Meloni va a Caivano dopo gli stupri: «Veniamo a bonificare Parco Verde». Vertice sulla sicurezza

L’annuncio della premier: «Non farò passerella, sistemeremo il centro sportivo abbandonato»

Meloni va a Caivano dopo gli stupri: «Veniamo a bonificare Parco Verde». Vertice sulla sicurezza
Meloni va a Caivano dopo gli stupri: «Veniamo a bonificare Parco Verde». Vertice sulla sicurezza
di Andrea Bulleri
Martedì 29 Agosto 2023, 00:01 - Ultimo agg. 17:44
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«Andrò a Caivano». Giorgia Meloni lo mette in chiaro subito, di fronte ai ministri riuniti a Palazzo Chigi per il Cdm. La richiesta di aiuto di don Patriciello non può – né deve – restare inascoltata. Perché non è accettabile che, come molti hanno denunciato dopo lo stupro delle due cuginette di 12 e 13 anni, esistano zone franche in cui uno Stato assente lascia campo libero a bande di criminali, che stringono un intero quartiere nella morsa della paura. Eccolo, il messaggio che la presidente del Consiglio intende portare al Parco verde, alla periferia di Napoli. Con una linea che Meloni ci tiene a rendere esplicita di fronte ai colleghi dell’esecutivo: «Non sarà una semplice visita. Né, peggio, una passerella». Ma un modo «per offrire sicurezza alla popolazione, e per offrire ai giovani la possibilità di praticare sport, anche di livello», in quello stesso luogo che è stato teatro di violenze e ferocia. 

Stupro a Caivano, la lettera a Meloni della mamma di una vittima: «Ci porti via da questo inferno»

IL COMITATO

Un annuncio, quello della trasferta nel Napoletano, ancor più carico di significato, dal momento che arriva nello stesso giorno in cui la mamma di una delle due bambine vittime di violenza sessuale scrive alla premier.

E sempre ieri è stato reso noto che venerdì, a Caivano, si terrà il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica: un vertice delle forze dell’ordine convocato dalla prefettura, al quale potrebbe partecipare il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, per fare il punto sulle azioni da intraprendere per garantire la legalità. Del resto lo shock della premier è stato profondo, nel leggere le notizie degli abusi. «Sono rimasta profondamente colpita, come immagino tutti voi», dice Meloni ai ministri : «Le cronache ci hanno riportato notizie terribili e credo sia necessario che questo Consiglio dei ministri esprima solidarietà alle vittime e alle loro famiglie. Così come, e credo di interpretare il sentimento di tutti, esprimiamo tutta la nostra vicinanza alla giovane vittima del terribile stupro di Palermo». 

Ma le parole non bastano. «L’obiettivo del Governo – spiega Meloni – è di “bonificare” l’area, garantendo che per la criminalità non esistono zone franche». Ecco perché «intendo raccogliere l’invito formulato da don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, a recarmi sul luogo». Non solo: «Insieme ai ministri Piantedosi e Abodi, ritengo che il Centro sportivo debba essere ripristinato e reso funzionante, immaginando – una volta superate le formalità burocratiche, ma il prima possibile – di affidarne la gestione al gruppo sportivo delle Fiamme Oro». Ancora da decidere la data della trasferta, che a quanto filtra potrebbe non essere a strettissimo giro, considerati sia gli impegni internazionali di Meloni, sia la volontà di offrire risposte concrete alla popolazione. Risposte che, inevitabilmente, presuppongono un certo lasso di tempo per tradursi in provvedimenti operativi. 

IL SEGNALE

Intanto però il segnale di attenzione di Palazzo Chigi viene accolto a braccia aperte da don Patriciello. «Ringrazio il presidente del Consiglio che ha accolto il mio invito», commenta il parroco anti-clan. «Meloni ha mostrato sensibilità. E da credente – aggiunge – ringrazio il Signore che ci dà la forza di andare avanti e di non arrenderci». Da anni il sacerdote si batte per una maggiore presenza dello Stato nelle zone controllate dalla camorra. Ed è ciò che aveva ribadito nell’omelia all’indomani della rivelazione degli stupri, condannando l’omertà di una parte della popolazione da una chiesa semi deserta. Per questo don Patriciello aveva scritto una lettera alla premier. «Venga a Caivano – l’invito –, che è in Italia e i nostri bambini sono italiani». Tra i due c’era già stato un carteggio a gennaio, quando il parroco aveva inviato un messaggio a Palazzo Chigi per ricordare il vicedirettore del carcere di Poggioreale ucciso il 14 aprile 1981. «Caro Don Maurizio – era stata la risposta della premier in quell’occasione – L’Italia non potrebbe fare a meno di persone come te che, ogni giorno, si mettono al servizio della propria comunità e non si rassegnano all’idea che non si possa cambiare nulla». 

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