Battute e molti scongiuri: ecco la carica dei campani a Montecitorio

Battute e molti scongiuri: ecco la carica dei campani a Montecitorio
Valentino Di Giacomodi Valentino Di Giacomo
Venerdì 14 Ottobre 2022, 00:05 - Ultimo agg. 16:55
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Inviato a Roma

«I treni sono in ritardo e poi ci accusano del pericolo di un ritorno del fascismo...». Un deputato è in ritardo a causa dei guasti sulle linee ferroviarie e Michele Schiano, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, new entry a Montecitorio, ha voglia di scherzare. Infatti sono da poco passate le 10.30 e non si è ancora consumato lo strappo al Senato tra Berlusconi e Meloni per l’elezione di Ignazio La Russa a seconda carica dello Stato, ma il clima di allegria termina presto. Bastano infatti poche ore a rabbuiare il clima del Transatlantico e poco c’entra la giornata piovosa. I deputati campani della maggioranza provano a dissimulare mostrandosi sereni in pubblico, ma che ci sia aria di maretta nella neonata coalizione lo dimostra che quando viene chiesto loro di posare tutti insieme per una foto accampano scuse. 

Ci prova Amedeo Laboccetta, ex deputato di An, a provare a rasserenare il clima consegnando tra le mani di Giorgia Meloni, arrivata alla Camera per la prima chiama, un libro che racconta la vita del grande maestro napoletano scomparso Paolo Isotta. I deputati campani di Fdi sembrano soldatini e si schierano per la foto di gruppo tutti vestiti con gli stessi colori. Gli uomini con la cravatta blu e una bandierina tricolore, le donne con tailleur blu e foulard con i colori italiani. «I nostri vestiti - dice la giovane Marta Schifone sui suoi tacchi da 10 centimetri - sono tutti made in Italy». Ma i Fratelli d’Italia si tengono a debita distanza dai colleghi di Forza Italia e Lega che, invece, si dicono disponibili a fare le foto di coalizione. E così l’album del primo giorno di scuola dei deputati campani vede Fdi in una pagina, mentre Lega e Fi in un’altra. Il partito di Meloni chiede intanto ai deputati di trincerarsi in silenzio stampa, c’è Edmondo Cirielli a fare a tutti da chioccia.

Più loquaci le altre forze della coalizione. Viene chiesto alla porticese e compagna di Berlusconi, Marta Fascina, se vuole unirsi per una foto a tutti gli altri deputati campani di Fi, ma la nuova first lady di Arcore preferisce di no. «Sono molto emozionata - dice - anche se non è la prima volta per me rappresentare i cittadini qui a Montecitorio». Tra i nuovi eletti di Fi si segnala Tullio Ferrante, anche lui di Portici e che non nasconde la sua amicizia con Fascina e neppure l’enorme emozione di essere per la prima volta alla Camera. I nuovi eletti (e ormai ex consiglieri regionali) Annarita Patriarca di Fi e Giampiero Zinzi della Lega, stanno per l’intera giornata a parlottare sui divanetti del Transatlantico: «Se dentro l’aula non abbiamo problemi perché facciamo politica da anni, dobbiamo però prendere le misure - spiegano - con queste nuove aule, qui tutto è più grande». A dimostrazione di ciò l’urgenza della maggioranza dei neoeletti dopo molte ore è capire dove si trovino le toilettes. Intanto tra scherzi e chiacchiericci il beneventano Francesco Rubano di Fi ammette di essere entrato in aula facendosi il segno della croce: «Da cattolico spero che Dio assista non solo me, ma il Paese, sento forte la responsabilità di questo impegno». Spunta di tanto in tanto Antonio Tajani a battezzare i deputati campani di Fi con i quali ha fatto quasi tutta la campagna elettorale. Tutt’altra aria tira dalle parti di Gianfranco Rotondi, eletto in quota Fdi, che commenta così il silenzio stampa dei suoi colleghi: «Non mi riguarda, tanto - dice citando Arnaldo Forlani - noi democristiani possiamo parlare per ore senza dire niente». 

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Nel gran salone di Montecitorio arriva poi la pattuglia M5s, sono il gruppo di campani più numeroso. Gilda Sportiello, anni 35, fa la veterana perché è tra i tre eletti in Campania al secondo mandato e fa da chioccia a tutti gli altri. Il più loquace dei nuovi grillini, inevitabilmente, è l’attore Gaetano Amato da Castellammare di Stabia. «Ho già pronte - spiega Amato - tre interrogazioni, la prima è chiedere la restituzione del Doriforo di Castellammare, una scultura che ora è finita in un museo del Michigan al quale, paradossalmente, abbiamo pure prestato delle opere degli Uffizi senza però chiedere indietro questo capolavoro della nostra terra». L’attore si dice già pronto a farsi inserire in commissione Cultura, ma promette che non chiederà indietro pure la Gioconda alla Francia: «No - scherza - sta bene lì». Intanto il videomaker napoletano, Dario Carotenuto, chiede informazioni su come poter cambiare il cellulare: «Questo che ho mi fa partire le telefonate a caso - racconta - e non vorrei che partissero mentre siamo in riunione con Conte». L’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa posa invece con uno dei suoi predecessori, il Verde Alfonso Pecoraro Scanio. «Eppure - dice - nel centrodestra nessuno si è posto come priorità il tema ambientale». 

Assai minuta la delegazione campana del Pd che può contare solo sul neoeletto Marco Sarracino mentre Piero De Luca e Stefano Graziano hanno già all’attivo una legislatura. Sarracino è arrivato con una mascherina rossa: «Volevo dare un segnale di sinistra», Graziano con un’auto 100% elettrica per ripartire da un’anima green. Chissà quanto ci resterà invece a Montecitorio Francesco Borrelli, eletto nei Verdi, ma che potrebbe decidere di restare in consiglio regionale. Intanto, pur se ormai un campano acquisito, ma di origini triestine, a presiedere l’aula c’era proprio uno dei deputati eletti in Campania, il renziano Ettore Rosato.

Esce dall’emiciclo con un foglietto, ma non sono i voti che mancano per eleggere il nuovo presidente di Montecitorio, ma quello dei neoeletti: «168 rieletti - recita il foglietto tirato fuori dalla tasca - 178 mai eletti e 54 già parlamentari in altre legislature». L’ultimo rito, insieme alla chiama, è la conta dei tanti volti nuovi e l’impossibile calcolo sulle tensioni già deflagrate.

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