M5S, i big disertano Napoli
E i ribelli sfidano Di Maio

M5S, i big disertano Napoli E i ribelli sfidano Di Maio
di Carlo Porcaro
Giovedì 10 Ottobre 2019, 09:12 - Ultimo agg. 14:08
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Dovrebbe essere una festa per celebrare i dieci anni di compleanno del Movimento Cinquestelle. Invece, la due giorni sabato e domenica prossimi alla Mostra d'Oltremare di Napoli di Italia a 5 Stelle si presenta carica di dissenso interno. Alla manifestazione parteciperanno i big come il capo politico Luigi Di Maio e il presidente di Rousseau Davide Casaleggio nonché probabilmente il garante Beppe Grillo, ma fanno rumore le numerose defezioni e le proteste annunciate dagli attivisti che pensano addirittura di esporre striscioni contro il ministro degli Esteri.

 

LE ASSENZE
Non ci saranno le vittime del Conte bis, quali l'ex ministro della Salute Giulia Grillo, un'altra ex ministra del primo governo Conte, la senatrice e volto storico del Movimento, Barbara Lezzi e Gianluigi Paragone, il senatore filo-Lega dei grillini. «A Napoli? Non ne ho proprio voglia ha detto Lezzi - non è dissenso il mio, ma assenza di entusiasmo». Più tranchant Paragone: «Abbiamo fatto un governo col Pd, cosa posso raccontare io a Italia 5 Stelle? È ovvio che me ne starò a casa mia». E non ci sarà neanche il battitore libero Alessandro Di Battista, lontano per motivi personali. Scendendo a livello degli storici meet-up, l'atmosfera si fa ancora più incandescente. C'è malcontento a Napoli, una fronda casertana, un gruppo giuglianese che fa capo al consigliere comunale Nicola Palma ed un gruppo di storici militanti vicini all'espulsa Paola Nugnes.
IL DOCUMENTO
Addirittura è stato prodotto un documento durissimo all'ultima riunione degli attivisti campani a Volla. Si è riunita «per individuare regole di trasparenza e partecipazione democratica che, ispirandosi al sistema di valori e di principi fondanti che hanno caratterizzato l'etica del MoVimento Cinque Stelle ai suoi albori, riportino al centro del dibattito politico il ruolo fondamentale della base», la premessa. Al secondo punto all'ordine del giorno «l'abolizione della figura del capo politico e il ritorno ad una struttura decisionale orizzontale, secondo il principio della democrazia dal basso»; poi hanno invocato «l'istituzionalizzazione del meetup, già baluardo della vita civile e politica sul territorio, attraverso il suo riconoscimento nell'ambito dell'associazione Rousseau quale organo politico-decisionale»; proposta infine la possibilità di sfiduciare i portavoce.
Il legale che ha difeso con successo molti ex attivisti del M5S espulsi in maniera illegittima o quantomeno assai dubbia dallo staff di Grillo e di Rousseau ha scritto un post che riassume la situazione: «Non si capisce che decennale si intenda celebrare a Napoli. Esistono 3 associazioni denominate MoVimento 5 Stelle e quella che festeggerà il decennale a Napoli ad ottobre non è quella fondata da Grillo e Gian Roberto Casaleggio il giorno di San Francesco del 2009».
LA RIORGANIZZAZIONE
Per disinnescare tutte queste mine, Di Maio presenterà la nuova organizzazione interna del Movimento. Lui resta il capo indiscusso per altri tre anni, ma sul territorio ci saranno figure intermedie - i facilitatori per dare l'idea di non allontanarsi dalla base così fremente. Che cosa bolle in pentola? Il Movimento si sta tramutando geneticamente sempre più in partito, questa è la verità che nessuno più nega all'interno. Il cambio di rotta al Governo, dall'alleanza con la Lega che spostava l'asse a destra e verso Nord a quella col Pd che riporta l'ago verso sinistra con propensione favorevole al Sud, è stato vissuto dalla pancia del Movimento Cinquestelle come un gesto improvviso, non condiviso, utile solo a piazzare i fedelissimi di Di Maio e basta. Senza una vera prospettiva politica, se non quella non digerita da tutti di legarsi al Pd non solo nei palazzi romani ma anche nelle regioni al voto. In Campania, per esempio, i portavoce regionali non intendono replicare lo schema nazionale ed hanno alzato il tiro nei confronti di un De Luca che ha provato, con una sortita personale, a contattare un singolo consigliere ricevendone un diniego prima e una caterva di insulti dopo.
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