Luigi Di Maio, ritorno alla politica: è in corsa come inviato Ue, al palo gli altri ex grillini

Anche Draghi ha dato il suo benestare durante gli ultimi colloqui estivi con i vertici di Bruxelles

Luigi Di Maio a Bruxelles
Luigi Di Maio a Bruxelles
di Adolfo Pappalardo
Domenica 13 Novembre 2022, 10:00 - Ultimo agg. 14 Novembre, 07:31
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Potrebbe essere un grande ritorno. O, almeno, un atterraggio morbido con paracadute annesso sul terreno della politica. Perché l'ex ministro degli Esteri, e sopratutto ex enfant prodige dell'M5S prima di fondare un suo partito (quell'Impegno civico ghigliottinato dalla mannaia dello sbarramento), Luigi Di Maio sarebbe in corsa per la carica di inviato della Ue nel golfo Persico. Notizia rimbalzata da Bruxelles anche se la commissione Europea ufficialmente non conferma e non smentisce come prassi i rumors.

Fonti bene informate però chiariscono come l'ipotesi che l'ex ministro rappresenti la Ue in un'area cruciale dal punto di vista energetico sia più che credibile. Nella short list per l'incarico ci sono altri tre nomi (un ex ministro greco, cipriota e slovacco) ma il suo avrebbe molte più chance. Non solo perché l'Italia in questo quartetto è il Paese più forte ma anche perché c'è un rapporto molto stretto tra Di Maio e l'alto Rappresentante Ue per la politica estera, lo spagnolo Josep Borrell (a cui spetta la scelta dopo le audizioni che si sono svolte la scorsa settimana davanti ad un panel di esperti).

E tanto per capire la vicinanza tra i due, lo scorso 17 ottobre in Lussemburgo all'ultimo consiglio degli Affari Esteri, fu proprio Borrell a ringraziare pubblicamente il ministro uscente, innescando il lungo applauso dei suoi omologhi europei. Insomma per il politico di Pomigliano d'Arco sembra alla portata di mano un incarico che lo farà rientrare in politica dalla porta principale. Il ruolo, infatti, è considerato di grande importanza dai vertici Ue e non a caso se ne parla da mesi.

«Nomineremo un inviato speciale dell'Unione europea per la regione del Golfo perché sappiamo che le questioni di sicurezza in quest'area sono molto importanti per noi. Non solo per l'Iran. Si pensi alla guerra in Yemen, ad esempio. Non solo per l'energia, ma perché in questa regione la transizione verso un'economia verde sarà uno degli aspetti più importanti per noi, per loro e per l'umanità», spiegava Borell il 21 febbraio scorso nel corso del summit tra Ue e Paesi del golfo a Bruxelles. Appena tre giorni prima dello scoppio della guerra in Ucraina quando proprio questi paesi sarebbero diventati nevralgici per garantire le forniture di gas verso l'Europa. 

Ufficialmente l'Italia non c'entra in questa nomina ma sembra che durante gli ultimi colloqui estivi con i vertici di Bruxelles l'ormai premier uscente Mario Draghi abbia dato il suo benestare. Anche se, in queste ore, ci sarebbe una certa irritazione da parte del nuovo esecutivo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni. Un malessere che non viene fatto trapelare ma sol perché Di Maio avrebbe un ruolo chiave per le forniture energetiche verso la Ue. Unica eccezione è il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri che ci va giù duro: «Capisco che è disoccupato, ma si trovi un normale lavoro e non continui a portare all'interno di istituzioni la sua totale inadeguatezza. Personalmente riterrei da parte dell'Unione Europea l'affidamento di un incarico a Di Maio un'autentica provocazione nei confronti dell'Italia. Dopo i tanti danni fatti alle istituzioni e alla politica Di Maio invece che farsi inviare nel Golfo Persico si faccia inviare a casa e ci rimanga».

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Nessun commento, invece, arriva dagli ex compagni di partito che, a differenza di Di Maio, si sono dovuti reinventare una vita dopo l'uscita dal Parlamento. È il caso di chi ha militato in Impegno Civico ma anche nell'M5s. Come l'ex ministro Vincenzo Spadafora ora in Sud America per una missione in Ecuador e Colombia con una onlus milanese di cooperazione internazionale.

Altri invece hanno cambiato completamente attività. Come l'ex sottosegretario ai Trasporti Michele Dell'Orco che, con la sorella del collega Giuseppe Brescia, ex presidente della commissione Affari costituzionali, ha aperto un ristorante a Prati. Così come la ex sindaca di Roma Virginia Raggi che si è rimessa a fare l'avvocato ma mantenendo il seggio da consigliere e un impegno nelll'M5S: siede nel comitato di garanzia assieme ad un altro ex come Roberto Fico

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