Alleati gialloverdi separati in piazza: la Lega a Roma, M5S con i no Tav

Alleati gialloverdi separati in piazza: la Lega a Roma, M5S con i no Tav
di Mario Ajello
Sabato 8 Dicembre 2018, 09:00 - Ultimo agg. 11:51
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Alleati separati in piazza. Il giallo-verde oggi divide i suoi colori. E c'è una sorta di contrapposizione, a distanza e il più possibile ma neanche tanto dissimulata, tra la piazza leghista con cui Matteo Salvini vuole celebrare la nuova forza - stando ai sondaggi e all'iper-protagonismo del suo leader - del Carroccio, e la piazza grillina No Tav a Torino. Grillina?

Sì, perché i ministri M5S non andranno, anche se sono lì con il cuore, come ripetono vari di loro, ma un bel pezzo del movimento ci sarà e anche parlamentari oltre che consiglieri, per non dire del vicesindaco di Torino - e soprattutto, pur non essendoci di persona, Beppe Grillo si è fatto portavoce dell'evento, sponsor e anima di questa sfilata contro la Torino-Lione.

Ed è quasi un modo, quello del fondatore di M5S, No Tav da sempre e sempre di più, per fare da contraltare anche comunicativo a Salvini.
 
Per non lasciare che la piazza romana in verde si prendesse tutta la scena. Ieri Grillo infatti è andato all'attacco. La Tav «non è progresso», ha detto ieri nel blog, e con l'opera «ci guadagnerà soltanto chi la costruirà».

L'affondo è contro gli imprenditori delle piazze Sì Tav, contro le madamine, contro l'intero fronte ampio - con dentro anche i leghisti - dello sviluppismo nazionale che non sopporta l'ideologia molto grillina da decrescita felice. «È curioso come, a difendere un buco mai fatto in val di Susa, troviamo persone che riferiscono di appartenere a tutto lo spettro delle realtà produttive», scrive Beppe e ancora: «Fanno un gioco di prestigio, mettono insieme Pil e progresso». Che secondo Grillo sono due termini che fanno a pugni.

Gli alleati di governo si contano e si contrappongono dunque. E i No pentastellati che grideranno a Torino sono i Sì (alle grandi opere) che la Lega non smette di ripetere, anche se - per carità di patria, ossia per non far saltare il governo - per ora Salvini non dice con nettezza tutto quello che vorrebbe probabilmente dire a favore dell'Alta Velocità.

Ecco, la distanza tra le due piazze non è soltanto geografica. Sarà «una festa» quella del Carroccio (Parola del Capitano), e sarà una protesta quella anti-No Tav.
La Lega si è mossa in grande stile: duecento, in totale, gli autobus provenienti da tutta Italia cui si aggiungono tre treni speciali. A Piazza del Popolo si attendono decine di migliaia di persone. «Puntiamo a centomila», dice Salvini. Il quale farà un punto sulla «sua» Lega, con un occhio alle Europee ma limando, probabilmente, gli attacchi ad una Unione europea con cui è nel vivo la trattativa sulla manovra.

«L'Italia rialza la testa», è il titolo dell'evento. Ed è un'Italia leghista che, per la prima volta in maniera evidente, dimostrerà come il partito di Salvini è nazionale e non più settentrionale, con un numero crescente di esponenti anche nel Mezzogiorno e in particolare in Campania.

Il mondo produttivo, Sì Tav, che i manifestanti di Torino hanno come bersaglio è lo stesso che domani verrà ricevuto da Salvini al Viminale e la sintonia tra il Capitano e le associazioni, specie quelle dei piccoli che andranno in visita, è fuori discussione.

Ma il leader del Movimento Cinque Stelle Di Maio, per non lasciare questo pezzo d'Italia cruciale, questo motore economico della nazione, agli alleati-rivali leghisti, martedì riceverà a sua volta i rappresentanti degli imprenditori e dunque la gara è tra le piazze ma anche fuori dalle piazze.

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