Def, l’imbarazzo di Meloni: «Brutta figura. Uno scivolone, troppi doppi incarichi»

Il premier a Londra bacchetta i deputati

Def, l’imbarazzo di Meloni: «Brutta figura. Uno scivolone, troppi doppi incarichi»
di Francesco Malfetano
Venerdì 28 Aprile 2023, 00:00 - Ultimo agg. 12:05
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dal nostro inviato


LONDRA «Non è stata una bella giornata». A Roma la chiudono così. A consiglio dei ministri concluso e votazione dello scostamento di bilancio del Def riprogrammata per oggi, i vertici del governo tirano un sospiro di sollievo. La “crisi” è stata gestita e, garantiscono, i banchi di Camera e Senato questa mattina saranno pieni. Ciò che resta però, spiega un ministro, è «una sciatteria» che ha mandato Giorgia Meloni «fuori dalla grazia di dio», anche perché ha «oscurato» una visita, quella a Londra, a cui la premier teneva particolarmente. Quando poco prima delle 16 la maggioranza inciampa a Montecitorio andando sotto in una votazione considerata blindata, Meloni è al numero 10 di Downing street, contrattando con Rishi Sunak per un memorandum of understanding che stringe l’asse tra Roma e gli inglesi. Le delegazioni sono al lavoro, i telefoni lasciati all’ingresso squillano a vuoto. 


LE ORE DI TENSIONE
Per quasi un’ora il governo resta in sospeso. È il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che riesce a raggiungere prima lo staff e poi lei, “bloccata” in una conversazione privata con Sunak. L’associazione tra lo stop improvviso alla Camera e il ponte lungo dei parlamentari tra il 25 aprile e il 1 maggio a quel punto è immediata. Il conteggio anche: in proporzione rispetto al numero dei parlamentari le assenze ingiustificate sono molte di più tra le fila della Lega e di Forza Italia. 
La reazione, davanti ad uno dei principali alleati del Paese, è l’unica possibile: un gelido «risolvete» affidato all’uomo di cui si fida di più, il sottosegretario Alfredo Mantovano, prima di raggiungere la cattedrale di Westminster per una visita irrimandabile.

E quindi Roma si mette in moto e, instradata anche dai consigli del Quirinale, ecco il necessario Consiglio dei ministri che, senza premier, in poco più di dieci minuti rattoppa il testo e lo rispedisce in Aula. 


A livello politico però la questione non è chiusa, serve un intervento in prima persona di Meloni. Arriva - inatteso - sacrificando mediaticamente il viaggio nel Regno Unito sotto un profluvio di dichiarazioni. «Sul Def oggi (ieri ndr) alla Camera è stato fatto un brutto scivolone - attacca la premier parlando con i cronisti - Credo che tutti vadano richiamati alla loro responsabilità. Noi affrontiamo una soluzione non facile, non ci stiamo risparmiando e non può farlo nessuno». Se ai suoi di FdI arriva in chat un prosaico «sono senza parole», con gli alleati non è ancora il momento per un chiarimento. E quindi con la garanzia che il cdm del primo maggio non slitterà e varerà il Dl lavoro con la riforma del Reddito di Cittadinanza, l’ascia di guerra è momentaneamente sotterrata: «Non vedo segnali politici». 


I NODI MES E PNRR
A questo punto Meloni è un fiume in piena e commenta tutte le vicende dell’ultima settimana. Il Mes? «Non ho cambiato idea e soprattutto mi sembra che sia una micro-questione nel tema complessivo che stiamo trattando». La sostenibilità del debito messa in discussione dai mercati? «Non servono parole, credo che si debbano rassicurare gli investitori perché abbiamo bisogno di chi investe in Italia e compra i nostri titoli di Stato, con i fatti e questo lo abbiamo fatto e continueremo a farlo». Il Piano nazionale di ripresa e resilienza? «Voglio che sia chiaro ancora una volta che noi spenderemo i soldi del Pnrr e che il lavoro che stiamo facendo è determinato a spendere quelle risorse nel migliore dei modi». Infine, dopo un bilancio dell’incontro con Sunak e un endorsement anche alla politica britannica di deportazione in Ruanda degli immigrati irregolari, spazio alle riforme: «Io ho in testa un calendario chiaro e abbastanza serrato». 
Senza fretta però. La premier - salvo cambiamenti di programma dell’ultimo minuto dopo questa giornata convulsa - anche se la visita di stato termina ufficialmente oggi dopo un ricevimento in ambasciata, resterà a Londra anche domani e domenica insieme al compagno Andrea Giambruno e alla loro figlia Ginevra. 

 

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