«In ditta operai in nero», nuova bufera sul papà di Di Maio

«In ditta operai in nero», nuova bufera sul papà di Di Maio
di Gigi Di Fiore
Lunedì 26 Novembre 2018, 11:00 - Ultimo agg. 27 Novembre, 06:56
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Uno o più operai al lavoro in nero nell'azienda edile del padre di Luigi Di Maio: è la denuncia-notizia contenuta nel servizio, firmato da Marco Occhipinti e Filippo Roma, andato in onda ieri sera alle «Iene». La vicenda nasce da un'intervista ad un manovale edile, Salvatore Pizzo, al lavoro per due anni nell'impresa «Ardima costruzione», diventata srl nel 2012, di proprietà di Antonio Di Maio, padre del vice premier pentastellato, e della figlia Rosalba.

«Ho lavorato con Antonio Di Maio nel periodo tra il 2009 e il 2010. Sempre al nero e, come me, lavoravano almeno altri 3-4 operai rispetto ai 7-8 dipendenti totali. Ero pagato sempre in contanti, 1200 euro al mese, per otto ore giornaliere dal lunedì al venerdì» racconta Pizzo, padre di tre figli e disoccupato. Tutto, spiega l'operaio, viene fuori dopo un suo infortunio ad un dito, in un cantiere di una casa in via Corradino 43 a Pomigliano. La descrizione è circostanziata e ripetuta: si trattava di lavori «in casa del dottore Maione». Un collega lo soccorre, mentre il sangue esce a fiotti. Viene avvisato Antonio Di Maio, che arriva sul posto e propone di andare al pronto soccorso dell'ospedale di Nola.

Qui Salvatore Pizzo è duro: «Voleva andare lì perché un suo cognato vi lavora da funzionario e poteva coprire la cosa. Aveva timore della denuncia al pronto soccorso e, quando andammo poi al Cardarelli, mi raccomandò di non dire che lavoravo senza contratto né contributi».

Ma il manovale racconta invece tutto e ogni cosa resta nel referto del pronto soccorso, dove gli apmettono dei punti al dito infortunato. La vicenda va avanti, sempre nel racconto del manovale. Per quattro venerdì, Antonio Di Maio lo paga, «sempre al nero», come se lavorasse regolarmente, e lo accompagna alla clinica Villa dei fiori di Acerra per le medicazioni alla ferita. Poi, dopo la guarigione completa, gli avrebbe detto che non c'era più posto per lui e che lo licenziava.
 
A questo punto, Salvatore Pizzo va dal sindacato per chiedere tutela. Si rivolge agli uffici della Cgil e spiega, con le carte rilasciate dall'ospedale Cardarelli, quello che gli è successo. I sindacalisti chiamano Antonio Di Maio, che accetta di assumere per sei mesi Pizzo. Trascorso quel periodo, arriva il licenziamento «per assenza di cantiere e di lavoro».

Disoccupato, con tre figli, Salvatore Pizzo accetta anche i 500 euro di liquidazione. Una vicenda rimasta ignota fino al servizio di ieri sera trasmesso su Italia uno. La versione del manovale viene spiegata e rispiegata, intervallata dalle dichiarazioni ufficiali di Luigi Di Maio registrate alla manifestazione nazionale di Confcommercio, in cui parlò della piccola ditta di famiglia, ribadendo: «Chi ha dipendenti al nero, sicuramente non è una persona onesta». Aggiungendo: «Nella ditta di mio padre, i dipendenti si sentivano anche un po' imprenditori e lui lavorava con loro».

Dalla denuncia alla replica. Sottolineando che «i comportamenti dei genitori non possono ricadere sui figli», viene data a Luigi Di Maio la possibilità di dare la sua versione su quanto denunciato nel servizio. E Di Maio dice: «Non ne so nulla, non avevo in quel periodo nessuna gestione dell'impresa, come anche ora. Vi ho lavorato, sempre regolarmente, qualche estate da operaio».

Poi, quasi una rivelazione intima, una confidenza personale: «Tra me e mio padre, c'è stato un lungo periodo di rapporti non buoni. Un vero black out nei rapporti. Sono ripresi solo negli ultimi tempi. Non so quello che accadeva nella ditta, supponevo sempre che fosse tutto gestito in maniera regolare». E poi aggiunge: «Se fosse vero, certamente sarebbe gravissimo. L'azienda è ora gestita da mio fratello, ma voglio informarmi con mio padre come stanno le cose, verificare. Se posso fare qualcosa per questa persona, ditemelo».

Poi un impegno con l'inviato delle «Iene», Filippo Roma: oggi Luigi Di Maio rivelerà cosa gli ha spiegato il padre su quanto denunciato da Salvatore Pizzo. E oggi quindi si conoscerà la versione, filtrata attraverso il figlio, di Antonio Di Maio. Lavoravano o no al nero alcuni operai nella ditta del padre di Luigi Di Maio, che definisce «disonesti» gli imprenditori che non regolarizzano i loro dipendenti?

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