Due viceministri e due sottosegretari: s'allarga il valzer delle caselle in bilico

Due viceministri e due sottosegretari: s'allarga il valzer delle caselle in bilico
di Francesco Lo Dico
Domenica 9 Giugno 2019, 08:00 - Ultimo agg. 11:23
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Non è casuale lo scontro che ha portato ieri Tria e Giorgetti al centro del ring. Sullo sfondo della grande crociata aperta dalla Lega a favore dei minibot, si agita già l'ombra imminente del rimpasto di governo che dovrebbe portare il sottosegretario leghista favorevole alla valuta alternativa alla guida del Mef, e l'attuale ministro dell'Economia a Bruxelles in qualità di commissario europeo all'Industria. A completare il nuovo scacchiere di governo al quale lavorano da qualche giorno Di Maio e Salvini - spiegano fonti di Palazzo Chigi - ci sono poi altre due pedine che potrebbero presto andare a dama. Oltre a espugnare il ministero dell'Economia, la Lega starebbe per affondare le mani anche sugli Affari europei, dove tra i due vicepremier è accordo totale su Guglielmo Picchi, attualmente sottosegretario agli Esteri.
 
Ma l'aggiunta di due nuovi ministeri nel portafoglio del Carroccio non rappresenta uno smacco assoluto per Di Maio, che attraverso il via libera per Giorgetti al Tesoro, riuscirà probabilmente a conservare sotto le insegne stellate il ministero delle Infrastrutture più volte reclamato dall'alleato. L'attuale titolare del Mit Danilo Toninelli ha le ore contate, ma il Movimento conta di sostituirlo con l'attuale sottosegretario agli Affari regionali Stefano Buffagni, o con l'attuale capogruppo grillino al Senato Stefano Patuanelli, di professione ingegnere.

Una volta chiuso il grande gioco del domino per le posizioni di governo apicali, si aprirà poi la fase due del rimpasto che inaugurerà il grande valzer dei sottosegretari a Cinque Stelle. «Nelle prossime settimane individueremo i sottosegretari da rimpiazzare», ha preso tempo Luigi Di Maio. Che non ha ancora deciso se affidare le sorti dei suoi sottosegretari alla graticola nelle commissioni di riferimento, o se invece interverrà in prima persona per rimpiazzare quelli che non godono più della sua fiducia e di quella del suo inner circle. Al di là del metodo che sarà individuato, le fonti grilline interpellate dal Mattino convergono. In bilico ci sarebbero almeno quattro sottosegretari: i due salernitani Angelo Tofalo (Difesa) e Andrea Cioffi (Sviluppo economico), il viceministro all'Istruzione Lorenzo Fioramonti, e il numero due della Farnesina, Emanuela Del Re. «In commissione Esteri annota il senatore napoletano Gianluca Ferrara - siamo soddisfatti dell'operato di Del Re, e in modo particolare di quello di Di Stefano che è sempre presente e tempestivo di fronte alle nostre esigenze. Purtroppo non c'è da parte del ministro la stessa disponibilità, che ancora non ha risposto alle nostre richieste di chiarimento sulle armi in Yemen».

Ma a dire l'aria che tira, Ferrara è piuttosto netto sul sottosegretario Tofalo: «Dovrebbe ricordarsi che il M5s è nato il 4 ottobre e che la nostra base non vuole gli F35, basta continuare ad atteggiarsi come Rambo». Fatale, al sottosegretario del M5s potrebbe essere però lo scontro con il ministro Elisabetta Trenta, accusata di «dare retta a capi e capetti» e di fare la guerra a Salvini. «Se è diventato leghista, si candidi con loro alle prossime elezioni», è il siluro che arriva contro Tofalo da palazzo Chigi.

A breve potrebbe lasciare il Mise anche Andrea Cioffi, sul quale Luigi Di Maio avrebbe raccolto decine di lamentele dalle commissioni di riferimento. «Non risponde al telefono a nessuno, è sempre irreperibile e poco disponibile», è il leitmotiv che accompagna le proteste dei peones stellati. Più o meno simili, i feedback che arrivano dalle commissioni per il viceministro degli Esteri Emanuela Del Re, tecnico prestato alla politica e scelto da Di Maio nella squadra virtuale di governo prima delle elezioni, che tuttavia non si sarebbe integrata con la vecchia guardia del Movimento e viene avvertita come un corpo estraneo.

Viaggerebbe, infine, ben lontano dalla riconferma un'altra «punta di diamante» di Luigi Di Maio, l'attuale sottosegretario all'Istruzione Lorenzo Fioramonti. Il capo politico grillino aveva indicato prima delle Politiche l'economista come titolare del Mise, ma l'avventura al Miur è stata finora costellata da molte difficoltà, a causa dei rapporti molto tesi con il titolare Bussetti specie in tema di autonomia del Nord, di cui Fioramonti è un fiero oppositore. Sembrano infine privi di fondamento i rumors che davano per imminente la bocciatura di Mattia Fantinati, fedelissimo di Luigi Di Maio, alla Pubblica amministrazione. «Gode della piena fiducia di Luigi», smentiscono dal ministero dello Sviluppo.

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