«Non è vero che ho accusato i pm di aver diffuso le intercettazioni» ma «c'è stato un difetto di vigilanza», «quando usando questo strumento delicatissimo che vulnera, non vigili abbastanza per evitare che persone che non c'entrano nulla con le indagini vengano delegittimate». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, illustrando le linee programmatiche. «Il vulnus non ha colpito solo politici e amministratori, ma anche magistrati», ha ricordato, citando anche Loris D'Ambrosio, deceduto «forse perché coinvolto in questa porcheria di diffusione arbitraria». «Sono disposto a battermi fino alle dimissioni», ha detto.
Il nodo informazione
«Voglio che qualcuno mi dica che è tollerabile che escano sui giornali», ha ribadito, ma «se esiste un modo per coniugare la forza delle indagine e la segretezza delle comunicazioni siamo perfettamente d'accordo». «C'è un rimedio? In parte c'è - secondo Nordio -, sono le intercettazioni preventive. È vero che negli altri Stati esistono le intercettazioni, ma sono solo quelle che noi chiamiamo preventive: segretissime, servono come spunto di indagine e sono conservate nella cassaforte di chi le ha autorizzate sotto la sua responsabilità». «Non si troverà uno scritto in cui dico che vanno eliminate, vanno regolamentate, e impedito che chi non è direttamente coinvolto possa essere delegittimato», ha concluso.
La separazione delle carriere
«Quando si parla di separazione delle carriere, di discrezionalità dell'azione penale, di differenza tra giudice del fatto e giudice del diritto non si tratta di ideologia o di aspirazione metafisiche ma di introdurre un sistema coerente.
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