Pnrr, errori nel bando per le residenze per gli studenti universitari e la Campania resta a zero

Individuati 9.139 nuovi posti letto ma neppure uno si trova in Campania

La ministra dell'Universita e Ricerca Anna Maria Bernini
La ministra dell'Universita e Ricerca Anna Maria Bernini
Marco Espositodi Marco Esposito
Giovedì 11 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 16:02
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Andranno al Grand Hotel Liberty, gli studenti dell'Università di Messina. Quelli di Roma in una elegante palazzina in via De Gasperi, nei pressi del Vaticano. Gli studenti a Torino in un edificio fianco a fianco del museo della Sacra Sindone. Altro che tende canadesi. Sono gli effetti surreali del caotico bando del Pnrr destinato alle residenze per gli studenti universitari. Un bando sbagliato più volte e che al momento ha una certezza: neppure uno dei 9.139 nuovi posti letto individuati si trova in Campania.

La protesta degli studenti accampati presso gli atenei ha portato alla ribalta un tema noto da tempo: la carenza di residenze universitarie. La Federico II, addirittura, non ne ha nessuna attiva. Una, la De Amicis, con 104 camere è chiusa da quattordici anni; l'altra, la Paolella, con 86 camere è inagibile per mancanza di certificazione sismica. Il fiume di miliardi in arrivo con il Pnrr è stato quindi l'occasione per lanciare un grande piano da 60mila nuovi posti per studenti (contro i 40mila attuali).

Nella trattativa con Bruxelles si è indicato un obiettivo intermedio di «almeno 7.500 posti letto aggiuntivi creati e assegnati» entro il 31 dicembre 2022, primo step dei 60mila complessivi da realizzare entro il 2026. Il tutto con una somma di 960 milioni di euro.

A gennaio del 2022 il ministero dell'Università, all'epoca guidato da Maria Cristina Messa, pubblica il bando in base a una vecchia legge (la 338 del 2000) limitandosi a rafforzare la quota di cofinanziamento, che sale dal 50% al 75%. Sul piatto ci sono 467 milioni di cui 300 provenienti dal Pnrr. Le università si attivano e dalla Campania arrivano sette progetti per un migliaio di posti complessivi, tra i quali uno proprio per ristrutturare e riaprire il complesso di via De Amicis a Napoli. Passano i mesi senza che accada nulla di rilevante finché, lo scorso agosto, il ministero dell'Economia che sta monitorando l'andamento del Pnrr si allarma: con questo ritmo si arriva a dicembre senza neppure un posto letto in più. Dal ministero dell'Università arriva una risposta tanto burocratica quanto errata: a loro dire sarebbe stato sufficiente completare entro dicembre 2022 le procedure di aggiudicazione dei bandi. Dal Mef - secondo quanto ricostruisce in un articolo sulla Voce.info Alessandro Santoro, che all'epoca era al Mef per seguire la missione 4 del Pnrr - si spiega che «creati e assegnati» vuol dire che gli studenti devono entrare e dormire in quei letti entro dicembre. Il ministero dell'Università ammette l'equivoco, prende i 300 milioni dal bando di gennaio e mette insieme in tutta fretta un nuovo avviso pubblico per reperire quanto prima gli alloggi, con acquisti o locazioni lunghe. Il decreto è del 26 agosto ma è scritto così al volo da contenere numerosi errori. Arriva così un secondo decreto, con data 15 settembre, che corregge ben sette parti della precedente versione e pone rimedio a svarioni come quello di aver dimenticato che «i posti letto per studenti universitari dovranno essere completati e assegnati prioritariamente agli studenti capaci e meritevoli anche se privi di mezzi».

I tempi però sono strettissimi e il bando-blitz si chiude il 6 ottobre con 46 progetti per 4.478 posti letto di cui appena 904 al Sud, cioè il 20% contro il 40% previsto come minimo per il Mezzogiorno dal Pnrr. Sono letti disponibili e reperiti dove possibile, in strutture già esistenti e per larga parte gestite da organizzazioni private; ma in ogni caso sono insufficienti per soddisfare quota 7.500.

Il 22 ottobre si insedia il nuovo governo e il ministro con delega al Pnrr, Raffaele Fitto, si rende conto in poche settimane che la situazione generale è a dir poco problematica. Bruxelles però sulle residenze universitarie non è fiscale con il 31 dicembre: concede più tempo e il ministero dell'Università a guida Anna Maria Bernini il 2 dicembre apre un bando-bis la cui graduatoria viene definita il giorno di San Valentino, il 14 febbraio di quest'anno. Si arriva così a 9.139 posti letto su 82 iniziative, con alloggi ricavati anche in luoghi insoliti, come appunto l'ex Grand Hotel a quattro stelle di Messina, già chiuso da anni. Anche in tale caso però dagli atenei della Campania non parte alcuna richiesta di finanziamento. A zero resta il Trentino Alto Adige, mentre dall'Umbria arrivano delle richieste per posti letto che non erano affatto nuovi, ma già censiti.

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E il vecchio bando? Quello iniziale di gennaio 2022? Una volta che i soldi nell'agosto scorso sono stati «riorientati», come dicono i burocrati, il bando della 338 è rimasto dormiente e con esso tutti i progetti partiti dalla Campania. La legge di Bilancio del 2023 ha recuperato i 300 milioni dirottati altrove, per cui si è rimessa in moto la macchina della legge 338; tuttavia, senza più la tagliola dei tempi ritmata dagli impegni del Pnrr, la procedura va a rilento e a sedici mesi dal lancio siamo ancora nella fase dell'istruttoria tecnica. Cioè, dal punto di vista degli studenti campani, a zero. 

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