Meloni: «Sanità, niente tagli. Vorrei confermare il cuneo. Elezione diretta del capo dello Stato? Non sono contraria»

Il premier replica a governatori e scienziati: «Gli stanziamenti sono i più alti di sempre»

Meloni: «Sanità, niente tagli. Vorrei confermare il cuneo. Elezione diretta del capo dello Stato? Non sono contraria»
Giovedì 4 Aprile 2024, 19:50 - Ultimo agg. 5 Aprile, 09:59
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Nel pomeriggio un paio palleggi nel cortile di palazzo Chigi con le campionesse del volley italiano. Poi, sotto rete, su Rai 1 da Bruno Vespa. Giorgia Meloni scende in campo per la campagna elettorale e, in una doppia intervista che ha ormai cadenza mensile, ieri sera ha moltiplicato i fronti di attacco nei confronti della sinistra e rivendicato (quasi) tutte le azioni del governo. A partire dagli stanziamenti per il sistema sanitario. 
 

Condono edilizio, dall'errore formale al tramezzo: tutte le irregolarità da sanare caso per caso

Le parole di Giorgia Meloni

La premier ha ribattuto infatti all’alzata di scudi di esperti e Regioni contro i tagli alla sanità (con queste ultime che hanno annunciato compatte la volontà di ricorrere alla Corte costituzionale se il governo non dovesse cambiare rotta). «I numeri dicono che non è vero» ha affondato la premier «e i numeri non sono opinioni: il fondo sanitario nel 2024 è al massimo storico di sempre: 134 miliardi.

Negli anni prima del Covid stava a 115 miliardi. L’unica cosa che non si può dire è che abbiamo tagliato». Non solo. La premier ha rilanciato annunciando (di nuovo) un non meglio specificato «provvedimento sulle liste d’attesa che non voglio anticipare» e «per i prossimi mesi» l’abolizione del tetto di spesa per l’assunzione di dipendenti nel comparto sanitario. «Tanti piccoli pezzi di un lavoro che darà risultati» è la garanzia che la leader di FdI affida alle telecamere prima di Cinque minuti e poi di Porta a Porta. 

 

 

IL CENTROSINISTRA
In attesa di capire se lo studio di via Teulada sarà lo stesso che ospiterà l’atteso confronto con Elly Schlein, Meloni ha iniziato ad ambientarsi, lanciando a più riprese i suoi strali con il centrosinistra. Il clamore per il caso Ilario Salis? «La campagna politica rischia di non aiutarla, dovremmo abbassare la tensione». La commissione inviata dal ministero dell’Interno a Bari? «Doverosa. Non si può chiedere che amministrazioni di sinistra siano trattati in maniera diversa rispetto alle altre». La controproposta anti-premierato di un sistema tedesco? «Preferiscono un sistema in cui i governi si fanno nei palazzi e sulla pelle dei cittadini». Proprio quello del premierato è uno dei temi su cui Meloni si sofferma di più. «Quello che volevo è una riforma che non mettesse in discussione l’autorevolezza e l’unità che il capo dello Stato garantisce, ma cambia molto quando hai un mandato diretto dei cittadini, ai cittadini rispondi. Quando hai un mandato che viene dai partiti rispondi a loro - ha detto la premier - Il presidente della Repubblica è il garante della Costituzione, questa disparità non la vedo. Dopodiché, vogliamo introdurre anche l’elezione diretta del presidente della Repubblica? Io non sono contraria».


Un vortice di risposte e accuse in cui finiscono tanto le elezioni europee («Il centrodestra non deve dividersi» e comunque «Von der Leyen è la candidata alla commissione della Ppe mentre io sono Presidente dei conservatori europei») quanto la questione dei test psicoattitudinali per i magistrati. «Chi si straccia le vesti su una cosa di buon senso, su cui la maggioranza dei magistrati è d’accordo, non fa un buon servizio alla magistratura» sono le parole scelte dalla premier per avallare l’iniziativa governativa. Appoggio che Meloni, almeno formalmente, non ha invece concesso al vicepremier Matteo Salvini che ha annunciato l’idea di un pacchetto di norme per sanare delle irregolarità. «Salvini mi accennò qualcosa diverso tempo fa, ma non conosco la norma e non sono in grado di esprimere un giudizio». Un minimo di freddezza che, pure, la premier aveva appena smentito in toto parlando di «un’amicizia nata fuori dalla politica» con il vicepremier, e delle lunghe partite a burraco con la sua compagna Francesca Verdini («Ma io sono una molto competitiva, che si arrabbia molto quando perde»). Infine - alla vigilia dell’approvazione del Def - la premier non nasconde un po’ di amarezza per i conti economici del Paese, messi a dura prova dalle spese pazze del Superbonus. «Abbiamo abbattuto il cuneo contributivo, una cosa che vale 100 euro in più al mese in busta paga e che ci è costato da solo 10 miliardi» ha concluso la premier. «Ovviamente sono per mantenerlo nella prossima finanziaria ma quando hai 200 miliardi di bonus edilizi non è facilissimo. Facciamo del nostro meglio».

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