Meloni lancia l’Expo: «Con Roma portiamo la storia nel futuro». Il premier presenta il progetto a Parigi

Il sostegno di Russel Crowe: «Al mio segnale scatenate l’umanità»

Meloni lancia l’Expo: «Con Roma portiamo la storia nel futuro». Il premier presenta il progetto a Parigi
Meloni lancia l’Expo: «Con Roma portiamo la storia nel futuro». Il premier presenta il progetto a Parigi
di Francesco Bechis, inviato a Parigi
Mercoledì 21 Giugno 2023, 00:29 - Ultimo agg. 15:51
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Un voto alla volta. Sei mesi di passione. L’Italia crede ancora all’Expo Capitale. Palais des Congres, Parigi. Il marciapiede è un lungo convoglio di auto blu, scendono ministri, funzionari, ambasciatori, saluti nervosi e sigarette. È il giorno della verità per l’Expo 2030, si correrà qui, nella Ville Lumiere, l’ultimo miglio della corsa per ospitare l’esposizione universale e diventare per un anno l’ombelico del mondo. A novembre il voto finale tra le città rimaste in gara: Roma, Riad, la coreana Busan. L’ucraina Odessa è rimasta fuori: l’Expo è per i tempi di pace. Ci crede la Città eterna e sfida i pronostici che danno i sauditi in vantaggio.

Ci crede l’Italia e per questo, alla riunione della 172esima assemblea del Bureau international des expositions (Bie) il sistema Paese si presenta con una rappresentanza di primo piano: la premier Giorgia Meloni, il governatore del Lazio Francesco Rocca, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. «È una partita complicata, ma ce la giocheremo» esordisce la timoniera del governo italiano. È stata convinta all’ultimo dal comitato promotore e dal presidente Giampiero Massolo che il fattore G di Giorgia, il blitz in persona a Parigi, può cambiare il bilancino dei voti che per ora pende a favore dell’Expo saudita. 

Meloni arriva e difende la causa. «È una candidatura solida.

Si fonda sul rapporto tra rigenerazione del territorio e grandi opere, dimostra che possono convivere». Si accoda Gualtieri, che punge i sauditi lí dove fa più male: «I diritti civili sono un aspetto fondamentale. L’Italia è un Paese aperto e accogliente. Speriamo che chi voti ne tenga conto». Rocca annuisce, sottoscrive. Non c’è partito che tenga: sotto il tendone di Expo la delegazione italiana canta all’unisono. L’Italia, qui, gioca davvero fuori casa. La Francia ha promesso il suo voto a Riad da tempo ormai. 

In assemblea, di fronte a buona parte dei 179 delegati accorsi a Parigi, la premier si lancia nell’arringa finale per il progetto italiano: «Sono qui per convincervi». Prima parlano tra gli altri Carlo Ratti, l’archistar che ha firmato il progetto di Roma 2030, il più grande parco solare urbano al mondo a Tor Vergata. Con lui, applauditissima, Astro-Samantha Cristoforetti: «Da Roma lo Spazio è ancora più bello. Venite a vedere». Sullo schermo c’è Russel Crowe in uno spot tra i fori romani: «Al mio segnale...salvate l’umanitá». 

 

L’IDENTITÀ

Meloni ne fa una questione personale. «Roma è la mia cittá, qui è dove sono nata e ho le mie radici identitarie». È universale e conservatore l’Expo ai tempi di Giorgia premier: «L’identità è la cosa più preziosa che abbiamo». La raccontano determinata, parecchio irritata, Meloni, da quelle feluche nostrane che già si stringono nelle spalle e sospirano: i giochi sono fatti. «E invece no», ripete lei ai suoi. Certo la concorrenza saudita è forte. Il principe Bin Salman è a Parigi da venerdì. La sua corte faraonica si sposta da un ricevimento di Macron a una festa in ambasciata. Presenti, va da sé, i delegati Bie che dovranno votare, il segretario generale Dimitri Kerkentes. Lo incontra anche Meloni per un vis-a-vis al primo piano del palazzo dei congressi, il terzo in tre mesi. C’è una certa simpatia, ai vertici dello storico Bureau, per la causa italiana. La commissaria dell’Angola Albina Assis Africano, vice della delegazione che a febbraio e  aprile si è fatta cullare dalla Capitale in un tour tra parchi acquedotti e rovine romane, mette le mani avanti: «Non posso dire per chi voto». Poi sottovoce: «Ma io tifo Roma». In serata il gran finale nel giardino floreale dell’ambasciata italiana a Rue de Varenne. Davanti a un parterre de rois - ci sono i delegati del Bie ma anche i due vertici di Leonardo Pontecorvo e Cingolani, militari e grand commis - Meloni vestita di bianco cala la carta finale: «Stasera vi stupiremo». Alle sue spalle suonano i violini, partono spettacolari coreografie acquatiche. Irrompe la voce di Elisa con “A modo mio” e tutti si inebriano di questa notte italiana a Parigi. Chissà che basti per l’Expo Capitale. 

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