ispiratore dell'orto realizzato da Michelle Obama nel giardino della Casa Bianca. Da tempo tutti esauriti i 3500 posti a sedere, malgrado gli 850 euro necessari per l'accesso e che finiranno alla «Obama Foundation».

Il primo viaggio di Obama da ex presidente avviene in Europa. Prima Milano, poi una breve vacanza nel senese. Poi Londra e poi ancora Berlino. Un riconoscimento significativo, e forse anche un modo per fare ammenda sulla relativa considerazione avuta per il Vecchio Continente nei due mandati alla Casa Bianca. Anche per Renzi si tratta del primo incontro da neo segretario del Pd e che salda un'intesa già celebrata a Washington con la cena avuta alla Casa Bianca al termine del mandato di Obama. Un incontro, quello di ieri pomeriggio in una Milano blindata e poco avvezza ad ospiti così «ingombranti», che oggi avrà una significativa coda nella visita che i due faranno nel primo pomeriggio ai padiglioni fieristici della Food Innovation di Rho.


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